venerdì 10 ottobre 2025

Le origini di Dicearchia

 


C’ERA UNA VOLTA DICEARCHIA – LA CITTA’ DEL GIUSTO GOVERNO

UN PICCOLO INSEDIAMENTO DEGLI ESULI DI SAMO

 

Le notizie sull’esistenza di Dicearchia provengono principalmente da due fonti classiche; lo storico greco Polibio e il poeta romano Gaio Lucilio.

Se mettiamo in dubbio i loro scritti, in merito a quanto riportano sulle origini della nostra città, dovremmo poi diffidare delle altre loro preziose cronache. Per il greco Polibio, che su Dicearchia riporta testimonianze orali di antiche tradizioni greche, dovremmo mettere in dubbio tutto quanto ha poi scritto in merito alla storia di Roma del periodo repubblicano. Per il romano Lucilio, che su Dicearchia riporta notizie apprese da antichi testi greci andati persi, dovremmo mettere in dubbio tutti i riferimenti storici cui accenna nelle sue opere.

Tuttavia la quasi totale assenza di testimonianze archeologiche greche a Pozzuoli, pur tenendo conto delle enormi trasformazioni dei luoghi causate dalla natura vulcanica, dal bradisisma e dalla profonda opera di risistemazione che il luogo ha dovuto subire, pone seri dubbi sulla consistenza e la durata dell'insediamento samio.

In ogni caso esso deve essere stato di limitate dimensioni e Dicearchia non dovrebbe aver mai avuto statuto di città. La tradizione dominante vuole che sia stata fondata intorno al 530 a.C. da un gruppo di esuli Sami che le danno quel nome col quale è conosciuta dalla storiografia greca. Un'altra tradizione, più recente, vuole invece che Dicearchia sia stata solo un porto (epìneion) dei Cumani.

La contraddizione tra queste due notizie è solo apparente. E’ molto probabile che i Cumani abbiano impiantato uno di quegli scali che, come Partenope e Miseno, garantisca loro il controllo del Golfo di Napoli.

I Sami sarebbero apparsi sulla scena in un secondo momento dando alla località il nome di Dicearchia “La città del giusto governo”, e questo per commemorare le circostanze del loro stanziamento motivato dall'affermarsi di un ”ingiusto governo” tirannico nella patria che hanno dovuto abbandonare.



Naturalmente l’esodo da Samo non è stato di massa, come molti puteolani oggi immaginano; sarà stata la fuga di una “elite” di possidenti e politici contrari al sistema instaurato con prepotenza dal tiranno Policrate. Analogamente il filosofo Pitagora, anche lui un possidente di Samo, lascia l’isola per motivi politici in quanto non approva la tirannide di Poilicrate.

Personalmente mi piace paragonare gli esuli di Samo ai Padri Pellegrini che nel 1620 sbarcano in Nord America e fondano una colonia di puritani. Ad abbandonare l’Inghilterra, e imbarcarsi sul Mayflower, sono solo in 102 (52 uomini, 18 donne e 32 bambini); durante il viaggio molti si ammalano e alcuni muoiono, ma i superstiti portano con loro sani principi di democrazia.

Tradizione vuole che i Padri Pellegrini mettano piede per la prima volta in America nel sito dove si trova la Roccia di Plymouth (nome dato in ricordo del porto da cui sono partiti) ma, non essendoci oggi visibili evidenze architettoniche, non ci sono prove storiche che lo confermino. Eppure questa cittadina e questo avvenimento rivestono un ruolo essenziale nella tradizione e nella storia degli Stati Uniti d’America.

Come i Padri Pellegrini scappati dal Regno d’Inghilterra così un gruppetto altrettanto eseguo di coloni sami scappa dal Regno di Policrate. Nonostante questo re-despota porti l’isola al massimo splendore artistico e culturale, governa Samo con tirannia allo scopo di ottenere la supremazia sull’intero Egeo.

I fuggiaschi, forse pochi e su di una sola nave come sarà poi per il Mayflower, approdano in terra flegrea e con il consenso di Cuma fondano la città di Dicearchia.

Data l’esiguità dei fuggiaschi, dopotutto a Samo ci si vive bene e son pochi i dissidenti di Policrate, e data la breve durata della colonia, oggi non esistono tracce del suo insediamento.

Probabilmente anche Dicearchia, come il primo insediamento dei Padri Pellegrini americani, è stato un piccolo borgo e, contrariamente a molti altri insediamenti greci radicati su ambiti promontori, è stato eretto in riva al mare.

Quasi certamente a ridosso del molo a formare un piccolo borgo fortificato; proprio come esisteva nella natia Samo.

Dove sono oggi i suoi resti?

Sommersi, per effetti bradisismici, e probabilmente appena visibili nel 215 a.C. quando, per evitare che Annibale se ne impadronisse, i romani fortificano quella rocca che sarà il cuore della Puteoli imperiale.

L’attuale fase ascendente, fonte di danni ed ansie, potrebbe un domani svelare le nostre origini.



GIUSEPPE PELUSO

Articolo pubblicato inizialmente ad aprile 2025 su:

"Segni dei Tempi"


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