Storie
di famiglie e case nel centro del Rione Terra
A via Crocevia il
Palazzo e il Giardino del Maggiore
Su via Crocevia, la
strada che percorre il punto più alto del Rione Terra, si trova l’ingresso
principale del Tempio di Augusto, oggi Cattedrale si Pozzuoli. E’ questo il
centro dell’antica rocca; qui si esibisce l’amazzone Maria Puteolana e qui, per
millenni, si sono svolte solenni cerimonie civili e religiose.
Su questa stessa
strada affacciano due palazzi gentilizi, un tempo abitati da nobili famiglie;
palazzo dei Lucignano e palazzo dei Mirabella e Ragnisco [1].
I Mirabella sono una
nobile famiglia giunta nel seicento dalla Sicilia; non altrettanto i Ragnisco
che, pur avendo uno stemma familiare, sono notai e professionisti e annoverano loro
esponenti nella amministrazione municipale e nel clero diocesano. Il primo
Ragnisco, Giacomo Antonio, è sindaco di Pozzuoli nel 1716; il notaio Ferdinando
Ragnisco, rivoluzionario e simpatizzante giacobino, alla restaurazione
borbonica è condannato a quindici anni di deportazione; il più famoso, Pietro Ragnisco
docente universitario, ha avuto dedicata una strada. L’ultimo discendente,
Raffaele Ragnisco, ha involontariamente donato un appellativo alla nominata
residenza; oggi da tutti indicata come “Palazzo e Giardino del Maggiore”.
Raffaele nasce a Pozzuoli il giorno 11 novembre 1889 da Achille, notaio, e da Maria Carolina Lucignano. A fine 1907 si arruola nella Regia Marina e, prima come allievo e poi come macchinista di seconda classe, imbarca sull’incrociatore Giovanni Bausan, sulla corazzata Napoli sulla gemella Sardegna e sulla Regina Margherita [2].
Tutto il periodo
della guerra italo turca lo trascorre a bordo del cacciatorpediniere Fulmine partecipando
al bombardamento della città libica di Zuara.
Passa poi sui
cacciatorpediniere Granatiere, Bersagliere, Ostro; lo scoppio della Grande
Guerra lo trova imbarcato sull’esploratore Alessandro Poerio.
Nel 1915 riceve la nomina
a 1° macchinista e, sempre in guerra, sarà imbarcato per cinque mesi sulla
torpediniera 61OL e per altri undici sulla torpediniera Albatros.
Il 30 dicembre del
1917 riceve la nomina a sottotenente del Genio Navale e destinazione
l’incrociatore Varese sul quale resta per ventuno mesi dei quali circa otto in
periodo bellico.
Il 30 marzo 1919
riceve la nomina a Tenente Macchinista e per nove mesi imbarca sulla corazzata
Andrea Doria, per altri due sull’esploratore Premuda, un mese sulla corazzata
Duilio ed altri cinque di nuovo sulla Doria.
Il 2 dicembre del
1923 riceve la nomina a capitano e per due anni dirige la sala macchina della
torpediniera Calipso.
Nel 1926, ormai
37enne, sposa la nobile 19enne Maria Mirabella che, essendo a 12 anni rimasta
orfana del padre Giuseppe, è dalla madre messa in collegio dove impara anche a
suonare, cantare, ricamare e dipingere. Maria gli è cugina in quanto sua madre
Maria Carolina Lucignano è sorella di Maria Teresa Lucignano madre della
giovane.
Maria porta in dote
l’antico nobile palazzo, col pertinente giardino di via Crocevia, dove gli
sposi prendono ufficiale residenza.
Ma Raffaele deve lasciare a Pozzuoli la giovanissima sposa ed imbarcare per altri nove mesi sulla corazzata Duilio e due mesi sull’esploratore Aquila. E’ poi destinato all’Istituto Idrografico di Genova dove saltuariamente presta servizio sulle navi dell’istituto, la Magnaghi, la Brennero, l’Istria e l’Ardito.
Poi è destinato,
sempre a Genova, a Ufficio Tecnico Genio Navale e in seguito come Direttore di
Macchina imbarca per 19 mesi sul cacciatorpediniere Aquilone, otto mesi
sull’incrociatore Venezia e dodici mesi sul cacciatorpediniere Strale.
Intanto, dopo la
nomina a Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia nel 1931 ed aver ricevuto
la Croce d’Oro per Anzianità di Servizio nel 1932, il 23 gennaio 1933 riceve la
nomina a maggiore nel Ruolo Tecnico Navale ed inviato in Licenza Ordinaria di novanta
giorni.
Il maggiore Raffaele Ragnisco trascorre questi tre mesi a Pozzuoli presso la Famiglia ed è ben accolto dal vicinato che così inizia ad identificare il palazzo con il suo occupante che, per la sua piacevole personalità, desta sempre più simpatia e curiosità. Quando lo si vede uscire o rientrare a casa, con la sua candida uniforme, è tutto un vociare di scugnizzi e la fornaia dell’adiacente via Ripa non accende il forno per non sporcargli la divisa con la fuliggine.
Così il vecchio
nobile palazzo diventa il “Palazzo del Maggiore” e l’adiacente orticello,
munito di grazioso gazebo dove Raffaele ama godersi meritati riposi, diventa
per tutti il “Giardino del Maggiore”.
Nel maggio del 1933 è destinato alla Direzione delle Costruzioni Navali di Taranto dove trova alloggio anche sua moglie Maria che, in questa città marinara, partorisce l’unica figlia Marta.
Saltuariamente
imbarca sugli esploratori Guglielmo Pepe e Carlo Mirabello e per un anno, tra
il 1937 e 1938, svolgerà la funzione di Giudice Effettivo del Tribunale
Militare Marittimo di Taranto.
Il 10 settembre del
1938 è inviato presso la Corderia Marittima di Castellammare di Stabia e, data
la vicinanza con Pozzuoli, la moglie ritorna nel palazzo del Rione Terra.
La dichiarazione di
guerra trova i due coniugi nelle citate destinazioni; nelle grotte d’età
romana, ubicate nei sotterranei dell’antico palazzo, sono ricavati rifugi anti
aerei che si rileveranno molto utili per gli occupanti e per il vicinato.
Il 20 dicembre 1940 il maggiore Ragnisco lascia Castellammare ed ha solo poche ore da trascorrere a casa, con moglie e figlia, prima di raggiungere Tobruk, in Libia. Il giorno 5 gennaio del 1941 si imbarca sull’incrociatore San Giorgio; questa nave, seppure ancorata nella baia, necessita di un maggiore che diriga le macchine utili ai piccoli spostamenti e alla fornitura di energia.
Innumerevoli saranno
gli attacchi subiti dal glorioso incrociatore, specialmente nel corso
dell’Operazione Compass, nella difesa di quella importante piazzaforte [3].
Il 22 gennaio del
1941 l’estremo sacrificio; il San Giorgio è affondato e gli inglesi catturano
l’equipaggio che è inviato in India, nei campi intorno Bangalore. Raffaele, in
quanto ufficiale, è inviato nel famoso “camp 25” di Yol [4].
Per un anno e più non
si hanno notizie del maggiore e Il vicinato, con grande rispetto, giornalmente
chiede notizie di quel simpatico ufficiale che per tanti anni ha visto
percorrere affabilmente i vicoli della rocca.
La guerra infuria e
le conseguenze son ben presto palpabili in una zona abitata per lo più da
pescatori a giornata e da manovali avventizi.
Su al “Rione Terra” diventano
celebri due finestre del “Palazzo del Maggiore”; sono quelle dell’ampia cucina
posta a piano terra con affaccio su vico SS. Acuzio e Eutichete. Fuori questi
varchi in molti si fermano a guardare la servitù indaffarata, ad annusare gli
odori e fantasticare sulle preparazioni. Da queste stesse aperture, nel corso
del lungo conflitto, usciranno pietanze per piccoli e grandi bisognosi dell’antica
rocca di Pozzuoli.
Raffaele Ragnisco, dopo oltre cinque anni di dura detenzione, è rilasciato a Bombay il 4 aprile del 1946 e raggiunge a Napoli il seguente giorno 22. Subito ritorna a Pozzuoli ed ancora oggi la figlia afferma che, pur avendo trascorso una vita intera in paesi lontani, il luogo che il maggiore ha sempre identificato come casa è qui, al Rione Terra.
Per la fragile condizione
fisica, che risente delle privazioni sofferte in prigionia, è dispensato dal
servizio attivo e collocato a riposo nella Riserva.
I disagi, e il clima, subiti nei sessantatre mesi di prigionia incidono sulla sua salute e saranno la causa della sua prematura morte, avvenuta in data 12 maggio 1953.
Solo l’otto settembre
del 1950, poco prima della morte, riceve la nomina a Tenente Colonnello del
Genio Navale. In questo Corpo la carriera è più lenta che nel Corpo Stato
Maggiore e la prigionia ha certamente ritardato una promozione che sarebbe
giunta anche prima [5].
Seppure la figlia
racconti che il Padre era Tenente Colonnello tutti coloro che l’hanno
conosciuto lo ricordano come il “maggiore”.
PELUSO GIUSEPPE
- Articolo pubblicato a giugno del 2025 sul numero 154 del Notiziario Centro Studi Tradizioni Nautiche della Lega Navale Italiana.
- Articolo pubblicato a giugno del 2025 sul numero 6 di Segni dei Tempi, giornale di attualità sociale, culturale e religiosa della Diocesi di Pozzuoli.
- Le due foto a colore del Rione Terra, che riprendono l'ex Palazzo e l'ex Giardino del Maggiore, sono di Assunta Mele.