venerdì 15 dicembre 2023

A Cavalcioni di Caronte

 



A CAVALCIONI DI CARONTE

Paese che vai, Elisio che trovi - I reumi di Nerone -

La via per l'altro mondo - Biglietti da visita alla Sibilla 

Caronte senza barba e con l'acetilene

 

Il quotidiano “La Stampa” di giovedì 25 ottobre 1934, riporta un interessante articolo, intitolato “A Cavalcioni di Caronte”, dedicato ad Alessandro Santillo custode della pseudo Grotta della Sibilla e papà dell’indimenticato Carlo Santillo.

 

Pietro Silvio Rivetta, detto Toddi



Il saggio è firmato da Toddi, pseudonimo di Pietro Silvio Rivetta di Solonghello (1886-1952), di origini aristocratiche, giornalista, scrittore, cineasta, e tanto altro ancora.

Toddi conosce ben quattordici lingue, tra cui cinese e giapponese per le quali ottiene una cattedra presso il Regio Istituto Orientale di Napoli.

Dai racconti di una serie di viaggi in Italia effettuati da Toddi dalla fine degli anni 20 ai primi anni 30, viene fuori un libro dal titolo ”Itinerari Bizzarri”, pubblicato nel 1934. Tra i luoghi visitati, per la compilazione della sua Italia insolita e curiosa, non possono mancare i Campi Flegrei.

 

I Campi Elisi

Per colpa — o merito che sia stato — della fiorentina consorte di Enrico IV, i turisti di oggi non possono udir nominare i “Campi Elisi” senza pensare ai maestosi viali parigini. Da quando, nel 1616, Maria de Medici fece piantare il triplice “Cours la Reine” là dov'era un'impaludata propaggine della Senna, e ancor più da quando il mondo elegante del secondo impero predilesse quel quartiere e ne fece la capitale della capitale della Francia, gli “Champs Elysées” hanno usurpato e deformato il titolo al soggiorno dei beati greco-romani.

Soltanto al margine estremo del golfo subvesuviano, dove i ricordi classici si addensano più fitti, le familiari indicazioni greco-latine ritrovano il loro vero aspetto e la loro topografia precisa. Questo meraviglioso golfo partenopeo è saturo di ellenismo e, ancor più, di romanità; è racchiuso tra questo Promunturium Misenum ove arse il rogo funebre del trombettiere di Enea, e Punta della Campanella, che era il Promunturium Minervae perchè vi sorgeva il tempio della dea; o v’è ancora la Torre Minerva con la stazione radiotelegrafica.

Qui gli augusti nomi imperiali hanno chiaro recapito; se pronunzi quello di Tiberio a un vetturino o ad un agente municipale di Pozzuoli o di Bacoli, l’interrogato, con un sorriso amabile e un po' commiserante, ti fa comprendere che hai sbagliato indirizzo. Per trovare Tiberio bisogna andare al Molo Beverello di Napoli e imbarcarsi per Capri, ove Tiberio è tuttora legittimamente domiciliato.