lunedì 12 settembre 2011

Accademia Aeronautica
















Scugnizzi gentiluomo a Pozzuoli




La Regia Aeronautica viene istituita il 28 Marzo 1923 conglobando in un'unica Forza Armata Autonoma le strutture ed i velivoli dell'Esercito e della Marina Militare. Subito dopo, il 5 Novembre 1923, viene decisa la istituzione dell’Accademia Aeronautica con il compito di formare i giovani Ufficiali. Viene stabilito che il corso regolare sarebbe durato tre anni e che la nomina a Sottotenente sarebbe avvenuta dopo aver superato gli esami finali ed aver conseguito il brevetto di Pilota Militare.

Inizialmente l’Accademia Aeronautica è, per il tempo necessario alla sua emancipazione, ospite dell’Accademia Navale di Livorno; e questo anche in previsione che nei primi anni il numero degli Allievi non sarebbe stato alto. Nel contempo è avviata la ricerca di una sede idonea. Prevale l’idea di ricorrere ad una costruzione nuova da creare sull’aeroporto di Napoli Capodichino e la cui prima pietra viene posta il 28 giugno del 1925. In occasione del primo anno accademico nel 1923, viene ideata una cerimonia di battesimo per il primo corso, durante la quale alla classe viene consegnato un gagliardetto e attribuito un nome. Iniziando con l'ordine alfabetico il corso viene contraddistinto con il nome “Aquila”. Da quel momento, ogni anno, al corso arruolato si continua ad assegnare un nome in ordine alfabetico e un motto, nonché un colore. L'anno successivo inizia il corso “Borea”, poi il corso “Centauro”; procedendo fino alla "Z" con il corso “Zodiaco”, saltando però la lettera “H” e la lettera “Q”. Nel 1943 dopo il corso “Zodiaco”, viene deciso di ricominciare dall'inizio nominando i nuovi corsi con lo stesso nome, ma aggiungendo un numero per simboleggiare la generazione successiva. Il corso di quell'anno viene quindi chiamato “Aquila II”.
Dopo tre anni di fattiva ospitalità presso l’Accademia Navale di Livorno, a causa dell’impossibilità di ulteriore coabitazione per l’incremento di allievi previsto per ambedue le Accademie, è giocoforza trasferire l’Accademia Aeronautica in un’altra sede prima che fosse pronto l’anzidetto edificio di Capodichino. Così viene adattata un’ala del palazzo della borbonica reggia di Caserta ove ufficialmente l’insediamento avviene il 15 ottobre del 1926 con il trasferimento della Bandiera dell’Istituto. L’inaugurazione della sede di Caserta ha luogo il 10 dicembre 1926, in concomitanza del giuramento dei Corsi “Centauro” e “Drago”, alla presenza del Sottosegretario di Stato per l’Aeronautica, Italo Balbo. Relativamente alla istruzione al volo, il poter disporre del vicino aeroporto di Capua e quindi di una propria scuola di pilotaggio permette, contrariamente che a Livorno, di licenziare gli allievi già in possesso del brevetto di pilota militare. Iniziano gli anni nei quali, per la politica colonialista e guerriera del regime fascista e gli impegni militari che da questa scaturiscono, vi è un notevole aumento delle immissioni di allievi in Accademia. Praticamente in breve tempo Caserta è costretta a far fronte alle cresciute esigenze organiche della Regia Aeronautica. A tale scopo si ottiene l’assegnazione dell’intero palazzo reale vanvitelliano, ove la cifra annua degli allievi è quadruplicata. In effetti questa sistemazione, che doveva essere transitoria in quanto funzionalmente non del tutto adeguata, si protrae fino al 1943 poiché il complesso, appositamente progettato, di Capodichino è ritenuto, in corso d’opera, inadeguato per dimensioni e spazi facendo così decadere il progetto di trasferirvi l’Accademia. Esso non garantisce gli spazi necessari mentre la reggia di Caserta si. La Reggia fa anche da scenario al film propagandista “I tre aquilotti” del 1942 che ha nel cast il giovane Alberto Sordi alle prese con le prime esperienze cinematografiche.
Nell'agosto del 1943, urgenze di carattere bellico a seguito della conquista della Sicilia da parte degli Alleati ed ai bombardamenti su Napoli e Caserta, costringono l'Istituto a trasferirsi presso il Collegio Aeronautico di Forlì dove l'Accademia resta fino al 10 settembre, data in cui ogni attività viene temporaneamente sospesa a seguito della confusione scaturita dopo la firma dell’armistizio che spacca letteralmente l’Italia in due. Gli allievi sono invitati a lasciare l’Istituto e a raggiungere le famiglie. In quel frangente alcuni allievi originari del sud Italia, al termine della licenza, confluiscono al centro di raccolta di Brindisi ove il 7 novembre 1943 l'Istituto riprende a funzionare presso il locale Collegio Navale, con notevoli difficoltà e privo degli allievi rimasti al nord. In questo stesso Collegio si è nel frattempo ricostituita anche l'Accademia Navale che ha dovuto lasciare la sede di Livorno.
A guerra finita, nel novembre 1945, l'Accademia Navale torna alla sua sede di Livorno e quella Aeronautica si stabilisce a Nisida, in quanto da ottobre 1943 nella reggia di Caserta si è installato il Quartier Generale Alleato. Dalla sistemazione improvvisata di Brindisi si passa quindi a quella precaria di Nisida ove la superficie a disposizione è ridottissima, mancano edifici e spazi per le attrezzature didattiche e sportive e per le attività di supporto logistico; di campo di volo neanche parlarne. Tutto è ridotto ai minimi termini e sacrificato; per svolgere l’attività di volo si utilizza il lontano aeroporto di Pomigliano d’Arco.
L’Accademia dovrebbe spostarsi a Firenze presso gli edifici della Scuola di Applicazione, nonostante la scomparsa del Quartier Generale Alleato, ma le forti pressioni delle autorità napoletane ne vanificano il trasferimento per ottenerne la sua sistemazione definitiva nell’area partenopea. La soluzione della reggia di Caserta è infatti abbandonata perché ritenuta più idonea per soddisfare le esigenze della Scuola Specialisti dell’Aeronautica Militare Italiana che, avendo un numero di frequentatori decisamente superiore a quello previsto per la ricostituita Accademia, necessita di spazi maggiori.
Nell’impossibilità di poter tornare a Caserta, si parla di utilizzare la Reggia di Capodimonte oppure la villa vesuviana della Favorita ad Ercolano; ma alla fine continua a rimanere a Nisida in quanto si decide di attendere i fondi per la realizzazione di una nuova sede. A Nisida l’Istituto rimane, contro ogni logica e fra mille difficoltà, fino al dicembre del 1961.
La scelta, dovendo rimanere nelle vicinanze di Napoli, cade su un terreno quasi a picco sul mare ubicato sul Monte Olibano vicino alla Solfatara, facente parte del Comune di Pozzuoli e per due terzi di proprietà demaniale. Esattamente in Località Cariati, dalla villa della nobile Famiglia napoletana Spinelli di Cariati che sorge sulla cima. La cartolina n. 1, dei primi anni 50, mostra il Monte Olibano ed in cima si nota l’esistente “Villa Cariati”. Sul terreno di questa villa, nel corso della “Seconda Guerra Mondiale” si installa la 186° Batteria, con pezzi pesanti da 76/40, del LXXIV Gruppo inserito nella 19° Legione della Milizia Artiglieria Contraerei. Nel periodo bellico sull’esterno di “Villa Cariati” si può leggere il motto “CREDERE OBBEDIRE COMBATTERE”; identico a quello che a “Villa Maria” è però trascritto all’interno della seconda scala; quella al servizio della locale “Scuola Marittima”.
La posa della prima pietra avviene il 10 dicembre 1957 e la cartolina n. 2, degli inizi anni 60, mostra l’Accademia in costruzione con varie gru in azione. Il trasferimento degli allievi in quella che sarà la sede definitiva avviene giusto cinquant’anni fa tra la fine del 1961 ed il gennaio 1962. Nella primavera del 1962 c’è il Giuramento del Corso “Zodiaco II”. Poi il 15 maggio 1963 il Presidente della Repubblica Antonio Segni vi tiene a battesimo il corso “Aquila III”; il primo che inizia il completo ciclo a Pozzuoli. L’odissea dell’Istituto è finalmente finita. La struttura è sicuramente posizionata in un invidiabile sito dal punto di vista paesaggistico in quanto domina la baia di Pozzuoli e la distesa di mare comprendente le isole di Nisida, Capri, Ischia e Procida. La cartolina n. 3 mostra l’Accademia completata con le caratteristiche soluzioni architettoniche ed ingegneristiche di avanguardia che la contraddistinguono per la quantità e razionalità degli edifici e degli spazi, costruiti per soddisfare appieno le esigenze didattiche degli allievi. Altrettanto, però, non si può dire sulla sua funzionalità se si considera che non dispone nelle vicinanze di un proprio aeroporto per poter svolgere l’attività principe del massimo istituto aeronautico; l’attività di volo. Gli allievi, per frequentare la scuola di pilotaggio, debbono sempre affrontare trasferimenti più o meno lunghi e dal dopoguerra la sede della scuola di volo subisce continui cambiamenti; Pomigliano d’Arco, Lecce, Grazzanise, Alghero, Latina, ecc. Il peregrinare da un aeroporto ad un altro alla ricerca di una sede idonea per il conseguimento dei brevetti di volo comporta continui aggiornamenti del piano degli studi.
Comunque l’Accademia è stata e resta una istituzione completamente estranea alla vita cittadina puteolana. Certamente è una notevole passerella con valenza internazione per i nostri amministratori politici ed apostolici nei rari momenti in cui sono chiamati a presenziare a qualche cerimonia ufficiale. La presenza di questa struttura non ha apportato visibili e concreti benefici alla collettività locale. Solo verso la metà degli anni 90 ci sono state varie forme di collaborazioni, di livello culturale, che poi comunque non sono state seguitate. Rigide restano le limitazioni imposte a cadetti e personale militare, alla loro libertà ed a quella di poter liberamente usufruire della città di Pozzuoli. Si dice che l’Accademia sia per tutti, ma non tutti sono per l’Accademia. Non rari i casi di abbandono, specialmente iniziali. Resta valido ciò che disse un ex cadetto; si entra scugnizzo e si esce gentiluomo. Al termine del corso il cadetto è pronto per il romantico ballo con le debuttanti ma anche per il mortale ballo nei cieli della Libia e dell’Afganistan.
Quando nel 1962 l’Accademia inizia la sua attività, in questa nuova sede, nell’Aeronautica Militare Italiana ci sono ancora ufficiali che, come allievi, hanno frequentato i corsi a Nisida, oppure a Brindisi, oppure a Caserta ed alcuni a Livorno nei tre anni iniziali. Oggi nell’Aeronautica Militare non ci sono più ufficiali, tra quelli in servizio, che siano stati cadetti in altre Accademie; tutti hanno frequentato solo Pozzuoli.





Giuseppe Peluso





Spunti e dati storici da “ L'Accademia Aeronautica e la formazione militare e culturale in A.M. tra storia ed attualità” del Generale di B.A. Euro Rossi

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