lunedì 7 luglio 2014

Enzo Oriani


Enzo Oriani

Un nostro eroe da non dimenticare



Tutti conosciamo la strada che dalla Domiziana conduce alla stazione della metropolitana di Pozzuoli e tutti ricordiamo d’averla spesso percorsa velocemente nella speranza di non perdere il treno che ha appena fischiato.
Ma non tutti sappiamo che questa strada è dedicata a Enzo Oriani e ancor meno tra noi hanno notizia di chi fosse questo nostro conterraneo.
 
Vincenzo Oriani Nasce a Pozzuoli il 5 ottobre del 1894 ed è figlio di Domenico e di Caterina de Fraia. L’avvocato e cavaliere del Regno Domenico è un esponente della nota e illustre Famiglia puteolana e tra i suoi figli, oltre Enzo, ricordiamo Alfredo, Gino, Gigetto ed Odoacre che coprirà la carica di Sindaco di Pozzuoli dal 1924 al 1926.

 Enzo arriva ad iscriversi al secondo anno della facoltà di legge che abbandona nel 1916 perché sente forte il richiamo della Patria in guerra.

Dopo un veloce addestramento basico entra alla Scuola Militare di Caserta uscendone il 17 marzo 1917 con il grado di “aspirante”, ovvero “sottotenente”.
Raggiunge il suo reggimento, il 138° di Fanteria della Brigata “Barletta” che ha sede presso il deposito del 29° Fanteria “Pisa” a Potenza, ed il 2 aprile, pieno di “santo entusiasmo” parte per il fronte.

 La brigata è stata costituita a Barletta nel marzo 1915 con i Reggimenti dipendenti 137° e 138° ed allo scoppia della Grande Guerra, nel maggio 1915, è inviata al confine orientale per fronteggiare l’Impero Austro-ungarico.
Dopo l’arrivo al fronte, e fino al 10 maggio, la brigata alterna turni di linea e di riposo; mantenendo la sua consueta attività aggressiva con frequenti colpi di mano. L'11 maggio, prima che abbia ultimato il consueto suo turno di riposo, è richiamata in linea per partecipare all'azione iniziata dalla 21a e 22a divisione. Viene così schierata, durante la 10° battaglia dell'Isonzo svoltasi dal 12 Maggio al 3 Giugno, di fronte al borgo di Castagnevizza. Un paese del Carso allora appartenente all’impero Asburgo ed ora inserito nella Repubblica Slovena, ma vicino al confine con l'Italia.
Il giorno 15 un gruppo di arditi del 138° occupa di sorpresa il posto nemico detto "delle coperte" catturando il presidio. Il 23, intensificatasi l'azione, i fanti della "Barletta" scattano dalla posizione di attesa e, superate le antistanti trincee avversarie, raggiungono e sorpassano il caseggiato di Castagnevizza che per poche ore è conquistato dagli italiani.
Così racconta Arnaldo Calori nel suo diario “L’ora K”:
“Il tramonto illumina il colle di Castagnevizza che abbiamo di fronte. Ma Castagnevizza non c’è più. C’era quando vi giungemmo dopo l’avanzata, poi le nostre batterie la demolirono rapidamente, casa per casa, muro per muro, mattone per mattone e del pietrisco fecer una polvere rossa che stava a indicare il luogo dove sorgeva il paese.”
Il giorno dopo un violento contrattacco nemico, ed il mancato appoggio delle unità laterali, obbligano le valorose truppe a ripiegare sulle posizioni di partenza.
Il fatto d’armi è menzionato anche dal Generale Cadorna nel “Bollettino di Guerra n. 731 del 25 maggio 1917, ore 16”:
“Da Castagnavizza al Frigido, violenti controattacchi nemici tentarono di alleggerire la nostra pressione nel settore rneridionale del Cars; fallirono tutti per la salda resistenza delle nostre truppe e specialmente delle fanterie della brigata Barletta, 137° e 138° reggimento.”
 Enzo Oriani, nelle ore pomeridiane del 23 maggio 1917 dopo appena 50 giorni del suo arrivo al fronte, avanza impavido alla testa del suo plotone. Supera le trincee nemiche, giunge ai piedi del borgo e subito dopo è visto cadere con la fronte rivolta al nemico.



Il Tenente Colonnello Carlo Siffredi, Comandante del 138° Reggimento, invia un telegramma al Regio Commissario del Comune di Pozzuoli, il Duca Niutta, con il seguente testo:
 
“Pregasi comunicare all’Ill.mo Sig. Avv. Domenico Oriani che, dopo diligenti indagini praticate dal Comando del Reggimento, si è potuto accertare che il figlio cadde da prode il 23 maggio e di rinnovare alla Famiglia l’espressione del vivissimo compianto di tutti i compagni d’arme.”
 Il Duca, nel suo messaggio all’affranto capofamiglia, aggiunge:
“Nell’adempiere al pietoso ufficio mi è grato manifestarle a nome della città, che ora ho l’onore di rappresentare, l’espressione del più sincero rammarico per la perdita da lei subita ed il sentimento di viva ammirazione dell’eroismo di cui il compianto suo figlio ha dato luminosa prova per la grandezza della Patria. Ed accolga pure le mie personali e vice condoglianze.”
Semplice e commovente il ricordo della Famiglia:
“La tua casa è deserta, coloro che ti diedero la vita vi si aggirano muti, assorti nella visione dell’ultimo tuo bacio. Ritta sulla soglia, la mamma tua pare che ti attenda ansiosa. Ma tu più non tornerai! Tu sei lassù in alto, dove ti ha condotto l’amore per la Patria Grande! Ed i tuoi genitori che idolatravi ti sentono nell’aria che respirano, nei fiori che auliscono, nella luce che splende!”


L’Università di Napoli, in data 15 luglio 1917 gli conferisce la laurea “ad honorem” e la città di Pozzuoli, non insensibile a così nobile sacrificio, gli dedica sia la strada che conduce alla nuova stazione ferroviaria della “direttissima” Roma-Napoli sia il piazzale stesso dello scalo.

Per volontà della Famiglia il 6 settembre del 1923 la salma torna a Pozzuoli, dai campi di battaglia, per essere inumata nella tomba dei suoi avi. In questa occasione, presso la chiesa di San Vincenzo, vengono celebrati solenni funerali che vedono la partecipazione di familiari, autorità e popolo commosso.






Negli anni trenta il Comune di Pozzuoli gli intitola la scuola elementare del borgo agricolo di Licola costruito dall’O.N.C. (Opera Nazionale Combattenti). Da quest’atto emerge chiara l'opera di propaganda che il fascismo affida alla scuola, con l'esaltazione della guerra e dei racconti eroici di reduci e caduti del '15-'18. E questo è tanto più significativo per il plesso scolastico di Licola che rappresenta un tipico esempio di scuola “rurale” costituita durante il regime.

La “Prima Guerra Mondiale” è anche ricordata come “Quarta Guerra d’Indipendenza”, ultimo atto del Risorgimento Italiano. Per questo motivo il ricordo di Enzo Oriani è tramandato ai posteri dal “Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano”, presso il Vittoriano di Roma, da cui ho attinto gli eroici atti.
Durante le fasi dell'occupazione di Castagnevizza del il 23 e 24 maggio 1917 il solo 138° Reggimento Fanteria “Barletta” rimpiange 117 morti, 769 feriti e 658 dispersi. Per questo combattimento la bandiera del Reggimento guadagna la Medaglia d'Argento al Valor Militare con la seguente motivazione:
“Con impeto travolgente e generoso tributo di sangue, espugnò fortissime linee e capisaldi avversari e, sebbene quasi isolato, vi si mantenne, sotto la furia di bombardamenti micidiali, animosamente rigettando gli ostinati ritorni offensivi dell'avversario (Castagnevizza, 1-2 novembre 1916). Le sue mirabili virtù militari confermava nei successivi combattimenti del 23-24 maggio 1917."
Per tali episodi la Festa del 138° Reggimento resta per sempre fissata al 23 maggio di ogni anno a perenne ricordo di quella dolorosa ma gloriosa giornata del lontano 1917 che vide il sacrificio del puteolano Enzo Oriani.

Giuseppe Peluso

P.S. - Un grazie al dott. Sergio Causa per foto e notizie fornite

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