La piscina sulla “Caracciolo” puteolana
Solo pochi anziani
possono ricordare una lignea e imponente struttura marina che ogni estate, nel
corso degli anni cinquanta, prende forma nello specchio d’acqua antistante il
Serapeo.
All’approssimarsi
dell’autunno è smontata per essere poi ricostruita agli inizi della bella
stagione. Pur ricordando i maestosi lidi su palafitte, tipici della Belle
Epoque, non è uno stabilimento balneare ma un campo di gara.
Una piscina naturale,
realizzata direttamente in mare, delimitata su tre lati da pali in parte
conficcati nel fondo sabbioso e in parte tra loro intrecciati in modo da essere
in grado di sostenere passerelle e gradinate.
Dal largo marciapiede
dello spettacolare lungomare di via Roma (la Caracciolo puteolana) si diramano
due passerelle su palafitte lunghe all’incirca trentacinque metri e tra loro
distanti circa quindici metri.
Dopo una decina di
metri dalla riva le due passerelle sono congiunte da una larga pedana su cui è
realizzata una capiente gradinata con più ordini di posti a sedere.
In fondo, verso il
mare aperto, la congiunzione tra le due passerelle è costituita solo da cime munite,
di tanto in tanto, di sugheri colorati con funzioni di galleggianti.
In pratica lo
specchio d’acqua racchiuso tra passerelle, pedana e cime viene a costituire un
vero e proprio campo di gara adatto a competizioni di nuoto e utilizzato, principalmente,
per partite di pallanuoto.
Gli spettatori
assistono stando seduti sulla gradinata, che ha anche la funzione di non
permettere la vista del campo ai non paganti che sostano sul marciapiede del
vicino lungomare.
Giocatori e staff
delle squadre occupano le passerelle laterali all’inizio delle quali sono stati
ricavati, rispettivamente, due camerini del tutto identici alle contemporanee
cabine balneari.
Come scrive lo
storico ed amico Gennaro Gaudino, nel suo volume “Lo Sport a Pozzuoli – Storia
e Leggenda”, nella metà degli anni cinquanta rinasce a Pozzuoli, per merito del
dott. Giovanni De Silva, Commissario Prefettizio di questo comune, una squadra
di Pallanuoto.
Essa è la “Rari
Nantes Puteoli” che, nella sede storica posta ad angolo tra corso Vittorio
Emanuele e piazza delle Repubblica (di fronte la Cassa Armonica), raccoglie gli
appassionati vecchi e nuovi di questo sport.
Il dott. De Silva fa
costruire anche la piscina all’aperto, che sorge sul Lungomare di via Roma, in
modo che la squadra cittadina possa allenarsi e disputare i tornei cui si è
iscritta.
La struttura è inaugurata
con una riunione, oggi diremmo un meeting, che vede impegnati i migliori atleti
del nuoto italiano.
Tra questi Alfonso Buonocore
e Carlo Pedersoli, amici e rivali, entrambi campioni di nuoto e pallanuoto.
I fratelli napoletani, ma di padre tedesco e madre rumena,
Federico (detto Fritz) e Costantino (detto Bubi) Dennerlein, anch’essi campioni
sia di nuoto che di pallanuoto.
Il romano Lucio Ceccarini e il fiorentino Carlo Peretti,
entrambi pallanuotisti di squadre romane e della nazionale medaglista alle
Olimpiade di Helsinki.
Il nuotatore siciliano Mangano, che sarà padre, nonno e
bisnonno di grandi campioni sia di nuoto che di pallanuoto.
Carlo Pedersoli, una volta lasciato il nuoto, farà l’attore
e sarà meglio conosciuto col nome d’arte di Bud Spencer.
Fritz Dennerlein sarà il mio maestro di nuoto quando la
Scuola Media “Leopardi” di Bagnoli nel 1961, unificando le due ore settimanali
di Educazione Fisica, partecipa allo sperimentale corso di nuoto scaturito
dalla collaborazione tra Provveditorato agli Studi di Napoli, C.O.N.I. e Federazione
Italiana Nuoto.
La “Rari Nantes Puteoli” diventa ben presto importante punto
di riferimento degli sport acquatici e della vita sociale e mondana di
Pozzuoli.
Fiore all’occhiello del circolo resta la sua squadra di
pallanuoto che nel campionato di serie “C” del 1955/1956 si classifica al
quarto posto su oltre centocinquanta società di tutta Italia.
L’amico Mimmo Palumbo m’ha ricordato una coinvolgente
rivalità tra due nuotatori, entrambi del Rione Terra; Lucignano Salvatore
abitante in via Pesterola e Pisano Vincenzo abitante in via San Procolo.
Gli spettatori, gremiti sugli spalti e sulle barche che
circondano la struttura, fanno un tifo pazzesco che per l’uno e chi per l’altro
beniamino.
Il Pisano, figlio di una bidella della Scuola Armando Diaz,
pur essendo palesemente più forte e dotato del suo principale avversario, per
mancanza di concentrazione non riesce ad esprimere tutto il suo valore e
riceverà la medaglia d’argento per il secondo posto conquistato.
Il Lucignano vince la gara e la medaglia d’oro nel mentre
saranno vistosamente distaccati tutti gli altri concorrenti.
Segni dei Tempi - Novembre 2024
Giuseppe Peluso