lunedì 3 marzo 2025

Stazione Funivia della SEPSA

 




LA STAZIONE FUNIVIA

Una dimenticata fermata della Ferrovia Cumana

 

Nel 1937 le Ferrovia Cumana, per adeguarsi al progetto che vedrà sorgere la Mostra Triennale delle Terre Italiane d’Oltremare, è invitata a riprogettare l’intero tratto ferroviario tra l’uscita dalla collina di Posillipo e Bagnoli.

 Una prima ipotesi prevede l’abbandono del vecchio tracciato e la deviazione a monte lungo la via Miano – Agnano, con ricongiunzione alla vecchia linea poco prima di Bagnoli. Sarebbe questa la soluzione più economica in quanto permetterebbe di conservare l’esistente stazione di Fuorigrotta e sviluppare la nuova linea tutta all’aperto; ma essa allunga il tracciato, ne peggiora la planimetria e allontana la ferrovia dalla zona che maggiormente dovrebbe essere servita.

 Una seconda possibilità prevede anch’essa l’abbandono del vecchio tracciato, onde permetterne l’utilizzo da parte dell’edilizia residenziale e della nascente Mostra d’Oltremare, e un collegamento sotterraneo con la Direttissima Roma – Napoli all’altezza dell’attuale fermata Leopardi. I treni della Cumana dovrebbero percorrere un tratto della rete statale e poi ricongiungersi con la vecchia linea all’altezza della stazione di Agnano. Soluzione che sarà scartata per il suo alto costo, per la diversa tensione e per le difficoltà di esercizio e di abilitazioni richieste al personale viaggiante.

Una terza ipotesi, che sarà poi quella approvata, conserva presso a poco l’esistente tracciato abbassandolo però in sotterranea onde permettere la prevista espansione edilizia e sistemazione urbanistica. Questa soluzione, seppur costosa, presenta il vantaggio di eliminare tutti i passaggi a livello, di attraversare in pieno il nuovo Rione Flegreo, di fiancheggiare l’intera nascente Mostra continuando a servire le realtà industriali presenti in zona.

Allo scopo di raccogliere nelle migliori possibili condizioni la maggior parte del traffico viaggiatori sono costruite tre stazioni: Fuorigrotta, Mostra e Funivia. Le prime due riprogettate in sotterranea in sostituzione di altrettante già esistenti,  la terza completamente nuova.


 Subito dopo la stazione Mostra la linea continua in galleria per altri 80 metri e poi, iniziando a riprendere quota, prosegue in trincea all’aperto per ulteriori 160 metri, Dopo questo tratto, che forma ampia curva, si innesta su di un rettilineo a mezzo del quale si ricongiunge con la sede già esistente.

Su questo rettilineo è realizzata la fermata Funivia che si trova in prossimità della Stazione Inferiore dell’appena costruita Funivia Mostra – Posillipo.





Questa fermata permette agli utenti, seppure provenienti da zone lontane, d’usufruire del collegamento con Posillipo che è così raggiungibile rapidamente.

Viene così a formarsi quello che oggi definiamo uno snodo intermodale che permette l’intercambiabilità tra vari mezzi pubblici di trasporto.

In passato la Ferrovia Cumana è stata in questo veramente pioneristica; ricordiamo l’interscambio di Montesanto con la Funicolare per il Vomero, quello di Torregaveta con i vaporetti per le isole, quello di altre stazioni con tram e bus.

 


Inoltre la fermata Funivia permette ai viaggiatori d’entrare alla Mostra attraverso l’ingresso secondario posto sulla Domiziana; d’accedere al progettato vicino zoo e, a mezzo di una strada trasversale tra la nuova Autostrada Domiziana e la vecchia Via Regia, raggiungere il Rione Cavalleggeri in forte espansione.

 


Come visto la Ferrovia Cumana, dopo la stazione Mostra, prosegue in doppio binario sia nel breve tratto in galleria che nel successivo tratto in trincea, fin quasi alla Fermata Funivia. Ma questa tratta non è stata attrezzata con due binari in previsione di futuri raddoppi dell’intera linea, il binario in più permette una maggiore elasticità nella possibilità di ricovero di treni straordinari in modo da realizzare un rapido smaltimento dei passeggeri provenienti od affluenti alla Triennale d’Oltremare, ed in seguito allo Stadio di Calcio.


GIUSEPPE PELUSO - MARZO 2025


lunedì 24 febbraio 2025

Scout Thinking Day 2025

 

Scout Thinking Day

La Giornata del Pensiero 2025

 

Sabato mattina, 22 febbraio, accompagno la mia nipotina Arianna e lei, tenera Lupetta, mi dice:

Nonno, oggi pomeriggio  nella nostra sede ci sarà una grande Festa.

Cosa festeggiate?

Il Thinking Day!

E cosa sarebbe?

E’ il compleanno di Baden Powel e di sua moglie.

Bene! Posso venire anch’io?

No! Solo gli scout.

 

Meravigliosa sarà la sua emozione quando nel pomeriggio mi vedrà uscire dalla fumante auto di “Doc  Brown” che, con un avventuroso viaggio dal passato al futuro, conduce me ed altri vecchi scout nel mezzo di un “Grande Cerchio”. In questo cerchio, che occupa la piazza antistante la sede scout di Pozzuoli, ci sono le nuove generazioni qui riunite per “ricordare” i loro fondatori e “insieme” ripercorrere i passi di chi li ha preceduti nell’ultra centenaria  “storia” dallo scoutismo puteolano.

Ma andiamo con ordine. 


La settimana precedente la Comunità Capi del Gruppo Pozzuoli 1° intercetta un gruppetto di “old” e, a mezzo di una video riunione online, distribuisce compiti ed organizza una “impresa” che, nel corso della programmata “Giornata del Pensiero”, possa destare la curiosità dei giovani scout.

 I cooptati sono:

-     Lo scrivente Giuseppe Peluso e Melina Paone con il compito di ricordare la storia puteolana dell’ASCI (Associazione Scout Cattolici Italiani) dalla fondazione nel 1921, alla chiusura ordinata dal Regime Fascista nel 1928, alla riapertura nel 1944 ed alla nuova chiusura, per motivi bradisismici, nel 1971.

-     Giovanni Bruno e Raffaele Ricciardi con il compito di ricordare la nascita,  nel 1990 e questa volta in ambito AGESCI (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani), le attività del Branco Seeonee. Entrambi  hanno lasciato una “traccia” in tutti quei lupetti alcuni dei quali, oggi ultraquarantenni, si ritrovano a guidare lo stesso Branco. Piacevole la presenza di Giovanni Bruno; pochi sanno il suo vero nome, per tutti è “Gianni Akela”.

-     Maurizio Schioppo e la stessa Maria Ricciardi con il compito di ricordare quel Reparto, insistentemente voluto nel 1990 da alcune “girls”, che ha dato vita a squadriglie che ancora oggi, con lo stesso nome, ne tramandano le tradizioni.

-     Guido Di Bonito e Clorinda Chiocca con il compito di ricordare il Clan Betel che con il suoi Rovers e Scolte fu la prima unità ad essere rifondata, dall’indimenticato Nicola Ricciardi, nell’autunno del 1989.

-     Alessandra Zinno e Silvana Paganino con il compito di ricordare la nascita e la breve, anche se attivissima, esistenza del Secondo Gruppo Scout di Pozzuoli i cui colori sono ancora oggi presenti, a mezzo di un piccolo triangolo, nei fazzolettoni  che tutti indossano. 


Alle ore 15.oo di sabato 22 febbraio ci ritroviamo tutti nei pressi della sede scout dove incontriamo il Capo Gruppo Stefano Patricolo (Doc Brown) che ha “truccato” la sua auto per farla apparire come la “DeLorean”, la Macchina del Tempo di Hollywoddiana memoria.



In verità, pur essendo una capiente familiare, non tutti riusciamo ad entrarci causa la pancetta (non quella affumicata) e l’ormai scarsa attitudine al “rannicchiamento”.




Tra fumogeni colorati, musica assordante e l’inserimento di “circuiti temporali”, facciamo il nostro ingresso nella racchiusa piazza compiendo qualche giro intorno al Grande Cerchio.


Finalmente ci fermiamo dietro la schierata Comunità Capi e usciamo dall’auto fingendo meraviglia, essendo noi venuti con la DeLorean da un'altra epoca.




Stupore, emozione e gioia sul volto dei piccoli lupetti, tra cui la mia nipotina; curiosità sui volti degli esploratori e interesse su quelli dei rovers.

Essendo noi, appena arrivati con l'auto del tempo, scout di un passato che non si vuol dimenticare ed essendo quelli schierati scout ansiosi di “conoscere”, i capi approfittano dell’occasione e mettono in moto un’impresa che ha dell’avventuroso.

Dividono i ragazzi in molteplici gruppetti ognuno dei quali formato da lupetti, esploratori e rover (con sestiglie e squadriglie mischiate) fornendoli di dettagliate piantine su cui sono segnalate le postazione (tutte nelle immediate vicinanze) dove ritroveranno noi, vecchi scout, giunti dal passato. 




Raggiungiamo in fretta le previste destinazioni e ben presto riceviamo le “visite” dei ragazzi che mostrano grande interesse per le storielle, le foto ed i cimeli che a noi “vecchietti” mai difettano.









Immancabile la foto ricordo con chi ci ha “visitato” e che speriamo possa memorizzarci così come noi ricordiamo quelli che ci hanno preceduti e che ora “Fanno Strada negli Infiniti Pascoli del Cielo”. 



Al termine tutti in cerchio nella grande piazza al centro della quale, su di una finta colonna traiana, i capi con l’aiuto dei partecipanti attaccano dei foglietti su ognuno dei quali è segnato un particolare ricordo della storia scoutistica puteolana. Sarà questa la colonna “fondamenta” su cui poggerà il "futuro" e il “pensiero” del Gruppo.





A seguire le “grida” di Sestiglia, di Branco, di Squadriglia, di Reparto, del Clan; poi il rinnovo della Promessa da parte dei Lupetti e poi quello di tutti gli altri.


Dopo il “Canto della Promessa” il pensiero di tutti va a Nicola Ricciardi, di cui ascoltiamo la voce in un racconto registrato per la rifondazione di questo Gruppo, e poi l’ammaina bandiera eseguita da tre impeccabili piccoli alfieri.



Infine raccolgo il mio rametto e mi preparo Al Bim-Bum-Crack finale che fortunatamente parte e s’allontana dalla mia sinistra; data l’estensione del cerchio non avrei resistito molto nel partecipare all’intenso urlo e alla prolungata schiena piegata.

 



Ad Impresa conclusa Gianni dice che le esperienze che abbiamo accumulato nello scoutismo hanno fatto parte e continuano a far parte della nostra vita; Silvana continua col ricordarci che il “Thinking Day” di quest'anno, oltre al tema della fratellanza, è stato un vero “ritorno al passato”.

Siamo stati invitati a “ricordare” e “portare nel cuore” la nostra storia; noi speriamo d’esserci riusciti, almeno abbiamo provato a fare del nostro meglio.


PEPPE PELUSO ED I VECCHI SCOUT DI POZZUOLI - FEBBRAIO 2025


martedì 4 febbraio 2025

Così sorse il MASCI in Campania

 


1954 – I partecipanti alla Assemblea Costituente del MASCI


Una volta scout, sempre scout

Come realmente sorse il MASCI in Campania

 

Sentiamo il dovere di rettificare quanto scritto da un fratello della Comunità Napoli 1° e riportato, in data 9 aprile 2015, sul sito www.mascicampania.wordpress.com.  che fu realizzato e diretto dal caro amico Luigi Donadio.

Questo il link all’articolo che accenna ai gioiosi ricordi risalenti a quarantacinque anni prima; ovvero al 1970:

Così Sorse il Masci in Campania – M.a.s.c.i. Campania

Ma la nostra ricostruzione storica inizia molto prima, in quel di Pozzuoli.

 

Come per lo scautismo giovanile puteolano anche per quello degli adulti non possiamo tralasciare di parlare del professore Salvatore Volpe.

Nato nel 1910 a Pozzuoli Volpe è nel 1925, appena quindicenne, tra gli animatori del movimento scout nella cittadina flegrea [1].



Si diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti di Napoli e partecipa a competizioni nazionali ed internazionali, ottenendo premi e riconoscimenti.

Da militare è ufficiale dei bersaglieri e nell’immediato dopoguerra è tra gli artefici della rinascita dello scautismo a Pozzuoli dove nel 1928, come in tutta Italia, era stato sciolto dal regime fascista.

Salvatore Volpe intuisce l’importanza dell’ideale e del metodo educativo dello scoutismo e lo trasferisce completamente nel movimento puteolano il quale, per opera sua, è stato sempre retto da una ispirazione pedagogica totale e democratica.

Alla fine del 1944, promotori Salvatore Volpe, Magnani, e don Vincenzo Abete (appena ordinato sacerdote e vice parroco di Santa Maria delle Grazie) anche a Pozzuoli è rifondato il Riparto Scout e le ricostituite Squadriglie ripropongono nomi tradizionali: Aquile, Volpi, Leoni e Scoiattoli.

E’ subito organizzata la branca Lupetti, questa volta con l’ambientazione della giungla pensata da B.P., e, novità assoluta per Pozzuoli, la sezione Pionieri; essa riunisce quelli scout che lasciato il Riparto sono prima chiamati Senior e poi Rover, secondo i nuovi metodi internazionali.

A Salvatore Volpe  dobbiamo il disegno dello scudetto regionale “Campania Felix” che portano sulla camicia tutti gli scout di questa regione.

I tre oggetti dello stemma, il Vesuvio, il Mare, la Bussola, conducono subito all’individuazione della Regione che intendono rappresentare. Nello stesso tempo essi sono tre forti simboli, Fuoco, Acqua, Orientamento, che riportano alla semplicità ed all’essenzialità dello scautismo [2].

 


Salvatore Volpe, oltre a seguire il gruppo scout locale, è un attento osservatore dell’evoluzione che l’associazione attraversa in campo nazionale ed internazionale.

Pertanto sin dall’immediato dopoguerra inizia a radunare intono a se vecchi esploratori ormai attempati che, pur sensibili al richiamo scout, non intendono o non possono impegnarsi con le branche giovanili. Tra questi il fratello Gennaro e gli amici Franco Gentili, l’avvocato Gentile, Giorgio Lopez, Enrico ed Enzo Aulitto; con essi, così come sta promuovendo Mario Mazza a livello nazionale, crea una delle prime “Compagnie dei Cavalieri di San Giorgio” attive in Italia. Lo slogan è: “Una volta scout, sempre scout”.

 

Tra il 18 e il 20 giugno del 1954, nella prima Assemblea Generale tenutasi a Roma presso la Domus Pacis, si giunge alla fondazione del MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani). L’Assemblea approva lo Statuto Costitutivo ed elegge Mario Mazza alla presidenza, Carlo Ceschi alla Segreteria e, in rappresentanza delle regioni, dieci consiglieri nazionali tra cui lo stesso Salvatore Volpe [3].

 


L’iniziale Compagnia Pozzuoli 1° ben presto diventa Comunità Pozzuoli 1° e questi Adulti Scout inizialmente si radunano presso la sede del Riparto ASCI e, nel periodo invernale, presso una delle loro abitazioni private; spesso, nello Studio Artistico di Salvatore Volpe dove si realizzano i primi timbri, ancora oggi conservati [4].

 


Dagli archivi del MASCI apprendiamo che Salvatore Volpe partecipa anche alla seconda Assemblea Generale che si tiene a Rapallo i giorni 8 e 9 dicembre del 1956; anche in questa occasione Volpe è eletto Consigliere Nazionale.

 

Dal quindicinale SABATO, periodico locale di Cronaca e Sport, veniamo a sapere che il giorno 8 giugno del 1958 in Piazza della Repubblica a Pozzuoli è inaugurata la sede del Dopolavoro Comunale ENAL. A questa cerimonia sono presenti, tra gli altri, il professore Salvatore Volpe presidente [sic] degli Adulti Scouts.

Dopo il taglio del nastro, da parte di Milena Rinaldi che gentilmente ha fornito questo documento, e la benedizione del parroco Michele Maddaluno, il Commissario della ENAL dichiara che questi locali ospiteranno anche la sede della grande organizzazione degli Adulti Scouts [5].

 


Il numero 41 del bimestrale (Gennaio/Febbraio 1959) Notiziario del Masci, la rivista ufficiale Strade Aperte nascerà solo a fine 1959, riporta un resoconto della terza Assemblea Generale tenuta a Modena dal 6 all’8 dicembre del 1958.

A pagina 8 di questo Notiziario sono riportati i nomi delle 38 Comunità partecipanti alla suddetta Assemblea; tra queste Pozzuoli che, unitamente a Lecce, è unica nel meridione italiano, o sicuramente a sud della capitale. Sono comunque presenti rappresentanti di quattro Compagnie in formazione, tra cui Napoli [6].



Anche in questa terza Assemblea Salvatore Volpe è eletto Consigliere Nazionale.

 

Aggiungiamo un ricordo personale di quando, giovane esploratore negli anni a cavallo del 1960, il capo Riparto ci conduce in un locale ricavato nella Cripta della chiesa di San Raffaele dove incontriamo Salvatore Volpe e qualche altro Adulto Scout. Essi raccontano, a noi giovani esploratori, le loro esperienze pioneristiche e, purtroppo, di guerra.

Probabile che questa Cripta, che in seguito ospiterà una Associazione Cattolica Giovanile, sia stata l’ultima sede della primitiva Comunità MASCI Pozzuoli 1° [7].

 


Dal 6 all’8 gennaio del 1961 Salvatore Volpe partecipa a Roma alla IV, e sua ultima, Assemblea Generale; di seguito un estratto dall’elenco dei consiglieri nazionali dal 1954 in poi e il numero dell’Assemblea in cui sono stati eletti [8].


 
Nella quarta Assemblea di Roma l’unico campano eletto in Consiglio Nazionale è Elia Clarizia, un medico di Cava dei Tirreni, che per l’ASCI è anche responsabile del Commissariato della Regione Scout Salernitana-Lucana (prima che la provincia di Salerno venga riaggregata al Commissariato Regionale della Campania e la Lucania diventi un Commissariato Regionale Autonomo).

Bisognerà attendere l'ottava Assemblea Generale di Salerno del 1968 per avere Ugo Caramanno eletto consigliere tra gli Adulti Scout per la nostra regione e poi il 1972 per vedere l’indimenticato Antonio Longo di Portici eletto nella decima Assemblea Generale di Perugia;  Tonino Longo sarà rieletto, senza soluzione di continuità, fino alla sedicesima Assemblea del 1984 a Roma [9].

 


Intanto la crisi Bradisismica del 1970 porta alla diaspora cittadina e alla cessazione delle attività scoutistiche puteolane, sia giovanili che adulte.

Non volendo abbandonare il suo stile di vita Salvatore Volpe, unitamente a qualche superstite ragazzo del 1928, si censisce nella costituita Comunità MASCI Napoli 1° che accoglie vecchi e nuovi scout del capoluogo e della provincia.

 

A noi piace ricordarlo negli ultimi anni di vita quando, ancora ASCI e ben prima della nascita dell’AGESCI, riesce ad unire attorno a se Lupetti, Esploratori, Rovers e le prime Girls Scouts che, anticipando i tempi, testardamente son volute entrare a far parte della Grande Famiglia Scout Puteolana [10].

 


Oggi il Gruppo AGESCI Pozzuoli 1°, fondato nel 1990, in memoria di Salvatore Volpe si onora di portare il suo nome.

Nel 1993 (per opera di Nicola Ricciardi, Salvatore Manfuso, del parroco Fernando Carannante e di chi scrive) rinasce anche la nuova Comunità MASCI Pozzuoli 1°.

Ma questa è tutta un'altra storia.

 


Giuseppe Peluso e gli Adulti Scout di Pozzuoli – febbraio 2025


mercoledì 20 novembre 2024

La Piscina sulla Caracciolo Puteolana

 



La Rari Nantes Puteoli e la piscina sulla “Caracciolo”

 

Solo pochi anziani possono ricordare una lignea e imponente struttura marina che ogni estate, nel corso degli anni cinquanta, prende forma nello specchio d’acqua antistante il Serapeo [1].


 

 All’approssimarsi dell’autunno è smontata per essere poi ricostruita agli inizi della bella stagione.

Essa, pur ricordando i maestosi lidi su palafitte tipici della Belle Epoque, non è uno stabilimento balneare ma un campo di gara.

Una piscina naturale, realizzata direttamente in mare, delimitata su tre lati da pali in parte conficcati nel fondo sabbioso e in parte tra loro intrecciati in modo da essere in grado di sostenere passerelle e gradinate.

Dal largo marciapiede dello spettacolare lungomare di via Roma (la Caracciolo puteolana) si diramano in parallelo due passerelle su palafitte lunghe circa cinquanta metri e tra loro distanti la metà [2].


 

Dopo una quindicina di metri dalla riva le due passerelle sono congiunte a mezzo di una larga pedana su cui è realizzata una capiente gradinata con più ordini di posti a sedere [3].


 

In fondo, verso il mare aperto, la congiunzione tra le due passerelle è costituita solo da una cima munita, di tanto in tanto, di sugheri colorati con funzioni di galleggianti.

Tra questa cima e la pedana principale, dove sono i blocchi di partenza, corrono delle corde galleggianti che servono a delimitare le corsie di gara.

In pratica lo specchio d’acqua racchiuso tra passerelle, pedana e cime viene a costituire una piscina di venticinque metri adatta a competizioni di nuoto ed a partite di pallanuoto [4].


 

Gli spettatori assistono stando seduti sulla gradinata, che ha anche la funzione di non permettere la vista del campo ai non paganti che sostano sul largo e vicino lungomare.

Giocatori e staff delle squadre occupano le passerelle laterali all’inizio delle quali sono stati ricavati, rispettivamente, due camerini del tutto identici alle contemporanee cabine balneari [5].


 

Come scrive lo storico ed amico Gennaro Gaudino, nel suo volume “Lo Sport a Pozzuoli – Storia e Leggenda”, e come riporta un articolo scritto il 9 giugno 1957 da Salvatore Ponzo, sul quindicinale puteolano “Sabato Sport” gentilmente offertomi da Milena Rinaldi, nel 1954 rinasce a Pozzuoli la “Rari Nantes Puteoli”. Già prima della guerra è esistita a Pozzuoli una polisportiva di nuoto con lo stesso nome e tutti la ricordano perché gettava “terrore” sugli avversari, dovunque si presentasse con la sua squadra.

La nuova Rari Nantes (dal latino “nuotatori rari” – eccelsi) è fondata dal dottor Giovanni De Silva in quel momento Commissario Prefettizio al Comune di Pozzuoli e notissimo negli ambienti marinari perché provetto nuotatore.

De Silva è coadiuvato dai fratelli Mario e Giuseppe Moretti, che attirano la gaia e baldanzosa gioventù di Pozzuoli, nonché dal professore Guillaro.

La sede della società è posta nel centro storico cittadino, ad angolo tra corso Vittorio Emanuele e piazza delle Repubblica (di fronte la Cassa Armonica); qui, ben presto, si raccolgono appassionati vecchi e nuovi di questo sport [6].

 


Nel contempo il dott. De Silva fa costruire anche la piscina all’aperto, che sorge sul Lungomare di via Roma, in modo che la squadra cittadina possa allenarsi e disputare i tornei cui si è iscritta.

La struttura è inaugurata con una riunione, oggi diremmo un meeting, che vede impegnati i migliori atleti del nuoto italiano.

Tra questi Alfonso (Fofò) Buonocore e Carlo Pedersoli, amici e rivali, entrambi campioni di nuoto e pallanuoto.

I fratelli napoletani, seppure di padre tedesco e madre rumena, Federico (detto Fritz) e Costantino (detto Bubi) Dennerlein, anch’essi campioni sia di nuoto che di pallanuoto.

Il romano Lucio Ceccarini e il fiorentino Carlo Peretti, entrambi pallanuotisti di squadre romane e della nazionale, il settebello bronzo alle Olimpiade di Helsinki.

Il nuotatore Silvio Mangano, che ottantenne risulterà ancora vincitore senior in varie discipline, e sarà padre, nonno e bisnonno di grandi campioni sia di nuoto che di pallanuoto [7].



Carlo Pedersoli, una volta lasciato il nuoto, farà l’attore e sarà meglio conosciuto col nome d’arte di Bud Spencer.

Fritz Dennerlein sarà mio maestro di nuoto quando la Scuola Media “Leopardi” di Bagnoli nel 1961, unificando le due ore settimanali di Educazione Fisica, partecipa allo sperimentale corso di nuoto scaturito dalla collaborazione tra Provveditorato agli Studi di Napoli, C.O.N.I. e Federazione Italiana Nuoto (FIN).

Questi campioni, alla presenza di Eugenio “Gegè” De Luca (presidente regionale “FIN” e proprietario della Solfatara), riescono ad infondere, negli atleti locali, tanto vigore ed amore per il nuoto che la “Rari Nantes Puteoli” diventa ben presto importante punto di riferimento degli sport acquatici e della vita sociale e mondana di Pozzuoli.

 

Fiore all’occhiello del circolo resta la sua squadra di pallanuoto che nel campionato di serie “C” del 1954/1955 si classifica al quinto posto e nel 1955/1956 al quarto posto su oltre centocinquanta società di tutta Italia.

La squadra, tra il 1954 e 1957, è formata da La Mura, Salvatore Lucignano, Mario Moretti, Bruno Curcio, Paolo Iodice (che ceduto alla Canottieri Napoli giocherà in serie “A”), Nino Elia, Nino Tommasone, Renato Di Giulio, Mario D’Oriano, Gino Colamonico, Franco Solindo, Eduardo Napoletano, Marco D’Ancicco, Antonio Altieri.

Il dott. Da Silva, che nel frattempo ha lasciato l’incarico di Commissario Prefettizio, resta a Pozzuoli come presidente della Società.

Ad allenare la squadra è chiamato Enzo Fusco, il “professore”, che sarà poi allenatore federale e della “Canottieri Napoli”.

Nel 1955 si partecipa ai campionati italiani nuoto di Genova dove Federico De Salsi si classifica settimo nei 50 metri stile libero ragazzi. Nello stesso anno Federico supera le batterie ed è ammesso alle finali della “Coppa Scarione” [8].



Nel contempo la “Rari Nantes Puteoli” organizza la traversata del Golfo di Pozzuoli che è vinta da Silvio Mangano; Eduardo Napoletano “aborda” i titoli regionali di 400 e 800 s.l. allievi ed altro affiliato quello dei 100 rana ragazzi.

 

Nel 1956 dalla leva scolastica sono ammessi 142 atleti, ma solo 43 saranno brevettati; in media la “Rari Nantes Puteoli” annoterà una media di 70/90 tesserati per tutti gli anni della sua esistenza.

La traversata del Golfo Puteolano del ’56 è vinta da Fritz Dennerlein; tre giovani atleti partecipano alle semifinali della Coppa Scarione e, nello stesso anno, Bruno Curcio e Gennaro De Simone si segnalano alla riunione collegiale [9].


 

Nelle classifiche dei migliori tempi italiani Marco D’Ancicco è diciottesimo nei 100 dorso con il tempo di 1’ e 19’’, Eduardo Napoletano quarto nei 400 s.l. con il tempo di 5’ e 25’’, Gennaro De Simone diciannovesimo nei 50 “farfalla” ragazzi. Buoni tempi registrano pure Nino Tommasone e Gino Colamonico per  i “farfalla” nonché Bruno Curcio e Renato Di Giulio per i “ranisti”.

Col concorso dell’Ente Turismo Procida  si organizza la traversata del Canale tra l’isola e il suo vecchio casale di terraferma; la gara vede Solingo vincere davanti ad un allievo di Alfredo Camarero, l’argentino vincitore della Capri-Napoli.

 

Una menzione di merito è da fare alle ragazze della “Puteoli”; la loro squadra di pallanuoto arriva a disputare la serie “B” nell’anno 1957/1958.

Per quanto riguarda il nuoto Aurelia Cottone raggiunge la finale della “Coppa Scarione” e la sorella Silvana Cottone si classifica seconda nel gran premio “Stella del Mare”.

Due preparatissime ragazze che diventano il punto di riferimento dello squadrone femminile delle “ondine puteolane”.

 

La novità assoluta è costituita dai tuffi che dal 1957 saranno praticati a Pozzuoli per la prima volta; come allenatore è chiamato Antonio Ferrara, tecnico della Nazionale Italiana, e gli allenamenti si svolgono presso i trampolini del “Lido Augusto” di Arco Felice [10] .

 


Ogni anno, nel mese di giugno, iniziano le leve scolastiche [11 vedi diploma di Federico De Salsi] e gli ammessi possono conseguire i brevetti dopo regolari corsi di nuoto che si svolgono nella piscina della nostra “Caracciolo”; così come ricorda Giuseppe Limongelli che si allena nei 50 metri stile libero, prima di abbandonare.


 

Avvincenti sono pure le amatoriali gare di nuoto cui partecipano puteolani che con il mare hanno un rapporto millenario.

L’amico Mimmo Palumbo m’ha ricordato una coinvolgente rivalità tra due nuotatori, entrambi del Rione Terra; Lucignano Salvatore abitante in via Pesterola e Pisano Vincenzo abitante in via San Procolo.

Gli spettatori, gremiti sugli spalti e sulle barche che circondano la struttura, fanno un tifo pazzesco chi per l’uno e chi per l’altro beniamino.

Il Pisano, figlio di una bidella della Scuola Armando Diaz, pur essendo palesemente più forte e dotato del suo principale avversario, per mancanza di concentrazione non riesce ad esprimere tutto il suo valore e riceverà la medaglia d’argento per il secondo posto conquistato.

Il Lucignano vince la gara e la medaglia d’oro nel mentre sono vistosamente distaccati tutti gli altri concorrenti.

 

L'amico Aurelio Paolini ricorda che questa piscina diventa il campo di gara ed allenamento anche della "Water Pool Puteoli"; altra squadra di pallanuoto diretta da Mario Moretti; inoltre Giuseppe Lombardi ricorda che le sue gare, nei 50 metri “delfino”, insieme al fortissimo nuotatore puteolano Gennaro Migliaccio.

 

Per anni gli spettatori puteolani accorreranno numerosi in questa inusuale e speciale struttura per incoraggiare i loro amici nuotatori e inneggiare alle squadre cittadine di pallanuoto.

 

 

GIUSEPPE PELUSO – riedizione di gennaio 2025