lunedì 14 marzo 2016

Per chi suona la campana


Per chi suona la campana
La campana suona a Pozzuoli per Irving Goff

L'indomani dell'8 settembre 1943 Raimondo Craveri, il principe Filippo Caracciolo, Pasquale Schiano e pochi altri tra i quali il giovane puteolano Luigi D’Alfonso, con l'avallo morale di Benedetto Croce, lanciano l'idea di una formazione di volontari che, quale braccio armato del Partito d’Azione, dovrebbe prender parte alla guerra per la liberazione dell'Italia soggiogata dai nazisti. Questa formazione designata “CVI” (Corpo Volontari Italia) deve essere posta agli ordini del vecchio generale Giuseppe Pavone, già comandante di una formazione di arditi durante la Grande Guerra.
L'iniziativa fallisce ben presto sia per l'ostilità del re e di Badoglio, sospettosi dello spirito repubblicano animante la maggior parte dei volontari pronti ad arruolarsi e quasi tutti provenienti dal Partito d’Azione [1], sia per il mancato appoggio inglese dovuto al desiderio di Churchill di non consentire che degli italiani, tendenzialmente repubblicani, acquistino troppi meriti.

Craveri non si rassegna e unitamente all’agente segreto statunitense Peter Tompkins [2], ex giornalista, propone agli americani, gli unici rimasti favorevoli all’offerta, la creazione di un servizio di contatti ed aiuti ai partigiani dell'Italia settentrionale.


Secondo Raimondo Craveri il gruppo degli italo-americani, che costituisce l’ossatura dell’OSS (Office Strategic Service – Il servizio segreto predecessore della “CIA”), è il più svelto a capire che bisogna servirsi di patrioti italiani, in contatto con forze politiche italiane antifasciste, per avere notizie e successo. Pertanto nel novembre 1943, sempre a Napoli, viene data vita all’”ORI” (Organizzazione Resistenza Italiana) progettata come diramazione della “OSS” americana da cui dipende. Questa nuova organizzazione è composta da un gruppo iniziale d’oltre trenta volontari, praticamente gli stessi già pronti a far parte del liquidato “CVI”, che si riuniscono presso la “Pensione Sorriso” al Vomero.
L’ORI diventa così il servizio italiano di informazioni, sabotaggio e guerriglia ideato e organizzato dal piemontese Raimondo Craveri, nome di battaglia “Mondo”.
Craveri è uno storico, antifascista e genero di Benedetto Croce perché ne ha sposato la figlia Elena; inoltre è tra i fondatori del Partito d’Azione come Pasquale Schiano. A questo ultimo i servizi segreti italo americani debbono la segnalazione del tranquillo e seminascosto complesso residenziale di Villa Raja, attuale Parco Augusto ad Arco Felice, che secondo alcune fonti appartenne negli anni venti al cantante Enrico Caruso [3], dove ben presto si trasferiscono sia l’ORI che la “OSS”.


L’intero territorio è requisito e subito trasformato in un centro di addestramento per le operazioni di spionaggio e sabotaggio. Il parco, tre ville principali più dépendance, viene recintato con un cordone di sicurezza e sorvegliato da un piccolo presidio di soldati americani. Questo presidio ed i relativi movimenti non destano eccessiva curiosità poiché tra il parco ed il confinante e celebre stabilimento balneare “Lido Raja” sono ancora in attività le postazioni della 1° e della 2° batteria da 90/53 appartenute al 74° Gruppo Contraerei del Regio Esercito. Inoltre l’ingresso del Parco, sulla provinciale via Miliscola, è protetto da una doppia barriera, costruita in precedenza quale “Posto di Blocco Costiero”, ed opportunamente non ancora smantellata [4].


Villa Raja è trasformata in una scuola di addestramento ed al suo interno si istruiscono gli agenti dell’ORI e dell’OSS con lezioni di sabotaggio, di guerriglia e di operazioni paramilitari; uso delle armi, degli esplosivi, trasmissioni radio e decrittazione di messaggi in codice.
La mensa è comune per italiani ed americani, per soldati e per ufficiali; l’istruzione si svolge sempre con lo stesso schema; al mattino lezioni teoriche e pratiche, al pomeriggio esercitazioni di sabotaggio e marce di orientamento. Esercitazioni più complesse sono effettuate a Campiglione, alla base e sulle pendici del montuoso gruppo del Gauro; attuale Carney Park al servizio della NATO. Altro campo di addestramento, già destinato al primitivo “CVI”, è ubicato a Torre Caracciolo sui Camaldoli; che molti agenti definiscono come un lugubre castello spazzato dal vento.
Gran parte degli operatori seguono la seconda parte dei corsi ad Ostuni, a San Vito dei Normanni ed altre località della Puglia; i corsi di paracadutismo sono tenuti ad Algeri (Clubs des Pins) con lanci nell'aeroporto di Blida.

A occuparsi dell’addestramento sono destinati due tenenti, veterani sbarcati a Salerno con l’OSS della Quinta Armata. Vincent Lossowski di origine polacca e Irving Goff [5] 

di origine ucraina, da tutti chiamati confidenzialmente Ski e Goff. Hanno combattuto contro Franco nella guerra civile spagnola e, sebbene si sia a conoscenza dei loro precedenti comunisti, il generale Donovan, capo dell’OSS, ha piena fiducia di loro. I due sono tranquilli, affidabili ed efficienti ed a Pozzuoli addestrano professionalmente le reclute nei tempi stabiliti; ben presto si dispone di trentasei volontari bene addestrati.

Irving Goff figlio di ebrei emigrati da Odessa nel 1900 cresce nelle strade di Brooklyn e Long Island. Atletico e muscoloso, è definito l’Adone di Coney Island, la famosa spiaggia di New York. A lungo lavora come acrobata e ballerino prima di iscriversi al Partito Comunista Americano.
Nel 1937 Goff arriva in Spagna dove si unisce alle brigate internazionali che da tutto il modo sono venute a combattere i nazionalisti di Franco. Come autista si aggrega ai volontari americani che formano la Brigata Lincoln, i cosiddetti “Lincolns” (Veterans of Abraham Lincoln Brigade) [6].

A fine anno si offre per missioni pericolose dietro le linee nemiche e diventa pratico di esplosivi, sotto la guida di un russo, nel far saltare ponti e strade.
Goff prende parte alla battaglia di Teruel e nel maggio del 1938 ad una operazione anfibia a Carchuna dove nell’omonimo carcere fortezza riesce a liberare 300 partigiani che vi sono detenuti.
Il suo capolavoro è la distruzione del ponte di Albarracin; azione dalla quale Ernest Hemingway [7] trae il personaggio e la trama del suo romanzo: ”Per chi suona la campana”.

Nell’ottobre del 1938 il governo repubblicano spagnolo, vista prossima la fine e la vittoria dei nazionalisti, appoggiati da Italia e Germania, decide il ritiro dei volontari delle Brigate Internazionali ed il loro ritorno ai rispettivi paesi di provenienza. I reduci della Brigata Lincoln al loro arrivo al porto di New York trovano ad attenderli “più poliziotti che sostenitori”. I doganieri ritirano loro i passaporti per violazione della legge sulla neutralità e gli agenti della FBI li sottopongono a pressanti interrogatori.
Goff continua la sua campagna antifranchista e tutti i “Lincolns” debbono affrontare violente polemiche interne per gli sviluppi della situazione internazionale specialmente in occasione della firma del Patto di Alleanza, e conseguente aggressione alla Polonia, di Germania e Unione Sovietica.
I “Lincolns” di etnia ebrea, in maggioranza comunisti e filosovietici, denunciano la persecuzione dei loro correligionari in Europa da parte dei nazisti, ma i trotzkisti denunciano Stalin responsabile, ai loro occhi, delle atrocità compiute in Spagna nei confronti dei loro compagni e di quanti non sono allineati alle tesi del Partito Comunista.

Un altro fatto che viene a turbare l’atmosfera attorno ai “Lincolns” è il contenzioso che nasce tra l’associazione dei veterani ed Hernest Hemingway che è stato molto vicino ai volontari americani e che più volte li ha visitati nel corso dei suoi tre viaggi in Spagna, durante la guerra civile.
I suoi detrattori sostengono che queste visite erano motivate dal fatto che la cucina del battaglione era migliore di quella degli hotel spagnoli.
Il motivo del contendere è proprio il romanzo “For Whom the Bell Tolls” (Per chi suona la campana) ed il film che ne deriva, interpretato da Gary Cooper ed Ingrid Bergman [8].

Il romanzo è criticato anzitutto perché non fa riferimento alla intera brigata ma ad un singolo americano che nel romanzo si chiama Robert Jordan. Questo personaggio si ispira proprio a Irving Goff e lo raffigura come comandante di un reparto di guerriglieri che opera dietro le linee nemiche, sabotando ferrovie e ponti, liberando prigionieri, eliminando o catturando alti ufficiali nemici.
Per Hemingway l’americano Robert Jordan è un eroe romantico venuto a combattere in Spagna per puro idealismo e che si assoggetta alla disciplina comunista solo perché il fine di tutto è vincere.
Hemingway descrive la leadership comunista della repubblica spagnola come brutale, dura e opportunistica. I “Lincolns” lo accusano anche di aver raccontato con morbosità le atrocità di parte repubblicana e di aver descritto come un pazzo assetato di sangue André Marty, l’organizzatore delle Brigate Internazionali.
Goff letto il romanzo si arrabbia molto criticando l’ignoranza dello scrittore in operazioni di guerriglia e sorridendo aggiunge: "Non ho mai visto Ingrid Bergman in tutto il tempo che ero in guerra. Se l’avessi vista sarei ancora lì.”

Nel 1941 Irving è avvicinato da Milton Wolff, suo ex comandante in Spagna, che gli propone di entrare nei primi reparti dell’OSS di William Donovan.
Goff estende l’invito ad altri reduci tra cui William Aalto, Milton Felsen, Mike Jimenez, Vince Lossowski e Alfred Tanz. Con l’inizio della battaglia d’Italia tutti questi “Lincolns” sono trasferiti a Napoli ed alcuni di loro a Pozzuoli dove Goff è posto a capo della Compagnia “D”. Questa compagnia “D” chiamata scherzosamente “chain Goff” o “communist desk” inizia ad istruire agenti che poi sono paracadutati nell’Italia del Centro-Nord da dove trasmettono utili informazioni al comando americano; in particolare su dislocazione, consistenza e movimenti delle truppe tedesche.
L’addestramento a Pozzuoli è molto intenso, dalle 6 del mattino a notte inoltrata quando le reclute debbono sottostare a marce forzate per imparare a orientarsi nell’oscurità. In breve tempo debbono abituarsi ad usare ogni tipo di arma, alleata o nemica, comprese mine, esplosivi, detonatori e micce, con cui debbono far saltare in aria ponti e fortificazioni. Apprendono come affrontare il nemico e ucciderlo anche se disarmati; come resistere agli interrogatori e come interrogare; come riconoscere un punto geografico con l’ausilio di mappe e bussole; come riconoscere le uniformi dei nemici, i gradi e le unità di appartenenza.
Grazie al credito che può vantare, come riconosciuto valoroso combattente nelle file repubblicane in Spagna, Goff entra facilmente in contattato con il Partito Comunista Italiano con cui concorda l’Operazione Appomatox che, in cambio della segnalazione di nominativi da istruire e mandare al Nord dietro le linee nemiche, prevede per i comunisti la possibilità di usare la rete “OSS” per trasmettere messaggi alle formazioni partigiane.
Questo rapporto privilegiato mette in allarme i servizi di sicurezza dell’esercito americano che, ignorando di proposito gli accordi intercorsi ed approvati a suo tempo, mette sotto inchiesta gli ex “Lincolns” e ne richiede il rimpatrio. Donovan tenta in tutti i modi di difendere i suoi giurando sulla loro lealtà, comprendendo che la questione non è politica ma piuttosto un regolamento di conti con servizi che egli con la sua iniziativa ha scavalcato e superato.
Tutto è inutile, la pregiudiziale comunista ha il sopravvento ed i “Lincolns” sono rimpatriati e poi congedati nel luglio 1945.

La riconoscenza nei confronti dei i “Lincolns” va scemando e nel 1947 sono catalogati dal Dipartimento degli Interni tra le organizzazioni di dubbia lealtà verso la nazione. In America siamo in pieno “maccartismo”, un clima di sospetto generalizzato e determinato da un anticomunismo ottuso e controproducente.
Comunque Irving Goff continua la sua personale battaglia e dirige la sezione del partito comunista a New Orleans favorendo e spronando i neri ad andare a votare.
Muore nel 1989 a Los Angeles ed è sepolto all’Arlington National Cemetery.

L’avventurosa vita di Irving Goff, compreso il periodo trascorso a Pozzuoli, ben personifica il concetto espresso da John Donne, nel famoso sermone del 1631, da cui ha origine il titolo del romanzo e del film, secondo il quale nessun uomo può considerarsi indipendente dal resto dell'umanità.

"...And therefore never send to know for whom the bell tolls.
It tolls for thee".

Il verbo "to toll" indica in particolare il suonare a lutto, per una morte.

"E allora non chiedere mai per chi suoni la campana.
Essa suona per te".


Giuseppe Peluso
  
BIBLIOGRAFIA
Pietro Ramella – La travagliata vicenda dei Lincolns
Wikipedia – Notizie su Irving Goff
Ennio Tassinari – L’O.R.I. – Racconti e protagonisti
Carla Giacomazzi – Un eccidio a Bolzano

Giuseppe Peluso – Agenti segreti e partigiani nella puteolana Villa Raja