lunedì 6 gennaio 2014

Re Umberto a Pozzuoli








Re Umberto I
I suoi contatti con Pozzuoli 

Umberto I (Umberto Rainerio Carlo Emanuele Giovanni Maria Ferdinando Eugenio di Savoia) nasce a Torino il 14 marzo 1844 da Vittorio Emanuele II, ancora re di Sardegna ma futuro primo re d'Italia, e da Maria Adelaide d’Asburgo - Lorena.
Il 22 aprile 1868 sposa l’ancor diciassettenne cugina Margherita di Savoia - Genova e la reale coppia si stabilisce a Napoli. La scelta della città partenopea non è casuale ma ben progettata a fini propagandistici, principalmente per riavvicinare i Savoia alle popolazioni meridionali ancora nostalgiche dei Borbone. In questo modo, ed alternativamente, i principi ereditari risiederanno una generazione a Napoli, dove nascerà un erede che riceverà l’investitura quale “Principe di Napoli”, e una generazione a Torino, dove i nascituri eredi saranno investiti del titolo di “Principe di Piemonte”.
Ben presto Margherita resta incinta ed il lieto evento avviene  l'11 novembre 1869; al neonato viene dato il nome Vittorio Emanuele, come il nonno che ora risiede a Firenze, momentanea capitale del Regno d’Italia.
Alla morte del re Vittorio Emanuele II,  il 9 gennaio 1878, il figlio gli succede sul trono col nome di Umberto I e Margherita diventa la prima regina d’Italia. Il regno di Umberto è contrassegnato da diversi eventi, che producono opinioni e sentimenti opposti; il monarca viene ricordato positivamente per alcuni interventi umanitari e per il suo atteggiamento risolutivo dimostrato nel fronteggiare varie sciagure. Fra queste l'epidemia di colera a Napoli del 1884 dove si prodiga personalmente nei soccorsi e perciò soprannominato "Re Buono". Ma da altri è aspramente avversato per l’indiretto coinvolgimento nello scandalo della Banca Romana e per il suo duro conservatorismo. Inoltre per l’avallo dato alle repressioni dei moti popolari del 1898 è spesso soprannominato “Re Mitraglia”.
Nel risiedere a Napoli, da principe ereditario, spesso si reca nei Campi Flegrei per diletto o per guidare illustri ospiti alla riscoperta delle meraviglie del passato. Nel suo decennio napoletano sono comuni le sue comparse a Pozzuoli e le cronache dell’epoca riferiscono che abbia lasciato anche un “erede” non ufficiale ad una nostra illustre concittadina.
Il 19 agosto 1889, giusto due mesi dopo la storica trovata del pizzaiolo Brandi che in onore della regina Margherita crea la famosa pizza, avviene la prima visita a Pozzuoli di Umberto I nelle vesti ufficiali di “Re d’Italia”.
Il Re ed il Principe di Napoli, non ancora ventenne, sono a Napoli a bordo del Savoia. E’ questo il panfilo reale costruito nei cantieri navali di Castellammare di Stabia su progetto dell'Ing. Carlo Vigna, iscritto nei quadri del Naviglio Reale e classificato incrociatore ausiliario di 2° classe. Per 14 anni è usato come nave di rappresentanza dalla famiglia Reale. L'8 settembre 1892, per i festeggiamenti del IV centenario della scoperta dell'America porta il Re Umberto e la Regina Margherita a Genova. Nel 1895 al comando del Principe Tommaso di Savoia, Duca di Genova, rappresenta l'Italia ai festeggiamenti per l'inaugurazione del canale di Kiel. Resta in servizio operativo sino al 1897 per poi essere sostituito dal più grande Trinacria.
I Savoia hanno passato la notte a bordo del panfilo ancorato nel porto di Napoli. Alle ore 08.00 il Re col Principe ereditario, con l'onorevole Ministro Benedetto Brin, il vice ammiraglio Racchia e con altro seguito  partono, a bordo di una torpediniera, per Pozzuoli onde visitare lo stabilimento Armstrong dove sono attesi da altre autorità.
Il Re ed il Principe scendono direttamente al cantiere Armstrong, ornato di bandiere italiane ed inglesi. Li attendono il prefetto della Provincia di Napoli ed il sottoprefetto del Distretto di Pozzuoli, le autorità locali, gli operai ed una grande folla. Gli operai ed il pubblico li acclamano freneticamente all’arrivo ed alla partenza. Il Re ed il Principe visitano minutamente il cantiere assistendo anche a esperimenti di grosse artiglierie ed esprimono al direttore cavaliere Roberto De Luca la loro soddisfazione.
Sua Maestà e Sua Altezza Reale ritornano a Napoli, sempre a mezzo della piccola silurante, alle ore 11.00 e fanno colazione a bordo del Savoia. La partenza del panfilo da Napoli è fissata alle ore 6 pomeridiane.
La seconda visita di Umberto a Pozzuoli avviene quattro anni dopo la prima. Il giorno 18 agosto  1893 ha luogo, nel golfo di Napoli, la rivista navale in onore del Re Umberto e del Principe Enrico di Prussia.
Enrico, nato a Postdam il 14 agosto 1862, è il figlio secondogenito di Federico III e di Vittoria di Sassonia Coburgo Gotha (figlia di Vittoria regina d’Inghilterra). Enrico ha poco da spartire col fratello maggiore, Guglielmo II imperatore di Germania; egli è abbastanza popolare grazie alla sua umiltà, apertura e intelligenza. Ama la vela e la sua vita in marina dove raggiunge il grado di Grandeammiraglio della flotta imperiale (Hochseeflotte); è considerato un ottimo marinaio sia a livello operativo che organizzativo. Altra sua attività preferita e l’ingegneria; suoi sono vari brevetti applicati alla meccanica.
Ma ritorniamo nel golfo di Napoli.
Alle ore 8.30 si ritrovano riunite, alle bocche di Capri, la squadra permanente proveniente da Napoli e la squadra di manovra venuta da Gaeta.
Il tempo è bellissimo e il mare tranquillo e terso. La nave reale “Savoia” giunge sul luogo alle ore 8.45 e gli va incontro il piroscafo “Trinacria” con a bordo il Vice Ammiraglio Bertelli, direttore superiore delle manovre. La nave reale è salutata da ogni altra dalla salva regolamentare di ventuno colpi.
Ad un dato segnale tutte le torpediniere si staccano dal lato delle navi ed avanzano verso il “Savoia” ad una velocità di 12 miglia. Sopravanzata la linea delle grandi navi esse si ordinano in sei file passando davanti al yacht reale, poi tornano indietro dirigendosi parte a Gaeta e parte a Napoli.
Il “Savoia” senza arrestare la sua corsa passa sulla dritta della squadra permanente, a breve distanza seguito dal “Trinacria” e dal trasporto “Atlante”. Al passaggio dello yacht reale le musiche delle navi ammiraglie suonano la marcia reale e l’inno germanico, mentre sopra tutte le navi gli equipaggi schierati rendono gli onori. Percorso tutto il fianco destro della squadra permanente il “Savoia” penetra fra le due squadre parallele che percorre di nuovo in senso inverso. Sopravanzatele si ferma sulla sinistra della squadra di manovra. Allora, con una manovra di contromarcia delle divisioni, le due squadre si costituiscono in linea di fronte, avvicinandosi ad Ischia. Alle 11.00, dietro segnale del “Savoia”, esse si separano. La squadra permanente, invertendo di 180 gradi la propria rotta, dirigendosi a Santa Lucia e quella di manovra dirigendo per Pozzuoli.
La rivista riesce splendida e senza il minimo inconveniente.
Il “Savoia” segue poco dopo la squadra di manovra a Pozzuoli, dove getta l’ancora. Durante la giornata il Re, il principe Enrico di Prussia ed il principe di Napoli visitano la nuova corazzata “Re Umberto” e gli augusti personaggi restano ammiratissimi della splendida nave.
Alla sera vi è a bordo del “Savoia” un pranzo al quale sono invitati il ministro della marina Carlo Alberto Racchia, il Vice Ammiraglio Bertelli, il Vice Ammiraglio Accinni ed i comandanti Palumbo e Giovanni Bettolo (capitano di vascello comandante della corazzata “Re Umberto”).
Durante il pranzo i discorsi volgono esclusivamente sopra cose marinaresche e il principe Enrico riconosce all’Italia uno dei primi posti nei progressi della marineria da guerra. In fin di pranzo il principe Enrico, col segno del bicchiere, beve alla salute del comandante del “Re Umberto” e degli ufficiali italiani; il comandante Bettolo (anche onorevole perché deputato dal 1890) risponde col segno del bicchiere.
La sera del 18 c’è a bordo del “Savoia” un luttuoso incidente. Uno dei cuochi della cucina reale, certo Giovanni Villa, trovandosi esposto in cucina per molto tempo ad una forte temperatura e non potendone più, sale in coperta per bere un bicchiere di acqua gelata. Subitamente è colpito da una sincope e deve essere condotto all’ospedale “San Pasquale” di Pozzuoli dove muore poco dopo.
La cronaca giornalistica riporta il detto nome per l’ospedale. Trattasi dell’antica dimora del viceré Toledo rimasta in stato di abbandono fino al 1872 quando, su progetto dell'architetto Ernesto Villari, vede l’aggiunta di altri due piani  e la trasformazione in nosocomio.
Il Re manda più volte a chiedere conto all’ospedale dello stato dell’infelice, poi, saputone la morte, dà ordine alle autorità di Pozzuoli che i funerali del Villa siano fatti a spese della Real Casa.
La mattina del 19 giungono nel porto di Pozzuoli anche le navi della squadra permanente e le squadriglie di torpediniere. Alle 9.30 il Re ed i principi scendono dal “Savoia” e si recano a bordo della corazzata “Duilio” che, dopo aver issato lo stendardo reale, prende il largo verso Capri dove fa vari esercizi di tiro a bersaglio con le artiglierie a caricamento rapido.
Poco dopo tutte le altre navi delle squadre partono da Pozzuoli per prendere parte, nelle acque di Gaeta, a simulacri di investimento fra la squadra permanente e la squadra di manovra.
La sera il Re dà sul “Savoia” un nuovo pranzo al quale sono invitati il prefetto di Napoli, senatore Carmine Senise; il regio Commissario di Pozzuoli, cav. D’Ayala; il sottoprefetto, Lorenzo Barbone; gli ammiragli e tutti i comandanti delle navi. Durante la cena, complice una intrigante serata piena di stelle, la popolazione puteolana improvvisa una dimostrazione di affetto per salutare lui, il Re; non solo il simbolo dell’unificazione nazionale ma anche l’angelo consolatore, il cavalier cortese, il discendente valoroso della stirpe dei forti Sabaudi. I manifestanti lo acclamano con decine e decine di barchette, fantasticamente illuminate da lampioncini e lumi di bengala, che circondano il “Savoia”. Sua Maestà ed i principi si sporgono a ringraziare dall’alto della nave. Della dimostrazione fa parte anche il cav. Ambrogio Capomazza, consigliere provinciale e cittadino fra i più notevoli di Pozzuoli. Per desiderio del Re egli è fatto salire sul “Savoia” ed a lui S.M. rivolge parole calde di affetto per la città. Il Re incarica poi il cav. Capomazza di ringraziare tutti e specialmente la “Società Operaia” per la affettuosa dimostrazione.
Alle 9.30 di sera il “Savoia” esce dal porto di Pozzuoli, diretto alla Maddalena, salutato al passaggio, come al solito, dalle salve delle navi. Le due squadre si separano, la permanente ritorna a Santa Lucia e quella di manovra a Gaeta. Come è noto il 29 luglio del 1900 Umberto è assassinato, a Monza, dall’anarchico Gaetano Bresci; sul trono subentra il figlio ora Vittorio Emanuele III.
L’anno seguente c’è, presso lo stabilimento Armstrong di Pozzuoli, l'inaugurazione di un monumento eretto per attestato di gratitudine e di devozione alla memoria Umberto I. Parlano applauditissimi tre operai, tra i quali il piallatore Ruggero Caputo che recita un discorso patriottico. Col prodotto di una loro sottoscrizione hanno affidato l'esecuzione del monumento allo scultore napoletano Salvatore De Simone che con arte fine ha modellato un rassomigliantissimo busto, gittato in bronzo, e poi innestato sopra snello ed elegante piedistallo di granito di Baveno. Nella parte anteriore del piedistallo lo scultore ha aggiunto la seguente iscrizione, semplice e bella, dettata dalla Direzione dello Stabilimento:
“A UMBERTO I - Re buono leale benefico - Ucciso da mano sacrilega - La direzione gl'impiegati - Gli operai di questo stabilimento - Con unanime spontaneo concorso - Eressero  MDCCCCI”
Sul retro:
“Questo Stabilimento - Sorse nell’anno 1887 - Decimo del Regno di Umberto I - E fu da Lui Visitato - Il 19 agosto 1889”
L'inaugurazione si fa il 25 maggio 1901 con grande solennità degli operai, i quali, nel porre il mesto ricordo, sono confortati di avere sempre vicine le sembianze del Re vero Padre del Popolo.
BIBLIOGRAFIA

AA.VV – Italia Marinara – Numeri vari

Ernesto Marchese – Per la morte del magnanimo re Umberto I

Gaetano Lombardi – Sofer, dai cannoni alle locomotive


FOTO

1 Umberto I di Savoia

2 Nave reale Savoia

3 Enrico di Prussica

4 Busto presso Armstrong


Giuseppe Peluso – Pozzuoli Magazine del 1 giugno 2013