Nasce a Bagnoli, per
la presenza dell’ILVA, e fuma troppo.
Acquistato da Agnelli
finisce in compagnia della Juventus.
Ma non è quello che state
pensando.
Naturalmente non è nostro intento narrare la
storia di un noto personaggio che sta compiendo lo stesso percorso ma di un
mercantile; ovvero un piroscafo che, con una lunghezza d’oltre 120 metri ed una
stazza superiore a 6.000 tonnellate, possedeva rispettabili dimensioni e ancora
oggi molti napoletani ignorano sia stato costruito presso l’ILVA di Bagnoli.
Nel 1919, causa la strage di mercantili
provocata principalmente da sommergibili tedeschi nel corso dell’appena
terminata Grande Guerra, s’avverte una forte crisi nei trasporti marittimi. I
cantieri navali italiani sono ancora impegnati sia con le costruzioni militari da
completare sia con le riparazioni di tutte quelle unità che necessitano
d’essere ripristinate.
I grandi stabilimenti siderurgici ILVA di
Bagnoli, di Piombino, di Portoferraio, hanno necessità di un costante
rifornimento di materie prime per i loro altiforni; pertanto decidono di
costruire, nei rispettivi cantieri, una serie di piroscafi da carico alla
rinfusa e stabiliscono di battezzarli, a seconda di dove sono costruiti e con
non molta fantasia, BAGNOLI I, BAGNOLI II e BAGNOLI III; oppure PIOMBINO I, PIOMBINO
II, etc.
D’altronde negli stessi anni lungo la costa
flegrea è tutto un fiorire di nuove fabbriche navali, dai grandiosi “Cantieri
ed Officine Meridionali” di Baia voluti dalla compagnia “Navigazione Generale
Italiana” di Genova ai più piccoli “Cantieri Navali ed Officine Meccaniche” di
Arco Felice voluti dalla ereditiera signorina Maria De Sanna e dal finanziere e
armatore Tommaso Astarita.
Anche nel cantiere della De Sanna, nato per
beneficiare dei finanziamenti statali elargiti per lo stato di belligeranza in
corso, le costruzioni di serie sono battezzate ARCO FELICE I, ARCO FELICE II,
etc.
Dopo aver allestito uno scalo sulla linea di costa,
poco prima dell’attuale Città della Scienza provenendo da piazza Bagnoli [1-cartolina
del 1930], nel 1920 le maestranze iniziano la costruzione della prima unità che
è varata nel 1921 e completata nel 1922 [1bis - rara immagine del Bagnoli I in costruzione - foto fornita da Genny Casella].
Il piroscafo che ha una macchina a vapore,
che purtroppo emette troppo fumo attraverso il suo funile, è fornito di una
sola elica che imprime una velocità di 9nodi; disloca 6.168tsl, è lungo
120,19mtr e largo 15,75mtr.
Con il nome di BAGNOLI I entra a far parte
della compagnia “ILVA S.A.” ed iscritto nel compartimento marittimo di Genova.
Ma la grande acciaieria partenopea, come le
altre consorelle italiane, attraversa una profonda crisi che la costringe alla
chiusura dello stabilimento nello stesso anno 1922. Questo nonostante la
fusione con i “Cantieri Armstrong S.A.” di Pozzuoli che stanno subendo, come
tante realtà industriali specialmente nel nostro mezzogiorno, la stessa
mancanza di commesse, dopo essersi ingranditi a dismisura durante la guerra.
La società “ILVA S.A.” blocca la costruzione
dei previsti altri piroscafi ed è costretta a vendere quelli costruiti alla società
“Lloyd Mediterrano” di Genova, una compagnia di navigazione specializzata nei
trasporti di carichi alla rinfusa.
Questa nuova compagnia battezza VALTELLINA [2-foto
Phoca Thumb]
l’ex BAGNOLI I; poi battezza VALSUGANA l’ex PIOMBINO I e VALSESIA l’ex PIOMBINO II.
l’ex BAGNOLI I; poi battezza VALSUGANA l’ex PIOMBINO I e VALSESIA l’ex PIOMBINO II.
Intanto nel 1924 il senatore Giovanni
Agnelli, presidente della FIAT di Torino, fonda la “Società Commerciale di
Navigazione” con sede amministrativa a Torino e sede operativa a Genova.
Lo scopo della nuova compagnia di navigazione
è, oltre quello commerciale e di diversificazione delle attività del grande
gruppo piemontese, quello di sponsorizzare i Motori Marini FIAT Diesel
costruiti a Torino.
Nel 1925 questa nuova compagnia di
navigazione acquista sul mercato sei piroscafi con motrici a vapore con
l’intento di sostituirle con dei diesel FIAT e di ribattezzarli con nuovi nomi
legati a ricordi ed affetti della Famiglia Agnelli:
-
L’ex
BAGNOLI I, poi VALTELLINA della “Lloyd Mediterrano”, a cui nel 1928 è
installato la nuova motrice FIAT ed è ribattezzato CHISONE [3-foto Phoca Thumb];
nome del torrente che attraversa le tenute della Famiglia Agnelli.
-
L’ex
PIOMBINO I, poi VALSUGANA della “Lloyd Mediterrano”, di 6.255tsl costruito
presso l’ILVA di Piombino nel 1920, riceve nuovi motori ed è ribattezzato VILLARPEROSA; la
valle con la quale la famiglia Agnelli ha un legame indissolubile.
-
L’ex
PIOMBINO II, poi VALSESIA della “Lloyd Mediterrano”, di 6.604tsl costruito
presso l’ILVA di Piombino nel 1921; non fa in tempo a ricevere nuovi motori e
nuovo nome poiché il 25 agosto 1926 naufraga presso Treharne Point (Galles).
-
L’ex
ANSALDO VIII [4–foto L’Ora del Pellice], di 5.350tsl costruito nel 1921 a Sestri
Ponente, riceve nuovi motori ed è ribattezzato PELLICE, altro torrente che si
immette nel Chisone prima di confluire nel Po.
-
L’ex
MONTGOMERYSHIRE della “Royal Mail Steam Packet Co.” di Londra, di 6.630tsl
costruito a New Castle nel 1921, riceve nuovi motori ed è ribattezzato RIV [5-foto
Phoca Thumb];
acronimo di “Roberto Incerti & C. Villar Perosa”, azienda metalmeccanica italiana fondata nel 1906 a Villar Perosa da Roberto Incerti, costruttore di biciclette, e da Giovanni Agnelli. L'azienda, fin dall'inizio, si è specializzata nella produzione di cuscinetti a sfera.
acronimo di “Roberto Incerti & C. Villar Perosa”, azienda metalmeccanica italiana fondata nel 1906 a Villar Perosa da Roberto Incerti, costruttore di biciclette, e da Giovanni Agnelli. L'azienda, fin dall'inizio, si è specializzata nella produzione di cuscinetti a sfera.
-
L’ex
VALDIERI del “Lloyd Sabaudo” di Genova, di 4.920tsl costruito a Taranto nel
1920, riceve nuovi motori ed è ribattezzato JUVENTUS; in questo caso credo non
ci sia necessità di spiegare il legame tra questo nome e la Famiglia Agnelli.
Mario Pennacchia, nel suo libro “Gli Agnelli
e la Juventus” scrive: “Tra gli anni venti e trenta l’intera Nazione stravede
per la squadra di Edoardo Agnelli: un fenomeno di esaltazione popolare
congiunge le Alpi alla Sicilia. Un distintivo del club bianconero diventa una
preziosa rarità, un biglietto per la partita dei campioni diventa premio ambito,
Torino, dove gioca la Juventus, è inserita negli itinerari dei viaggi di nozze.
E in mare scende perfino una grande motonave
battezzata Juventus fatta costruire dalla società di navigazione di
proprietà della Famiglia Agnelli”.
Nel corso della seconda guerra mondiale
la CHISONE [6-foto Agenzia Bozzo]
è utilizzata come trasporto truppe e materiali fino all’armistizio dell’otto settembre 1943 quando è catturata dai tedeschi. Il 29 aprile 1944 è affondata a Tolone da un bombardamento aereo alleato ed è recuperata solo nel 1947 quando è restituita ai legittimi proprietari.
è utilizzata come trasporto truppe e materiali fino all’armistizio dell’otto settembre 1943 quando è catturata dai tedeschi. Il 29 aprile 1944 è affondata a Tolone da un bombardamento aereo alleato ed è recuperata solo nel 1947 quando è restituita ai legittimi proprietari.
Da notare che le altre quattro motonavi della
FIAT vanno tutte perdute nel corso della Seconda Guerra Mondiale:
-
La
VILLARPEROSA è catturata a Willington (USA) nel 1941 e rinominata COLIN presta
servizio per la “U.S. Maritime Commission”. E’ affondata il 26 aprile del 1944
dal sommergibile tedesco U 859.
-
La
PELLICE il 10 giugno 1940, giorno della dichiarazione di guerra, si trova a
Newcastle (GB) e tenta di fuggire alla cattura. Il tentativo non riesce e con
il nuovo nome di EMPIRE STATESMAN inizia a servire per conto del britannico “Ministry
of Transport”. L’undici dicembre del 1940, mentre è in navigazione da Pepel per
Middlesbrough, è affondata dal sommergibile tedesco U 94.
-
La
RIV è adibita ai i rifornimenti verso la Libia e il giorno 31 agosto 1941 è affondata
da aerei inglesi a Tripoli; sarà recuperata e demolita dagli stessi inglesi una
volta conquistata questa città.
-
La
juventus è anch’essa adibita ai rifornimenti verso l’Africa Settentrionale e il
giorno 16 gennaio 1941 è silurata da aerei inglesi mentre è in viaggio da
Napoli verso Sfax. E’ portata ad incagliare a 3 miglia da Kuriat dove è
abbandonata e dopo un mese nuovamente silurata questa volta da un sommergibile
britannico.
Il 30 aprile 1947 l’armatrice “Società
Commerciale di Navigazione”, cambia ragione sociale in “Società di
Navigazione Italnavi S.p.A.”, con sede a Genova, e terminati i lavori di
ripristino della CHISONE, tra cui la trasformazione in turbonave, la ribattezza
ITALVALLE.
Nel 1952 l’ex piroscafo bagnolese è ceduto alla “Navigazione
Libera Giuliana S.p.A.” di Venezia che, in omaggio ad una tradizione onomastica
veneto-tridentina, lo battezza CESARE BATTISTI [7-foto Agenzia Bozzo].
Nel 1962 il vecchio “Bagnoli I”, dopo
quaranta anni di tribolate navigazioni, smette di fumare ed è demolito a Vado
Ligure.
Giuseppe Peluso
- Articolo pubblicato sul Notiziario CSTN di Luglio 2019
Giuseppe Peluso
- Articolo pubblicato sul Notiziario CSTN di Luglio 2019
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