Francesca Bertini e Assunta Spina
Si gira nella Pozzuoli del 1915
Primavera del 1915, nel mentre forte soffiano
venti di guerra contro l’Austria Ungheria, Francesca Bertini, la prima diva del
cinema italiano, gira per Pozzuoli esaltandosi nell’interpretazione della
popolana Assunta Spina.
Migliaia i siti e le pubblicazioni che ne lodano
il film, tratto da un romanzo di Salvatore Di Giacomo, ma nessun accenno a che
buona parte della decantata e straordinaria potenza realistica dei luoghi sia
fornita dalla cittadina flegrea.
Mio Nonno raccontava a mio Padre, nato nel
1918, d’aver assistito a Pozzuoli alle riprese del film “Assunta Spina”, conosciuto
anche con il titolo di “Sangue Napolitano”.
Il più celebre lungometraggio del muto
italiano ha la regia di Gustavo Serena e della stessa Bertini, produzione della
“Caesar Film”, poi “Titanus”.
Bella la fotografia con particolare attenzione per
l'illuminazione; esso è un documento notevole sulla vita a Pozzuoli, oltre che
a Napoli, prima della Grande Guerra.
Il film è interpretato dalla più brillante
attrice di questa epopea, Francesca Bertini, figlia adottiva del napoletano
Arturo Vitiello e dell'attrice di prosa fiorentina Adelaide Frataglioni.
L’artista inizia giovanissima a calcare il palcoscenico interpretando commedie
napoletane e successivamente un gran numero di film muti recitando parti
secondarie.
Il successo più clamoroso arriva con questo
film dove indossa i panni della protagonista e interviene con frequenza nella
messa in scena della pellicola. La
Bertini è così esaltata dal fatto di interpretare la parte di
Assunta Spina, che diventa un vulcano di idee, di iniziative, di suggerimenti.
In perfetto dialetto napoletano, organizza, comanda, sposta le comparse, il
punto di vista, l'angolazione della macchina da presa. Se non è convinta di una
certa scena, pretende di rifarla secondo le sue vedute. L’attrice ricorderà che
non era facile recitare in mezzo alle strade di Napoli. Era la prima volta: “Ci
hanno buttato addosso persino dei pomodori, e siamo dovuti scappare”.
Proprio in Assunta Spina Francesca Bertini mette in scena tutto il suo enorme potenziale espressivo, consacrandosi definitivamente come la diva del cinema italiano e non solo.
Nella trama del film Assunta Spina vive con il Padre in
una imprecisata località della baia di Napoli ed è fidanzata con un macellaio
di nome Michele Boccadifuoco. La prima tra le scene ambientate a Pozzuoli riprende la
protagonista che, avvisata dal genitore del prossimo arrivo del fidanzato, esce
da casa; praticamente una porta di servizio del famoso ristorante “Sirena” appartenente
alla Famiglia Mavilio. Nessun dubbio sia sul luogo, la porticina immette in via
Torre attuale via Roma, sia sul locale il cui nome è riportato nella nota insegna pubblicitaria
che si vede solo parzialmente.
La seconda scena ci porta alla stazione
puteolana della ferrovia cumana dove Assunta ed il Padre attendono l’arrivo di
Michele proveniente da Napoli. Il convoglio, trainato da una locomotiva a tre
assi di cui due accoppiati, immatricolata F.N. N.4 (sigla di “Società per le
Ferrovie Napoletane”), sta giungendo sul secondo binario che fino agli anni ‘60
rasentava il muraglione di contenimento della sovrastante via Pergolesi.
Naturalmente nella realtà, allora come oggi, questo binario è quello destinato alle
partenze verso Napoli e non agli arrivi dal capoluogo che invece avvengono sul
primo binario. Le vecchie carrozze a terrazzini, ancora quelle della prima
dotazione ottocentesca, sono affollate di viaggiatori e si nota numeroso
personale viaggiante.
La terza scena riprende i due amanti, tra i
quali si aggira lo spasimante corteggiatore Raffaele, affacciati al belvedere
della discesa di Coroglio da cui si gode una splendida veduta su Nisida e sul
più vicino isolotto del Chiuppino. Entrambi ancora non collegati alla
terraferma ed ancora compresi nel Comune e nel Circondario di Pozzuoli.
Nella quarta scena vediamo i protagonisti
nella villa comunale puteolana, in località “Malva”, sempre seguiti dal
pretendente Raffaele. Sullo sfondo la banchina, barche di pescatori e tra gli
alberi si intravede il pontile e la grande gru dell’Armstrong. Puteolani ignari
passeggiano lungo l’attuale via Roma ed anche in questo il film è da
considerare un precursore del realismo mostrando gente comune nella loro vita
quotidiana.
Con la quinta scena siamo di nuovo alla
stazione della cumana dove Assunta ed il Padre riaccompagnano Michele che
ritorna a Napoli; sempre sullo stesso binario e questa volta quindi nella
giusta direzione. Come nella precedente scena sullo sfondo si intravede via
Follieri, la proprietà Manganella e l’edificio termale dove sarà realizzato il
Cinema Lopez.
Sulla sesta scena, dove Assunta si accomiata
dal Padre ed è poi avvicinata dal sempre più impertinente Raffaele, potrebbero
esserci dei dubbi di precisa individuazione dei luoghi, ma sicuramente siamo in
terra flegrea.
La settima scena è stata la più grande
sorpresa. Siamo al centro di Pozzuoli nel borgo allagato e non ancora innalzato
e sanato. Emozionante vedere la diva Francesca Bertini percorrere i nostri
vicoli impegnando con naturale sicurezza, come tutte le nostre donne, le tavole
che permettono di attraversare il vecchio borgo per raggiungere alloggi,
botteghe e malazè. Sullo sfondo tanti puteolani e molti bambini che divertiti attraversano
e riattraversano la scenografia.
L’ottava scena vede ancora Assunta respingere
con decisione Raffaele che la segue
lungo la banchina puteolana. Una barca rema in parallelo vicino la ripa facendo
il loro stesso percorso. Sulla destra il Monte Barbaro, l’alto capannone
dell’Armstrong per la tempera delle bocche da fuoco, il pontile e la gru del
cantiere, il Monte Nuovo, varie bilancelle da carico o da pesca, naviglio di
maggior tonnellaggio in prossimità del molo caligoliano. Il modo naturale di agire e il fatto che molte scene sono
girate all'esterno in ambienti naturali conferisce una grande autenticità all'opera.
Dopo che Raffaele per vendetta
invia una lettera anonima a Michele questo si precipita nuovamente a Pozzuoli a
casa della fidanzata e poi riappacificati escono per una romantica passeggiata
in barca. Qui la nona scena puteolana
che li vede abbracciati su di una piccola barca a remi che partita
probabilmente dal “valione” raggiunge il largo fra la lanterna e grossi
bastimenti ancorati alla fonda.
Michele decide di portare Assunta a Napoli trovandole
un lavoro in una stireria vicino alla sua macelleria riprendendo, quindi, felici
il loro menage e le romantiche passeggiate. Così ci ritroviamo nella decima
scena puteolana in cui i due protagonisti sono sulla spiaggia di Coroglio con
sullo sfondo Nisida ed in lontananza si distinguono Capo Miseno e l’altura di
Monte di Procida.
Poi…..poi… consiglio di vedere questo film
ritrovato in Brasile e restaurato; seguire il dramma, la passione e la bravura
dell’attrice.
Ho annotato altre scene, sia esterne che
interne, girate probabilmente sempre in questa magnifica “location” che è Pozzuoli,
ma lascio agli amici il piacere di poterle verificare.