domenica 8 maggio 2022

Ricordando Chiarina

 



Per sempre Chiara! 

 

   Ora che non c’è più desidero ricordarla a me stesso, a coloro che hanno percorso un pezzo di strada con Lei ed a tutti quelli che, pur non avendola conosciuta, hanno una mamma volata in cielo.

 

Chiara D’Alessio nasce a Pozzuoli il 9 ottobre del 1944, con l’Italia ancora in guerra ed economicamente disastrata.

Non so nulla della sua infanzia, e poco del suo matrimonio con Nicola Arca; mi è sufficiente sapere che Chiara è stata l’amorevole Mamma di tre ragazzi.

Nicola, sofferente per varie patologie, svolge lavori saltuari e avventizi e l’unica sicurezza salariale arriverà con l’inserimento nelle liste dei Lavoratori Socialmente Utili; un mensile insufficiente ma certo.

 

Ho conosciuta Chiarina, e il suo compagno Nicola, nel 1990 quando accompagnavamo i nostri figli presso il Gruppo Scout di Pozzuoli.

Serate d’attese presso la sede; coinvolgimento in attività di autofinanziamento; giornate con, o dei, genitori in occasione di Feste, uscite o campi estivi. Tutto è stato utile a coinvolgerci in una reciproca e approfondita conoscenza confluita, unitamente a tanti altri genitori, nella creazione di una Comunità MASCI (Movimento Adulti Scout Italiani) nell’anno 1993 [2].



Inizia così una nuova “avventura” che tutti insieme affrontiamo con la stessa spensieratezza dei giovani; anche se la “malizia”, propria degli adulti, non ci abbandona del tutto.

Fare Comunità significa dedicarsi al “servizio”, verso i compagni, verso i bisognosi, verso la parrocchia; molti hanno remore o tentennamenti, ma Chiarina no!

La vedo forte e risoluta nel prestarsi verso gli altri e mettersi al servizio della Comunità; solo oggi, a distanza di anni, credo che Chiarina non abbia sofferto, come me, il diverso modo di rapportarsi verso gli altri.

Per Chiara è la normalità, lei è sempre stata al servizio della Famiglia e di chiunque abbia avuto bisogno d’aiuto o di conforto.

 

E’ tra le prime ad offrirsi volontaria per le “grandi pulizie” della Chiesa di Sant’Artema, dove il MASCI fa riferimento; inoltre mai manca all’appuntamento bisettimanale, che la vede indaffarata a cucinare e servire a tavola, presso la mensa del “Centro Ero Forestiero”.

Tutte le attività della Comunità, specialmente indirizzate all’autofinanziamento, per il raggiungimento di obiettivi sociali, la vedono impegnata, unitamente alla indimenticata Lucia, nella cucina del MASCI per preparare struffoli, limoncelli, melenzane sott’olio, o pranzi per ospiti convenuti da ogni parte d’Italia [3].

 


Chiara spesso piange, e piangere è una cosa perfettamente sana ed un segno di forza e resistenza.

L’ho vista piangere tra le montagne del Pollino quando, durante un Campo Estivo, per il suo onomastico gli facciamo omaggio di una insignificante “scafarea”. Lei non riesce a capacitarsi d’essere oggetto di fraterna attenzione; il suo pianto è di felicità [4].



L’ho vista piangere accanto al feretro di Lucia strappata alla vita da tremenda malattia. Lucia è per noi una sorella ed un’amica, per Chiara è tutto; il suo pianto è di pura tristezza.

Ma Chiara piange anche della normalità; il suo pianto è una risposta naturale alla sopraffazione.

 

All’inizio della sua avventura scout prende talmente a cuore l’impegno di cantare in coro che, ritenendosi non all’altezza (per la presenza del Vescovo come poi confessa), è preda di malori tali che ci costringono a portarla al Pronto Soccorso [5].



Lo stare “insieme”, vero motto dello scautismo, gli fa superare questa forma di timidezza e Chiara canterà “insieme” a tutti noi [6], 



pregherà con noi [7], 



gioirà con noi [8], 



viaggerà con noi [9], 



con noi sarà pellegrina nei campi di sterminio [10].

 


Non ho mai sentito Chiara lamentarsi, rifiutare qualche incarico, avere da ridire su persone o cose. Essa è partner essenziale nelle campagne sociali nazionali, come quella per la AIL [11], 



nella raccolta fondi per il Burundi, unitamente alla gemellata Comunità di Portici [12], 



sempre presente nelle attività rivolte verso i ragazzi, in special modo del quartiere di Monteruscello [13], 



con le mani sempre unte per ciò che prepara nella cucina della Comunità, o che spesso porta da casa [14], 



frugale e veloce nel consumare il suo pasto giornaliero e solo quando la frenesia delle attività lo permette [15].



Durante un altro Campo Estivo, nell’appenino Tosco Emiliano, partiamo dal nostro rifugio montano e, percorrendo un irto sentiero, scendiamo verso una sperduta abbazia dove, per la normale viabilità, dirige anche il pulmino che ci accompagna.

Otto tra i più anziani o bisognosi rientreranno col pulmino ed il resto della Comunità farà ritorno in montagna affrontando in salita lo stesso sentiero [16].



Chiara, per la sua età, dovrebbe usufruire del veicolo, ma lei, pur di lasciare un posto certo al marito, afferma di sentirsi bene e di poter risalire a piedi.

 

Innumerevoli, in tanti anni, i momenti trascorsi insieme, momenti ludici (trenino per visita Grotte) [17], 



momenti di agape fraterna nei raduni regionali o nazionali [18].

 


Ma c’è una attività in cui Chiara ha donata tutta se stessa, per oltre un quarto di secolo dal 1995 a poco prima di raggiungere la Casa del Signore.

Inizialmente ha affiancato la mitica Lucia D’Angelo e poi ha continuato volontariamente e gratuitamente a svolgere il ruolo di “Mamma Scout” durante le Vacanze di Branco estive, o invernali.

L’impegno con i Lupetti è totale, fin dalla partenza con il pullman [19].

 


Negli anni Chiara ha cucinato per centinaia e centinaia di Lupetti e Lupacchiotte appartenenti a varie generazioni; i primi lupetti degli anni novanta sono ora genitori affettuosi e professionisti affermati.

Con qualche aiuto, ma spesso anche da sola, Chiara ha giornalmente assicurato cinque pasti (fuori sede i Lupetti sono soliti fare colazione al mattino, spuntino alle 10.00, pranzo a mezzogiorno, merenda al pomeriggio,

cena di sera) a gruppi di quaranta e oltre di scout, compresi i componenti dello staff, che sempre hanno apprezzato il suo “servizio”.

Di sera, dopo cena, il Branco si riunisce per le attività serali e Chiara, dopo aver sistemato la cucina dell’accantonamento, è solita sedersi in un angolo restando incantata a guardare i piccoli esibirsi in canti, spettacoli, giochi, o apprendere con essi le fantasiose avventure della giungla.

Con loro si tuffa a Seonee, dove risiede il branco, e quì, come nella fantasia dei più piccoli, incontra il vecchio lupo Akela, l’orso Baloo, la tigre Khan, il leopardo Bagheera.

 

Ma Chiara è prima di tutto una Mamma e ad essa si ricorre per qualsiasi casualità; un dolore al pancino, piccole febbri, urgenze sartoriali, consigli pediatrici; è Lei che impartisce le prime nozioni di Economia Domestica e di Cucina [20].

  


Chiara, in latino da cui il nome deriva, significa luminosa, splendente!

E Chiara è proprio così, lucente come il suo nome!

 

Il sei maggio 2022 Chiara, la "Mamma" di tutti gli scout, la “Mamma” per antonomasia, ci lascia proprio alla vigilia della Festa dedicata alle “Mamme”; con il suo zaino ha raggiunto Nicola e "insieme" si accingono a “Fare Strada” negli Infiniti Pascoli del Cielo [21].

 


 GIUSEPPE PELUSO – MAGGIO 2022