Enzo
Oriani
Un nostro eroe
da non dimenticare
Tutti conosciamo la strada che dalla
Domiziana conduce alla stazione della metropolitana di Pozzuoli e tutti
ricordiamo d’averla spesso percorsa velocemente nella speranza di non perdere
il treno che ha appena fischiato.
Ma non tutti sappiamo che questa strada è
dedicata a Enzo Oriani e ancor meno tra noi hanno notizia di chi fosse questo nostro
conterraneo.
Vincenzo Oriani Nasce a Pozzuoli il 5 ottobre
del 1894 ed è figlio di Domenico e di Caterina de Fraia. L’avvocato e cavaliere
del Regno Domenico è un esponente della nota e illustre Famiglia puteolana e
tra i suoi figli, oltre Enzo, ricordiamo Alfredo, Gino, Gigetto ed Odoacre che
coprirà la carica di Sindaco di Pozzuoli dal 1924 al 1926.
Enzo arriva ad iscriversi al secondo anno
della facoltà di legge che abbandona nel 1916 perché sente forte il richiamo
della Patria in guerra.
Dopo un veloce addestramento basico entra
alla Scuola Militare di Caserta uscendone il 17 marzo 1917 con il grado di
“aspirante”, ovvero “sottotenente”.
Raggiunge il suo reggimento, il 138° di
Fanteria della Brigata “Barletta” che ha sede presso il deposito del 29° Fanteria “Pisa” a
Potenza, ed il 2 aprile, pieno di “santo entusiasmo” parte per il fronte.
Dopo l’arrivo al fronte, e fino al 10 maggio,
la brigata alterna turni di linea e di riposo; mantenendo la sua consueta
attività aggressiva con frequenti colpi di mano. L'11 maggio, prima che abbia
ultimato il consueto suo turno di riposo, è richiamata in linea per partecipare
all'azione iniziata dalla 21a e 22a divisione. Viene così
schierata, durante la 10° battaglia dell'Isonzo svoltasi dal 12 Maggio al 3
Giugno, di fronte al borgo di Castagnevizza. Un paese del Carso allora
appartenente all’impero Asburgo ed ora inserito nella Repubblica Slovena, ma vicino
al confine con l'Italia.
Il giorno 15 un gruppo di arditi del 138°
occupa di sorpresa il posto nemico detto "delle coperte" catturando
il presidio. Il 23, intensificatasi l'azione, i fanti della
"Barletta" scattano dalla posizione di attesa e, superate le
antistanti trincee avversarie, raggiungono e sorpassano il caseggiato di
Castagnevizza che per poche ore è conquistato dagli italiani.
Così racconta Arnaldo Calori nel suo diario “L’ora K”:
“Il tramonto illumina il colle di
Castagnevizza che abbiamo di fronte. Ma Castagnevizza non c’è più. C’era quando
vi giungemmo dopo l’avanzata, poi le nostre batterie la demolirono rapidamente,
casa per casa, muro per muro, mattone per mattone e del pietrisco fecer una
polvere rossa che stava a indicare il luogo dove sorgeva il paese.”
Il giorno dopo un violento contrattacco
nemico, ed il mancato appoggio delle unità laterali, obbligano le valorose
truppe a ripiegare sulle posizioni di partenza.
Il fatto d’armi è menzionato anche dal Generale
Cadorna nel “Bollettino di Guerra n. 731 del 25 maggio 1917, ore 16”:
“Da
Castagnavizza al Frigido, violenti controattacchi nemici tentarono di
alleggerire la nostra pressione nel settore rneridionale del Cars; fallirono
tutti per la salda resistenza delle nostre truppe e specialmente delle
fanterie della brigata Barletta,
137° e 138° reggimento.”
Il Tenente Colonnello Carlo Siffredi, Comandante
del 138° Reggimento, invia un telegramma al Regio Commissario del Comune di
Pozzuoli, il Duca Niutta, con il seguente testo:
“Pregasi
comunicare all’Ill.mo Sig. Avv. Domenico Oriani che, dopo diligenti indagini
praticate dal Comando del Reggimento, si è potuto accertare che il figlio cadde
da prode il 23 maggio e di rinnovare alla Famiglia l’espressione del vivissimo
compianto di tutti i compagni d’arme.”
“Nell’adempiere
al pietoso ufficio mi è grato manifestarle a nome della città, che ora ho
l’onore di rappresentare, l’espressione del più sincero rammarico per la
perdita da lei subita ed il sentimento di viva ammirazione dell’eroismo di cui
il compianto suo figlio ha dato luminosa prova per la grandezza della Patria.
Ed accolga pure le mie personali e vice condoglianze.”
Semplice e commovente il ricordo della
Famiglia:
“La tua
casa è deserta, coloro che ti diedero la vita vi si aggirano muti, assorti
nella visione dell’ultimo tuo bacio. Ritta sulla soglia, la mamma tua pare che
ti attenda ansiosa. Ma tu più non tornerai! Tu sei lassù in alto, dove ti ha
condotto l’amore per la Patria Grande !
Ed i tuoi genitori che idolatravi ti sentono nell’aria che respirano, nei fiori
che auliscono, nella luce che splende!”
L’Università di Napoli, in data 15 luglio 1917 gli conferisce la laurea “ad honorem” e la città di Pozzuoli, non insensibile a così nobile sacrificio, gli dedica sia la strada che conduce alla nuova stazione ferroviaria della “direttissima” Roma-Napoli sia il piazzale stesso dello scalo.
Per volontà della Famiglia il 6 settembre del
1923 la salma torna a Pozzuoli, dai campi di battaglia, per essere inumata
nella tomba dei suoi avi. In questa occasione, presso la chiesa di San
Vincenzo, vengono celebrati solenni funerali che vedono la partecipazione di
familiari, autorità e popolo commosso.
Negli anni trenta il Comune di Pozzuoli gli
intitola la scuola elementare del borgo agricolo di Licola costruito
dall’O.N.C. (Opera Nazionale Combattenti). Da quest’atto emerge chiara l'opera
di propaganda che il fascismo affida alla scuola, con l'esaltazione della
guerra e dei racconti eroici di reduci e caduti del '15-'18. E questo è tanto
più significativo per il plesso scolastico di Licola che rappresenta un tipico
esempio di scuola “rurale” costituita durante il regime.
La “Prima Guerra Mondiale” è anche ricordata
come “Quarta Guerra d’Indipendenza”, ultimo atto del Risorgimento Italiano. Per
questo motivo il ricordo di Enzo Oriani è tramandato ai posteri dal “Istituto
per la Storia del Risorgimento Italiano”, presso il Vittoriano di Roma, da cui
ho attinto gli eroici atti.
Durante le fasi dell'occupazione di
Castagnevizza del il 23 e 24 maggio 1917 il solo 138° Reggimento Fanteria “Barletta”
rimpiange 117 morti, 769 feriti e 658 dispersi. Per questo combattimento la
bandiera del Reggimento guadagna la
Medaglia d'Argento al Valor Militare con la seguente
motivazione:
“Con impeto travolgente e generoso
tributo di sangue, espugnò fortissime linee e capisaldi avversari e, sebbene
quasi isolato, vi si mantenne, sotto la furia di bombardamenti micidiali,
animosamente rigettando gli ostinati ritorni offensivi dell'avversario
(Castagnevizza, 1-2 novembre 1916). Le sue mirabili virtù militari confermava
nei successivi combattimenti del 23-24 maggio 1917."
Per tali episodi la Festa del 138° Reggimento
resta per sempre fissata al 23 maggio di ogni anno a perenne ricordo di quella
dolorosa ma gloriosa giornata del lontano 1917 che vide il sacrificio del
puteolano Enzo Oriani.
Giuseppe Peluso
P.S. - Un grazie al dott. Sergio Causa per foto e notizie fornite
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