giovedì 2 agosto 2018

Vigile Denudato



Insolito episodio di violenza a Pozzuoli
Tre donne denudano un vigile urbano

Il 23 giugno del 1960 a Pozzuoli succede un insolito episodio di violenza a danno di un vigile urbano che, reo d’aver compiuto il suo dovere, è aggredito e spogliato quasi nudo da tre donne.
Anche il sindaco puteolano, Odoacre Oriani, dispone l’apertura di una inchiesta per l’aggressione subita dal dipendente comunale da parte di una turba di facinorosi. 
Ma ecco i fatti:

Il vigile Vincenzo De Amici, mentre svolge il suo servizio presso il passaggio a livello della Ferrovia Cumana, vede un camioncino carico di gente che si infila in una via nonostante il “senso proibito” indicato da un vistoso segnale stradale di “divieto di accesso”.
La guardia fischia per avvisare il conducente del suo errore ma, poiché questi continua a inoltrarsi per quella strada, il vigile fischia una seconda volta ed il veicolo finalmente sì ferma.
Avvicinatosi al camioncino il De Amici eleva contravvenzione al guidatore, tale Urbano Vincenzo di anni 37, domiciliato in Napoli, nel vico Pallonetto a Santa Lucia n. 48.
Tutto sembra risolto e il camioncino, ritornato indietro, riprende la via consentita al traffico. Ma poi il mezzo sì ferma una seconda volta e il conducente invita, con modi cortesi, il vigile a fornirgli un chiarimento.
Il De Amici, senza supporre ciò che sta per accadergli, si avvicina entrando fiducioso in un vicolo solitario. Questo è proprio quello che l’Urbano e i suoi compagni di viaggio vogliono. Il guidatore insieme ad un amico, un certo Antonio Allegretti, ed a tre giovani e gagliarde popolane, le sorelle Anna e Nunzia Grotta e la loro conoscente Adele Giuliano, assalgono il vigile. In un istante il De Amici è circondato e immobilizzato e i suoi aggressori gli strappano giacca, pantaloni e indumenti intimi.
Naturalmente il giovane vigile reagisce furiosamente ma i suoi assalitori sono in cinque ed applicano un loro primitivo, ma efficace, sistema di lotta giapponese mettendolo in condizioni di non potersi disimpegnare.

La ragione di tanto furore da parte delle tre donne è semplice. Esse si sono recate, dal vicolo dove abitano, a Pozzuoli per fare un bagno di mare con i loro bambini; ne hanno infatti una decina sul veicolo. Al ritorno, postesi sulla strada per ritornare a casa con l'economico sistema dell'autostop, sono state accolte sul camioncino guidato dall'Urbano. Avendo visto multato colui che ha reso loro una cortesia sì sono ritenute in dovere di esprimergli la loro solidarietà percuotendo, insieme a lui, il vigile nella speranza di strappargli il blocco dove ha segnato le note per la contravvenzione. Senonché, pur ammaccato, contuso, sanguinante per i molti graffi, denudato e ridotto in condizioni penose, il vigile tiene sempre stretto il taccuino.
In base alle notizie scritte, gli agenti del Commissariato di Pozzuoli possono individuare i responsabili, scappati dopo la loro aggressione, arrestando il conducente del camioncino nel suo domicilio.
Il suo compagno, l'Allegretti, è inizialmente latitante e le tre donne, in considerazione della loro esuberante prole, compariranno dinanzi al magistrato in «libertà provvisoria».

I reati di cui tutti devono rispondere sono: resistenza, violenza e oltraggio a «pubblico ufficiale».
Il vigile, trasportato all'ospedale civile Santa Maria delle Grazie, vi è medicato e rivestito.

GIUSEPPE PELUSO
da:
La Stampa del 24/06/1960 - numero 151 pagina 7

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