Il Posto di Blocco Costiero di Arco Felice
Nell’estate del 1943 i Campi Flegrei ospitano importanti capisaldi dei reparti di Difesa Costiera del Regio Esercito. Seguendo la piantina n. 1 notiamo, cerchiati in rosso, il caposaldo “Bologna” nella zona posta tra il Castello di Monteleone e la rotonda di Maradona, il caposaldo “Bolzano” nella zona di Grotta dell’Olmo, il caposaldo “Bari” nella zona di Licola e Monte San Severino, il caposaldo “Bergamo” nella zona posta tra la Schiana e Masseria Ferraro, il caposaldo “Brescia” che fa perno sull’Acropoli di Cuma e che da solo meriterebbe uno studio approfondito, il caposaldo “Biella” nella zona di Torregaveta ed il caposaldo “Brindisi” nella zona delle Mofete e della Sella di Baia.
Inoltre, sempre nei Campi Flegrei, troviamo alcuni Posti di Blocco Costieri (PBC) a presidio di importanti incroci o obbligati punti di passaggio. Nella stessa piantina questi PBC sono indicati con una grossa “X” in rosso. Essi sono il “Benvenuto” sulla Domiziana altezza Lago d’Averno, il “Buonanno” alla Punta Epitaffio di Baia, il “Bernardo” ad Arco Felice, il “Beato” al quadrivio dell’Annunziata, il “Bruno” alla Montagna Spaccata e così altri ancora ad Agnano ed a Nisida.
I posti di Blocco hanno nomi maschili ed i capisaldi nomi di città; entrambi iniziano con la lettera “B” e sono posti sotto il Comando Difesa Porto di Napoli el Generale Ettore Marino, con sede a Castel Sant’Elmo, responsabile del tratto di costa dalla Foce di Licola a Capo d’Orso di Vietri sul Mare.
Il tratto di costa nord da Foce di Licola al Garigliano è invece sotto la giurisdizione della XXXII Brigata Costiera del generale Carlo Fantoni con sede a Villa Literno. I suoi Capisaldi ed i suoi Posti di Blocco iniziano tutti con la lettera “A”.
La 222° Divisione Costiera, al comando del Generale Ferrante Gonzaga che sarà trucidato dai tedeschi, è a guardia della costa salernitana. Nelle zone interne della Campania c’è qualche raccogliticcia Divisione di fanteria reduce dalla Russia, in ricostituzione. Il tutto è sotto il Comando del XIX Corpo d’Armata del generale Pentimalli.
In queste poche righe ci soffermiamo solo sul Posto di Blocco Costiero “Bernardo” che domina l’importante quadrivio di Arco Felice e costituisce l’ultima barriera verso Pozzuoli, il suo porto e la sua importante zona industriale. Questo PBC nell’estate del 1943 è presidiato da poco più di una ventina di uomini del 230° Battaglione Costiero a sua volta inquadrato nel 117° Reggimento, comandato dal Colonnello De Lorenzo, la cui competenza, nell’ambito della suddetta “Difesa Porto di Napoli” va dalla Foce di Licola a Portici. Esso è armato con un fucile mitragliatore, una mitragliatrice ed uno o due cannoni contro carro; oltre l’armamento individuale dei fanti di presidio. Il principale ostacolo messo in opera, come si nota dalla foto n. 2 ripresa da nord, è uno spesso muro di cemento con incorporate due piattaforme per cannoni anticarro più qualche altra postazione per arma automatica. Un blocco di cemento dall’altro lato della strada crea una obbligata strettoia su cui insiste una barra che viene alzata solo dopo un formale riconoscimento effettuato dalle sentinelle. Dalla foto si nota pure un’altra barriera posta a tergo ad ulteriore difesa della precedente. Tra le due barriere fortificate c’è su di un lato l’ingresso a “Parco Augusto” e sull’altro l’ingresso al “Parco De Martino”.
La foto n. 3 riprende da sud la principale opera difensiva; ne mostra la particolarità costruttiva con le due piattaforme di tiro sfalsate in altezza così come pure mostra il quadrivio che va a controllare, e che sarebbe poi l’odierna Piazza “Aldo Moro” di Arco Felice. Da un attento esame della struttura si nota che la sua conformazione permette anche una difesa posteriore nel caso fosse aggirata da questo lato.
Ancora più distanziata verso sud, come mostra la foto n. 4, si trova una ulteriore postazione per cannone anticarro ben mimetizzato dietro il muro di un giardino. Proprio su questa struttura lo scrivente cerca conferma da qualche puteolano che ben ricordi lo stato dei luoghi. Gli esperti americani, e la rivista militare francese “Tank Zone” che ha ripreso l’argomento ed a cui vanno i ringraziamenti per le immagini riprodotte, riferiscono che questa postazione doveva assolutamente trovarsi nei giardini della scuola “Vittorio Emanuele III”. Il sottoscritto invece pensa di riconoscere il giardino come quello appartenente alla villa posta nella curva della provinciale Via Miliscola, di fronte alla stazione della Ferrovia Cumana.
Le tre strade che confluiscono al controllato quadrivio hanno tutta una serie di blocchi parzialmente rimovibili composti da denti di drago, reti di filo spinato e cavalli di Frisia.
Il giorno 8 settembre 1943 è dichiarato l’armistizio tra gli Alleati e l’Italia badogliana e quella stessa notte il Posto di Blocco di Arco Felice cade in possesso delle truppe tedesche che all’Albergo dei Cesari di Lucrino hanno posto il comando del 115° Reggimento della Divisione “Hermann Goring”.
Nella presta mattinata del giorno 9 da Napoli parte un Compagnia costituita presso il deposito del 1° Reggimento Bersaglieri e comandata dal Capitano Milano. Al sopraggiungere di questa unità autocarrata i tedeschi abbandonano il quadrivio e gli italiani riprendono possesso del Posto di Blocco. I Bersaglieri riorganizzano il Presidio con i primi sbandati sia dello stesso PBC che dei serventi delle Batterie da 90/53 che si trovavano nel vicinissimo Lido Augusto. Poi nel primo pomeriggio ritornano a Napoli richiamati dal quel Comando di Zona per esigenze che si preannunciano ben più gravi. Il Comando tedesco di Lucrino è costituito da ufficiali, furieri e porta ordini, e molti di loro sono abituali frequentatori della cucina casareccia che i coloni Biclungo hanno messo su a Villa Maria principalmente per i marinai che vi dimorano in quella che in precedenza era la Scuola Marittima.
Questo Comando tedesco, buon conoscitore dei luoghi, si trova nuovamente isolato tra i Posti di Blocco di Arco Felice e della Domiziana da un lato ed i Posti di Blocco e Capisaldi di Baia dall’altro lato. Quindi prende la giusta decisione di far rioccupare, dal grosso delle sue truppe che sono stanziate parte nella zona della Grotta del Sole e parte e nella zona di Via Campana, i PBC di Arco Felice e Domiziana ed avere così libere le strade di rifornimento e garantite le eventuali vie di fuga. Questa mossa alleggerisce la pressione sui Capisaldi italiani di Baia, di Cuma e di Masseria Ferraro e permette loro di resistere, raro esempio di eroismo ed abnegazione nei tragici giorni dell’armistizio, fino alle prime ore del giorno 11 settembre.
Nella zona di Baia le truppe italiane sono numerose pur se composte da una accozzaglia di reparti. In un rapido conteggio possiamo annoverare i reparti costieri che presidiano il caposaldo “Brindisi”, il Posto di Blocco “Buonanno” ed il Comando del 230° Battaglione ivi stanziato. Sempre del Regio Esercito, ma facenti parte dell’Artiglieria Contro Aerea, ci sono la 463° Batteria con pezzi da 90/53 sulla Sella di Baia; la 1058° Batteria con pezzi da 20/65 alla Punta Epitaffio; la gemella 1059° Batteria al Castello Jannon; la 342° Batteria con pezzi da 37/54 alla Sella di Baia. In zona ci sono anche Artiglieri della ex Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale e Fotoelettricisti oltre a “Posti di Osservazione Aerea” della Regia Aeronautica e della Regia Marina. Quelle della sola Baia sono, sulla carta, unità di tutto rispetto ben fortificate sul terreno e con armi, come i pezzi da 20/65 e 90/53, a doppio uso contro aerei e contro carri. Ma queste unità sono composte da stanchi reduci di micidiali battaglie combattute in Libia, nei Balcani, ed in Russia; e da classi di richiamati, anziani e territoriali, con poca esperienza ed addestramento. Per questi motivi, per lo storico vizio italiano di creare innumerevoli e diversi Enti, e per mancanza di ordini da parte di Comandi ormai scomparsi, le pur numerose truppe italiane sono in piena dissoluzione e verso la fine del giorno 11, dopo un generale “tutti a casa” i tedeschi riescono a controllare tutta la zona. Presso il comando del 230° Battaglione Costieri è presente il Padre dello scrivente, reduce da tre duri anni trascorsi in Africa Settentrionale. Allo scioglimento dei reparti si dirige verso “Villa Maria”, dove nasconde e alloggia anche tre camerati originari di altre regioni.
I Campi Flegrei e Pozzuoli restano ancora venti giorni sotto la micidiale occupazione tedesca e poi il primo ottobre sopraggiungono gli alleati. Gli americani scattano foto, prendono appunti e disegnano schizzi di tutti i bunker e posti di blocco italo-tedeschi che incontrano da Salerno a Cassino. Questo ci ha oggi permesso di mostrare le rare immagini scattate al quadrivio di Arco Felice.
Giuseppe Peluso
Hello,
RispondiEliminasorry I do not speak Italian. I found an other picture from an Italian road blockade in Italy. Maybe in Arco Felice? For me it looks like they existed in several locations. Here you can find my picture: http://teaandtank.blogspot.ch/
regards from California.
Thomas