Tradizioni onomastiche dei pescatori puteolani di La Maddalena
Da ‘A Mprefecata ad Ambrofega
Il passo è breve.
Un errore di trascrizione che riporta alle origini dialettali di Purificata
E’ la notte del 5 marzo 1855, e ancora regnano i Borbone, quando in via Magazzini a Pozzuoli nasce Vincenzo D’Oriano.
Il piccolo cresce negli stretti vicoli di “abbasc o mare”, tra nasse, tramagli e gozzi; ancora bambino aiuta mamma Maria Raffaella a sarcire le reti ed appena adolescente esce in barca con papà Antonio.
Passano gli anni e il giovane Vincenzo nota piacevolmente l’adolescente vicina Maria Giuseppa Pollice, che vive in un basso della stessa via.
La ragazza sta portando a compimento una gravidanza, frutto di violenza da parte del “signore” presso cui era a “servizio”.
Il giorno 11 aprile del 1888 è lei stessa che si presenta nella Casa Comunale, al cospetto dell’Ufficiale di Stato Civile, con un bimbo avvolto in una coperta.
Alla presenza di due testimoni dichiara che alle ore nove e sette minuti del giorno prima ha partorito un bambino di sesso mascolino cui impone il nome Gaetano. Asserisce che il bambino è frutto della sua unione con uomo celibe, rifiuta di rivelarne il nome ma afferma che lo stesso non è parente o affine.
Il segretario Pasquale Sommella, delegato del sindaco, accoglie la dichiarazione e lo registra come Gaetano Pollice.
Nonostante i dodici anni di differenza Vincenzo è attratto dall’amore con cui Maria Giuseppa, la bimba che ha visto crescere attorno al suo “malazè”, accudisce ora il piccolo frutto del suo corpo.
Prima qualche guardata e poi qualche frase, entrambe pian piano ricambiate, portano ad un avvicinamento dei giovani che presto comprendono essere giunto il momento di prendere importanti decisioni, anche per il piccolo.
Il 25 ottobre dell’anno 1890 si uniscono in matrimonio e in questa occasione Vincenzo riconosce come suo figlio il piccolo Gaetano che d’ora in poi sarà per tutti un D’Oriano.
Il 29 luglio del 1891 è Vincenzo a dichiarare la nascita di un figlio di sesso femminile cui impone il nome di Maria Raffaella, in ricordo di sua Madre.
Non esistono macchine da scrivere e cognomi e nomi, pronunciati in dialetto dai dichiaranti, sono a volte mal compresi o mal trascritti dall’ufficiale di Stato Civile. Gli errati dati anagrafici poi non sono corretti dal diretto interessato che spesso, come il nostro Vincenzo, è analfabeta.
Pertanto il cognome di Maria Raffaella è riportato come Oriano e non D’Oriano, senza la “D” e apostrofo iniziale.
Vincenzo trascorre gran parte del tempo sul mare in lunghe campagne di pesca che, da febbraio ad agosto, lo portano a girovagare sulle coste toscane e sarde.
Nel luglio del 1893 è la levatrice a denunciare la nascita del terzo figlio Antonio, stesso nome del nonno paterno, in quanto Vincenzo si trova a Livorno.
Ma Vincenzo ha un progetto in mente e ne discute con Maria; nel 1895 decidono in comune di trasferirsi a La Maddalena. I pescosi mari che circondano quell’arcipelago eviteranno l’avventurarsi in lunghe e rischiose crociere di pesca scongiurando alla Famiglia lunghe e penose separazioni.
A La Maddalena, il 6 giugno del 1897, nasce il loro quarto figlio cui Vincenzo impone il nome Procolo, come il Santo Patrono del Paese abbandonato ma non dimenticato.
Il 18 aprile dell’anno 1900 nasce il loro quinto figlio; è una femminuccia che Vincenzo dichiara come Carmela, stesso nome di sua suocera.
Anche in questo caso, come già successo all’Ufficio di Stato Civile di Pozzuoli, Vincenzo non s’accorge che il cognome è trascritto, dall’impiegato sardo, come Oriano e non D’Oriano.
Il 31 agosto del 1903 vede la luce il sesto figlio di Maria Giuseppa e Vincenzo D’Oriano; si tratta della terza femminuccia e loro hanno di già esauriti i nomi delle nonne.
Ma Vincenzo non si perde d’animo; certo non ha programmato un nome con largo anticipo, come avviene oggi grazie all’ecografia, ma la sua vita è da sempre pianificata verso la devozione a Maria Purificata. Ad essa i pescatori puteolani hanno dedicato la chiesetta eretta su quell’estremo lembo di Terra soggetta, come le loro barche, ai capricci dei marosi.
Si tratta della Madonna che, prima di ogni
partenza, omaggiano spargendo la barca con l’acqua raccolta nelle vicinanze
della sua chiesetta; della Madonna per la cui festa anticipano il ritorno dalle
lontane zone di pesca.
Sono moltissime le famiglie di pescatori con una
bambina cui è stato imposto il nome “Purificata”, in dialetto ‘A Mprefecata,
così come comunemente è appellata la stessa chiesetta.
Ed è così, in dialetto puteolano ‘A
Mprefecata, che Vincenzo deve aver pronunciato a Francesco Sabattini, impiegato
di La Maddalena, il nome che vuole imporre alla sua ultima nata.
Certamente a Pozzuoli l’ufficiale di Stato
Civile avrebbe subito trascritto come “Purificata” il nome assegnato alla bimba
ma, il funzionario sardo, non riesce a intendere l’esatto nome che Vincenzo
vuole imporre alla neonata.
Probabilmente lo scrive in vari modi su qualche
foglietto per poi ripeterlo a Vincenzo per averne il relativo assenso.
Infine Francesco Sabattini, come si nota dall’Atto di Nascita, scrive: Ambrofega.
Trionfante grida questo nome a Vincenzo che, per assonanza o per limiti letterali, crede che sia la giusta trascrizione del nome che sta imponendo a sua figlia, in ricordo della sua Madonna e della sua Pozzuoli.
P.S.
Cenni sulla Famiglia D'Oriano mi sono stati forniti dagli amici maddalenini Vincenzo Del Giudice, Gaetano Pedroni e Gaetano Neddu.
Questa storia è poi stata arricchita da mie personali ricerche anagrafiche in quanto gli stessi parenti non immaginavano la vera origine di questo strano nome.
Pubblicata per la prima volta sul numero di ottobre 2024 del giornale diocesano "Segni dei Tempi".
GIUSEPPE PELUSO – ottobre
2024
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