Eugenio
Scalfari, Civitavecchia e Pozzolani.
Cento anni fa, il 6 aprile del 1924, a
Civitavecchia nasceva Eugenio Scalfari; scrittore, politico e giornalista
fondatore di “La Repubblica”, che ci ha poi lasciati nel luglio del 2022.
In un suo libro autobiografico ha raccontato
gli inizi della sua vita dove troviamo intrecci con Pozzuoli e le isole
flegree.
Il suo bisnonno materno si chiamava Domenico
Scotti, nato e vissuto per lungo tempo a Procida.
Verso la metà dell’Ottocento Domenico Scotti
decide di trasferire la Famiglia e i suoi velieri da Procida a Civitavecchia e
nel frattempo il figlio Francesco acquisisce la patente di capitano di lungo
corso per cui è lui a guidare per i mari la flottiglia dei tre velieri.
Poi anche questa fase finisce, perché i
vapori prendono il posto delle navi a vela; ma gli Scotti restano nel porto
laziale dove acquistano un grande appartamento in un palazzo costruito, nei
primi anni dell’ottocento, nella piazza centrale della città.
In quell’alloggio resta Francesco che, con
sua moglie e la numerosa Famiglia, occupa tutto l’ultimo piano del palazzo.
Francesco Scotti ha cinque figli, la Madre di
Scalfari è la seconda e gli altri sono due femmine e due maschi.
Nonno Francesco muore nel 1923, zia Maria si
sposa e va a vivere in un’altra casa, zia Lidia si sposa anch’essa e si trasferisce
a Roma dove vanno a vivere anche la nonna e i restanti suoi due figli maschi;
nella casa restano solo Eugenio e i suoi genitori.
Proprio sotto casa c’è una costruzione di
grande interesse, risalente all’epoca romana, che alloggia fondachi, pescherie,
botteghe di attrezzi e reti da pesca, protetti da una fila di portici, dove sono
allestiti i banchi del pesce che le paranze sbarcano la mattina e il
pomeriggio.
Spigole, orate, ricci di mare, aragoste,
cefali, merluzzi luccicano su quei banchi; le donne, quasi tutte “pozzolane”,
ne illustrano il pregio e richiamano l’attenzione dei compratori mentre i
“postali” puntano la prua verso la bocca del porto a sirene spiegate.
Le sere della bella stagione il piccolo
Eugenio si affaccia sul balcone insieme a sua madre che in quella casa c’è nata
ventitre anni prima di lui.
Sul mare aperto si vedono le luci delle
lampare, le barche da pesca che stendono le reti al largo e pescano a strascico,
suonano le sirene dei postali e le luci delle cabine brillano in alto mare.
La mattina, prima dell’alba, partono le
paranze e tornano la sera con il loro carico di saraghi, triglie, merluzzi,
cefali e calamari.
La sera partono le lampare e restano fuori
tutta la notte attirando nelle reti stese a pelo dell’acqua banchi di sarde e
di alici.
Le famiglie dei pescatori provengono quasi
tutte da Pozzuoli e da Procida e conservano di quei loro paesi di origine una
parlata che col tempo si è corrotta e mischiata con le inflessioni del luogo,
dando vita ad una cadenza spuria e sguaiata.
Ma le donne sono belle, con gli occhi di un
blu profondo e capelli morbidi e scuri; aspettano al tramonto le barche dei
loro uomini e sono loro a sistemare i pesci nelle ceste, a preparare i banchi
sopra i quali esporre le spigole argentee, le triglie color di rosa e gli
scorfani rossi.
“…
dobbiamo andar via, lasceremo questa casa, è troppo grande per noi, ne avremo
un’altra, ti piacerà….”
Lui, piangendo disperato, gli risponde:
“Quando sarò grande te la ricomprerò e
torneremo qui…”
Forse quella promessa l’avrebbe mantenuta, ma,
quando fu grande e tornò in quel luogo dell’infanzia, la casa non c’era più,
sprofondata in un cratere di bombe.
La guerra era passata furiosamente
distruggendo le banchine del porto, il muraglione dell’Arsenale, le pescherie,
la Torre della Rocca, la chiesa di Santa Firmina e i palazzi di piazza della
Vittoria.
Al posto della casa dove era nato vent’anni
prima c’era solo quel cratere.
Era sempre lì che era cominciato anche il suo
risentimento e la voglia di compensare un torto subito.
Bibliografia:
Eugenio
Scalfari - Incontro con io, Rizzoli, Milano 1994
www.poetidelparco.it – Civitavecchia
Don
Filo Puteolano – Abbàscio o’ mare
Giuseppe
Peluso – I Pescatori di Pozzuoli lungo le coste Laziali – Pozzuoli Magazine
GIUSEPPE
PELUSO – APRILE 2024
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