Nella
Rotonda alla Starza
IL MONUMENTO ALL’INDUSTRIA PUTEOLANA
La “Sala Montata” della “28” puteolana
In
occasione della inaugurazione del tunnel Tangenziale – Porto, a Pozzuoli, al
centro della rotonda stradale di via Nicola Fasano, è stata eretta a monumento
una “sala montata” [foto 1].
L’ingegneria
ferroviaria definisce “sala” l’insieme costituto da due ruote e dall’asse
corrispondente di un veicolo ferroviario; nello specifico è definita “sala
motrice” quando essa è utilizzata per trasmettere (a mezzo di bielle e
ingranaggi) il moto rotatorio del motore alla ruota, oppure “sala accoppiata” quando
è utilizzata per collegare insieme (a mezzo di sole bielle) un gruppo di ruote
rendendole tutte motrici [foto 2].
I
Cantieri di Pozzuoli, sotto varie denominazioni sociali, hanno costruito
migliaia di locomotive elettriche e vagoni ferroviari ma, nella loro lunga
esistenza, mai hanno realizzato locomotive a vapore di cui le “sale” sono
componente essenziale.
La
“sala” esposta non è di costruzione italiana ma americana; nondimeno la
monumentazione realizzata in questo piazzale ben rappresenta la storia della
industrializzazione puteolana; sia per il luogo scelto, sia per l’oggetto
esposto, sia per la vicinanza al commemorativo affresco realizzato dal Maestro
Isabettini.
Questa
“sala” appartiene alle locotender americane tipo S100 ordinate, nel 1942 in 382
esemplari, dal Corpo dei Trasporti dell’Esercito Americano (USATAC).
Le
S100 sono piccole motrici da 45 tonnellate con 2 cilindri esterni a semplice
espansione, e rodiggio composto da tre assi accoppiati; esse sono
particolarmente adatte al ruolo per le quali sono state progettate: la manovra.
Le
locotender sono locomotive utilizzate negli scali ferroviari o per piccoli
tratti locali, ragion per cui non necessitano di grandi scorte di carbone ed
acqua che in genere vediamo trasportate dal caratteristico rimorchietto detto
Tender.
Sulle
locotender il carbone è posto dietro la cabina di guida in un cassone metallico
aperto in alto per un agevole carico e con un'apertura calibrata in basso
all'interno della cabina per l'asportazione, mentre la scorta d’acqua è posta in
serbatori a fianco della caldaia.
Fin
dal 1943 le americane S100 sono destinate sui teatri di guerra in Africa
Settentrionale e in Europa; cinque di queste locomotive, numerate dal 1927 al
1931, giungono in Italia nel 1944 e alla fine delle ostilità restano nel Bel
Paese.
Nel
1946 le locotender numero 1927, 1929, 1930 e 1931 sono immatricolate dalle
Ferrovie dello Stato dove vanno a costituire il Gruppo 831.001/004; invece la
numero 1928 è acquisita dagli Stabilimenti Meccanici di Pozzuoli (S.M.P.) che
la lasciano marcata con l’originale numero 28 ben visibile sulle fiancate dei
serbatoi d’acqua [foto 3].
Piccola
e manovriera ben si adatta sulla fitta rete di binari che percorre l’intero Stabilimento
i cui confini andavano dalla Calcare del Rione Torre alla stazione della
Ferrovia Cumana ad Arco Felice, non disdegnando d’avventurarsi sul lungo pontile
che fu dell’Armstrong.
Le
sue brillanti prestazioni sono poi molto apprezzate all’interno dei capannoni e
le sue ridotte dimensioni si rendono utili sui carri trasbordatori dove riesce
ad imbarcarsi unitamente ai veicoli che traina.
La
“28”, come familiarmente da tutti riconosciuta, e inizialmente collaborata da
una vecchia vaporiera residuata dall’Armstrong; essa resta attiva fino ai primi
anni sessanta quando è sostituita con un più moderno locomotore diesel che ha
il pregio di non saturare di fumo l’interno delle officine che attraversa.
Non
si hanno date precise ma la “28” risulta accantonata alla fine degli anni
cinquanta e poi demolita negli anni sessanta, direttamente all’interno del
grande complesso industriale.
Fortunatamente,
e curiosamente per una motrice così poco rilevante nella storia ferroviaria
italiana, questa locomotiva la troviamo riprodotta nella scala “HO” dalla
Rivarossi; una importante casa fermodellista a livello mondiale [foto 4].
Essa
è catalogata come modello HR2641 e, dopo la descrizione della sua storia nel
blog “SCALAENNE” dell’amico Marco Nattan, è ormai conosciuta come “la
puteolana” da tutti gli appassionati di Storia Ferroviaria.
PELUSO GIUSEPPE - FEBBRAIO 2024
Pubblicato sul numero di Marzo del mensile diocesano "Segni dei Tempi"