Evoluzione del Distretto e del Circondario di Pozzuoli
Dal Giustizierato di Terra di Lavoro alla Provincia di
Napoli
Nel 1221, Federico II di Svevia, che già da
tempo cerca di contenere il potere feudale a favore di quello regio, istituisce
i “Giustizierati” [1].
Essi sono distretti di giustizia imperiale
affidati ad un rappresentante del potere regio, il Gran Maestro Giustiziere, attraverso il quale
l'autorità del re si sovrappone a quella dei feudi medioevali.
E’ il primo esempio di suddivisione dei
Territori del Regno che cerca, se non di eliminare, almeno di diminuire
l’influenza dei feudatari. Questo processo, che porterà alla creazione di
Regioni e Provincie amministrate dal potere centrale, avrà il suo culmine con
le “Costituzioni di Melfi”.
Uno dei primi distretti amministrativi ad essere
creato è il “Justitiaratus Molisii et
Terre Laboris”, che vede uniti, sotto unica amministrazione, territori che
attualmente appartengono al Lazio meridionale, alla Campania settentrionale ed
a gran parte del Molise.
Nasce così il toponimo “Terra di
Lavoro” che diventa la denominazione ufficiale di un distretto amministrativo
plurisecolare che sarà soppresso, dopo oltre settecento anni, dal fascismo nel
XX secolo.
L'amministrazione della “Terra di Lavoro” è
congiunta a quella del “Contado del Molise” e i due territori condividono il
medesimo giustiziere fino al XVI secolo. Solo nel 1538, in epoca aragonese, il
“Contado del Molise” è separato dalla “Terra di Lavoro”, venendo aggregato alla
“Capitanata”; così i confini di entrambi i distretti, che fino ad allora sono
stati piuttosto variabili, subiscono una prima precisa definizione [2].
Sotto occupazione napoleonica, con la legge 132
del 1806 “Sulla divisione ed amministrazione delle province del Regno”
varata l'8 agosto di quell'anno, Giuseppe Bonaparte riforma la ripartizione
territoriale del Regno di Napoli suddividendolo in Provincie, sulla base del
modello francese, e sopprime il sistema dei Giustizierati. Negli anni
successivi, tra il 1806 ed il 1811, una serie di regi decreti completa il
percorso d'istituzione delle Province con la specifica dei Comuni, in
precedenza detti Università, che in esse rientrano.
Inoltre ogni Provincia è suddivisa in Distretti
ed ogni Distretto in Circondari, definendo così le loro denominazioni e limiti
territoriali [3].
Dal 1° gennaio 1817, con il ritorno dei
Borboni, l'organizzazione amministrativa napoleonica è confermata e
regolamentata con la “Legge riguardante la circoscrizione amministrativa
delle Provincie dei Reali Domini di qua del Faro” del 1° maggio 1816.
Il Regno, ora nominato “Delle Due Sicilie”, amministrativamente
è suddiviso su quattro livelli.
Il primo livello è costituito da 22 Provincie
ognuna delle quali organizza una circoscrizione
amministrativa del territorio dello Stato e raggruppa una pluralità di comuni
limitrofi, il più importante dei quali ne diventa il capoluogo.
Il secondo livello è costituito da 76 Distretti
distribuiti all’interno delle 22 Provincie di cui costituiscono una suddivisione del
territoriale.
Il terzo livello è costituito dai Circondari,
una articolazione territoriale sempre introdotta dai Francesi, con funzioni
amministrative-giudiziarie e gerarchicamente dipendente dal Distretto.
Il quarto livello dell’articolazione
territoriale è costituita dai Comuni,
unità di base della struttura politico-amministrativa dello
Stato moderno.
Quest’ultimi, a loro volta, comprendono rioni (nella Calabria Citeriore), ville (negli Abruzzi), villaggi, borghi, subborghi o casali (nella Provincia di Napoli e nel
Principato Citeriore).
Tutti questi non godono di autonomia
amministrativa ed i casali, in particolare molto diffusi nella provincia napoletana,
sono centri a carattere agricolo e la popolazione residente nell’area dei
casali, oltre che per relazioni di tipo economico, intrattiene legami con il
vicino Comune anche per assolvere le proprie pratiche amministrative.
In genere le Provincie preunitarie sono
territorialmente poco più piccole delle attuali Regioni italiane ma leggermente
più vaste delle attuali Provincie. La primaria autorità di ogni Provincia è
l’Intendente obbligato a tutelare i Comuni ed i pubblici stabilimenti e di
provvedere all’arruolamento per l’esercito. L’Intendente è coadiuvato da un
“Segretario Generale” che ne fa le veci in caso di assenza o di impedimento. E’
poi assistito da un Consiglio d'Intendenza, composto da cinque o quattro o tre
individui per cui l’Intendenza è di prima o seconda o terza classe, preseduto
dall’intendente stesso o dal consigliere più anziano. Ogni Provincia è poi
rappresentata da un Consiglio Provinciale che ne regola gli interessi e si
riunisce una volta l’anno dopo la chiusura dei Consigli Distrettuali.
Questo consiglio è composto da 20 o 15 membri proposti
dai Comuni della Provincia e nominati dal sovrano; è un organo deliberativo ed ha
un proprio bilancio. Nel regno borbonico ci sono 15 Provincie continentali, al
di qua del Faro, e 7 Provincie insulari, al di là del Faro.
Ogni provincia è suddivisa in Distretti, e nel
regno ci sono 53 Distretti continentali e 24 Distretti insulari. In ciascuno
dei Distretti di cui si compongono le Provincie, escluso quelli in cui risiede
l’Intendente, vi è un Sottintendente, coadiuvato da una Segreteria di
Sottintendenza, e un Consiglio Distrettuale composta da dieci consiglieri e un
Presidente.
Esso rappresenta il Distretto e ne propone i
bisogni ed i mezzi di miglioramento al Consiglio Provinciale.
Ogni Distretto è suddiviso in successivi
livelli amministrativi gerarchicamente dipendenti dal precedente che sono
definiti Circondari. Il Circondario rappresenta una istituzione intermedia fra
i Distretti e i Comuni, ma non è un vero e proprio ente amministrativo; costituisce
l'ambito territoriale di gravitazione di una città o di competenza di un
ufficio che può essere giudiziario, scolastico o finanziario.
A loro volta i Circondari sono costituiti dai Comuni,
l'unità di base della struttura politico-amministrativa del Regno delle Due
Sicilie.
A questi ultimi possono far capo i casali,
centri a carattere prevalentemente rurale.
I Comuni si distinguono in tre classi a seconda
della diversa rendita o popolazione che vi risiede. La loro economia è regolata
da un Decurionato, un Sindaco e due Eletti. Il Decurionato è preseduto dal
Sindaco e rappresenta i Comuni componendosi di un individuo ogni tremila
abitanti, nei Comuni di prima e seconda classe, ma il numero dei Decurioni non
può eccedere i trenta; gli altri Comuni hanno tra otto o dieci Decurioni.
Il Sindaco è la principale autorità ed il solo
amministratore del suo Comune; opera col consiglio del Decurionato e degli
Eletti. Esercita anche funzioni di Ufficiale di Stato Civile e di Polizia
Giudiziaria ove non esiste il Giudice di Circondario.
Dei due Eletti il primo attende alla polizia
urbana e rurale ed ambedue assistono il Sindaco come farebbero oggi i moderni
assessori. Diversa amministrazione hanno invece le grandi città del Regno come
Napoli, Palermo, Messina e Catania.
La riforma napoleonica comporta per la
Provincia di Terra di Lavoro un ridimensionamento territoriale rispetto al
precedente Giustizierato. Viene, infatti, sancita l'istituzione della Provincia
di Napoli, voluta per dare alla capitale del Regno un proprio territorio di
riferimento [4].
Questa nuova Provincia comprende, fin
dall’istituzione del 1806, i distretti di Napoli, di Pozzuoli e di
Castellammare. In seguito Gioacchino Murat, con il Decreto n. 271 del 28
gennaio 1809, istituisce anche il Distretto di Casoria.
Nell’ambito della suddetta divisione
amministrativa la città di Pozzuoli è dunque capoluogo del Distretto che
praticamente comprende tutti i Campi Flegrei e le adiacenti isole [5].
I Circondari del Distretto
di Pozzuoli sono inizialmente cinque, per diventare poi sei nel 1853 con il
distacco di Ventotene da Ischia e, subordinatamente, Pozzuoli è anche capoluogo
di Circondario.
Nel dettaglio sussistono:
-
Circondario di Pozzuoli: esso comprende il
Comune di Pozzuoli con il Casale di Bacoli e l’Isola di Nisida; il Comune di
Pianura, dal 1926 quartiere di Napoli; il Comune di Soccavo, dal 1926 quartiere
di Napoli.
-
Circondario di Marano: esso comprende il Comune di Marano
con il casale di Quarto, che con decreto legislativo del 5 febbraio 1948
diventa Comune autonomo per scorporo dal Comune di Marano; il Comune di
Chiaiano con i Casali di Santa Croce, Polvica e Nazaret, dal 1926 tutti quartieri
di Napoli. Significativa una vecchia lapide esistente in località Nazzaret che
spiegava che la zona era una frazione del Comune di Chiaiano, Circondario di
Marano, Collegio Elettorale di Chiaia, Distretto di Pozzuoli. Provincia di
Napoli [6].
-
Circondario di Procida: esso comprende il Comune di
Procida ed il Casale di Monte di Procida, dal 27 gennaio 1907 Comune autonomo per
distacco amministrativo da Procida.
-
Circondario di Ischia: che comprende il Comune di Ischia
con i Casali di Campagnano, Chiomano, Vatoliere e Villa de’ Bagni; il Comune di
Barano con i Casali di Moropano e Pieio; il Comune di Serrara con il Casale di
Fontana; il Comune di Testaccio. Testaccio, oggi frazione del Comune di Barano,
ha avuto in passato una diversa caratterizzazione amministrativa, prima come
Casale aggiunto nell’Università del Terzo (1795) e poi dal 1806 al 1879 come
Comune autonomo [7].
-
Circondario di Forio: che comprende il Comune di Forio
con il Casale di Panza; il Comune di Casamicciola; il Comune di Lacco.
-
Circondario di Ventotene: che comprende il
Comune di Ventotene e l’Isola di Santo Stefano. Questo Circondario è istituito
con decreto del 21 settembre 1853 quando Ventotene è distaccata dal Circondario
di Ischia ed elevata al rango di capoluogo di Circondario.
A differenza di
Pozzuoli, che di già gode piena autonomia amministrativa per la esistente
libera Università, le altre località del Distretto Flegreo per la prima volta
acquisiscono autonomia affrancandosi dal millenario infeudamento.
Così pure l’intera isola d’Ischia si emancipa dalla tutela dei nobili patrizi
ed eletti della Fedelissima Regia Città d’Ischia; spariscono le università del
Terzo, le Città, i Casali, le Terre.
Fin dal 1806 è divisa in sette Comuni ed i centri principali capi luoghi
di Circondario, poi di Mandamento, sono Ischia e Forio. Al primo Comune vengono
aggregati quelli di Barano, Testaccio, e Serrara-Fontana; all’altro di Forio
quelli di Casamicciola e Lacco Ameno.
Ogni comune
isolano diventa indipendente, sottoposto al Sotto-Prefetto di Pozzuoli per il
ramo interno amministrativo e di polizia, quindi aggregati alla Provincia di
Napoli.
Con l'occupazione garibaldina, e l'annessione al Regno di Sardegna,
nel gennaio 1861 si introduce l’ordinamento amministrativo del
Piemonte, promulgato il 23 Ottobre 1859 e poi modificato da quello Italiano
pubblicato il 20 Marzo 1866.
Con decreto luogotenenziale, subito dopo l’impresa dei
Mille, sono nominati i nuovi sindaci di tutti i comuni del Distretto di
Pozzuoli [8].
Con questo
ordinamento restano in vita le Provincie, che subiscono varie modifiche
territoriali; i Distretti sono rinominati Circondari ed i vecchi Circondari
sono rinominati Mandamenti che però hanno principalmente una funzione
giudiziaria.
Pertanto il vecchio Distretto di Pozzuoli, ora
rinominato Circondario, viene ad essere costituito da sei mandamenti che
comprendono i seguenti comuni:
- Mandamento di Pozzuoli:
Pozzuoli, Soccavo, Pianura:
- Mandamento di Ischia:
Ischia, Barano, Testaccio (fino al 1879), Serrara Fontana;
- Mandamento di Ventotene:
Ventotene;
- Mandamento di Forio:
Forio, Casamicciola, Lacco Ameno;
- Mandamento di Procida:
Procida;
- Mandamento di Marano:
Marano, Chiaiano.
A
fine ottocento su 81.000 abitanti del Circondario di Pozzuoli ben 44.000
abitano in otto comuni isolani, compresa Ventotene, e 37.000 abitano in cinque
comuni del continente. Questi dati ben evidenziano la prevalente economia
marittima dell’intera circoscrizione amministrativa.
Pertanto
nel 1927 il territorio di Pozzuoli è assorbito dalla provincia di Napoli di cui
ancora oggi è parte integrante come ordinamento statale [9].
Sono
però scomparsi gli organi politici elettivi e le vecchie province, almeno le
maggiori, sono ora indicate come “Città Metropolitane”.
P.S. - Notizie e illustrazioni tratte da Wikipedia
GIUSEPPE PELUSO – APRILE 2022