martedì 23 ottobre 2012

La Famiglia Pecori Giraldi










La Famiglia Pecori Giraldi
Da Firenze a Pozzuoli



I Pecori Giraldi sono una di quelle famiglie che hanno fatto la storia di Firenze; danno il nome a ville, palazzi, piazze e perfino a uno dei lungarni.
Due membri di questa Famiglia, che annovera priori e patrizi di Firenze, conti del Sacro Romano Impero, generali ed ammiragli, pionieri dell’aviazione e dell’industria, parentele con le più nobili Famiglie europee, hanno dato lustro anche alla nostra Pozzuoli.
Capostipite dei Pecori sarebbe un Ildebrandino di Geraldino, soprannominato “Pecora”, che il 26 agosto 1148 acquista un pezzo di terra situata nel pistoiese di proprietà di Baldoro di Martino. Trasferiti a Firenze con Gianni d'Ildebrandino, i Pecori ricavano fortune e importanza con Dino di Gianni, detto Ildebrandino, iscritto ai beccai ed eletto per quattro volte fra i priori fiorentini. Lungo sarebbe il completo elenco genealogico di questa Famiglia per cui saltiamo subito al XIX secolo, [chi desidera il dettagliato elenco dinastico può chiedermelo all’indirizzo: giupel@inwind.it].
La loro dimora nel Mugello [fot.1], riedificata sul luogo di un'antica costruzione dei Giraldi loro parenti, diventa nel 1748 di proprietà del Conte Antonio Pecori ed è lui che aggiunge al proprio cognome quello dei Giraldi. Nel 1979 la Famiglia Pecori Giraldi dona la Villa, circondata da un ampio parco monumentale con alberi secolari, al Comune di Borgo San Lorenzo che la utilizza come museo e come centro congressi.
Guglielmo Pecori Giraldi (1790-1860) combatte in Russia con gli eserciti napoleonici, sposa Carolina Cortesi ed ha i figli Francesco (1823-1894) e Baldassarre, entrambi valenti militari che combattono per i Savoia, distinguendosi nelle guerre per l'indipendenza dell'Italia. Francesco, marito di Maria Genta, ha i figli Guglielmo (1856-1941), Alessandro (1858-1948), Alfredo (1865-1943), Gisella e Galeazzo (1878-1920), tutti capostipiti di rami ancora attivi della famiglia Pecori Giraldi.
Il primogenito di Francesco, Guglielmo [fot.2], nasce a Firenze nel 1856, ancora capitale del Granducato di Toscana. Il 1° novembre 1873, viene inviato alla Scuola militare di fanteria e cavalleria; il 1° ottobre 1874 entra all’Accademia militare di Torino e ne esce nel 1877 col grado di sottotenente. Frequenta la Scuola di guerra nel 1883-1885 e presta poi servizio in diversi reparti di artiglieria. E’ inviato in Eritrea una prima volta nel 1887-1888; ci ritorna nel 1895-1896 ottenendo il comando delle truppe indigene. Il 3 maggio del 1900 diventa colonnello; il 3 gennaio 1907 maggior generale e fa ritorno in Italia. Il 12 luglio 1911 diventa Tenente Generale e partecipa alla Guerra italo turca del 1911-1912 dove comanda una divisione sbarcata in Libia. All’inizio della prima guerra mondiale è al comando del VII Corpo d'armata e poi è a capo della I Armata schierata sul fronte degli Altipiani, sino al termine del conflitto. Il 3 novembre 1918  entra a Trento e fino al 3 luglio 1919 svolge la funzione di governatore civile e militare della Venezia Tridentina. Il 24 febbraio del 1919 riceve dal Re la nomina a Senatore del Regno ed il 25 giugno 1926 è nominato da Mussolini Maresciallo d’Italia. Sposa, in prime nozze, Camilla Sebregondi ed in seconde, nel 1917, Lavinia Ester Maria Morosini; senza discendenza. Nel 1930 riceve l’onorificenza di Cavaliere dell'Ordine Supremo della SS. Annunziata. Muore a Roma il 15 febbraio del 1941 e, per sua volontà, è sepolto all’Ossario del Pasubio insieme ai suoi soldati caduti durante le cruente battaglie della grande guerra.
Il secondogenito di Francesco, Alessandro Pecori Giraldi, nasce nel 1858 a Borgo San Lorenzo. Come da tradizione viene inviato all’Accademia Militare dalla quale ne esce nel 1879 con il grado di sottotenente. Nel frattempo, essendo un appassionato di meccanica e di tecnica, consegue anche una laurea in ingegneria; quindi entra nell’Arma del Genio. Durante l'Esposizione Nazionale di Torino del 1884 sono effettuate diverse ascensioni con i palloni. Ascensioni sia frenate che libere effettuate dal francese Godard ed il tenente del genio Alessandro Pecori Giraldi [fot.3] è incaricato dal Governo di seguire il progresso di questi studi. L'ufficiale accetta l'incarico ed inizia le prime ascensioni, con palloni prima guidati da Godard e poi guidati da lui stesso e con passeggero il fratello Guglielmo, futuro Maresciallo d’Italia, allora semplice tenente di fanteria. Nasce qui l’idea di costituire un reparto aerostatico nell'ambito del Regio Esercito, creato il 1° gennaio 1885 presso il distaccamento di Roma del 3° reggimento Genio Telegrafisti. Alessandro, in possesso del brevetto di pilota di sferico, il primo in assoluto in Italia, diventa comandante di questa sezione. Successivamente la sezione è trasformata in Compagnia Specialisti del Genio al comando dell’ormai Capitano Pecori Giraldi. Questa compagnia, oltre ai compiti specifici aeronautici, assolve altri servizi, come quello fotografico. Dopo la battaglia di Dogali, gennaio 1887, il Governo Italiano decide di inviare in Eritrea un corpo di spedizione e con questo, il 21 dicembre 1887, parte anche la compagnia di Pecori Giraldi che impiega tre aerostati in ascensioni frenate di ricognizione. La compagnia viene successivamente trasformata in Brigata nel 1894, ma il 17 luglio 1893 il conte Alessandro lascia gli aerostati perché destinato alla Direzione del Genio Militare di Napoli.
Intanto il Ministero della Guerra cerca di affiancare un militare, ai tecnici inglesi, presso la Armstrong Mitchell & Co che ha impiantato un importante stabilimento di artiglierie a Pozzuoli. Direttore dello stabilimento è l’ingegnere George Wightwick Rendel al quale viene abbinato il fidato Alessandro che si trasferisce nella nostra cittadina con l’apparente incarico di “collegamento” negli Uffici di Vigilanza che il Regio Esercito, come altresì la Regia Marina, possiede all’interno del cantiere.
Nel frattempo Alessandro sposa Eleonora Von Tautphoens con cui i figli Adriana e Vieri che nascono a Napoli e poi Corso, Francesca, Fiammetta e Oretta che nascono a Pozzuoli dove abitano sulla terrazza della Starza, nel fabbricato destinato al direttore dell’Armstrong [fot.4]. Nel 1900 George Rendel ritorna definitivamente in Inghilterra e lo stabilimento viene affidato ad Alessandro Pecori Giraldi che lo guida nel periodo di massimo sviluppo, fino a raggiungere gli 8.000 dipendenti; attraverso i tempestosi accordi prima con l’Ansaldo di Genova e poi con l’ILVA di Bagnoli. Nel 1917 viene creata l’Associazione Industriali, con l’Armstrong tra i primi soci, così il conte Alessandro diventa anche vice presidente degli industriali di Napoli. Sarà lui a svolgere opera di mediazione tra padronato e maestranze, in particolare durante l’inasprimento delle proteste in atto nel critico periodo del primo dopoguerra. Il 20 gennaio 1913  Sua Maestà il Re lo nomina “Suo Motu Proprio” Commendatore nell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro; altra decorazione poi il 30 maggio 1920  con la nomina a Grand’Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia. Alessandro, che nel nome ricorda il nonno materno, muore nel 1948.
Suo figlio terzogenito, Corso Pecori Giraldi, nasce a Pozzuoli il 9 luglio 1899. Tutti gli avi sono stati militari, con le signorie toscane, con gli imperiali germanici, con i Bonaparte, con i Savoia; ma sempre nell’armata di terra. Il giovane Corso è invece affascinato dal mare della cui vista gode dalla sua casa di Pozzuoli e nello stesso tempo è attratto dalla Regia Marina la cui potenza vede giornalmente accrescere proprio nello stabilimento che il Padre ora dirige. Nel 1913 entra in Accademia Navale e ne esce guardiamarina nel 1917. Partecipa alla prima guerra mondiale e negli anni ’20 acquisisce esperienze sul naviglio silurante. Nel 1930 fa parte della delegazione italiana alla Conferenza Navale di Londra per la riduzione degli armamenti e dal 1938 al 1941 ricopre la carica di addetto navale a Berlino. Nel 1940 viene nominato capitano di vascello, grado con il quale comanda l'incrociatore Zara. Successivamente presta  servizio quale Capo di Stato Maggiore presso il Comando della marina germanica in Egeo e quale Comandante delle Forze Navali Italiane nell'Egeo settentrionale. Il 18 febbraio 1942 prende il comando della corazzata Vittorio Veneto. Il 9 settembre 1943, all’armistizio la nave si trova ad essere attaccata dai tedeschi, che affondano la gemella Roma, ed un suo ufficiale di rotta così racconta quei drammatici momenti: “I cannoni antiaerei sparano a ritmo forsennato punteggiando il cielo di nuvolette bianche. La Vittorio Veneto, lanciata alla massima velocità, sotto la guida esperta del Comandante Corso Pecori Giraldi che impartisce gli ordini calmo e tranquillo da un'aletta della plancia comando, evoluisce come una motosilurante. Io, nella sala nautica della sovrastante plancia Ammiraglio, con il cuore in gola, mi sforzo di mettere sulla carta tutte le accostate di quella pazza navigazione. Ma, a tratti, dalle feritoie del torrione scorgo I'enorme nuvola di fumo nero che si alza sul punto dell'affondamento della Roma; in quella nube di morte vedo avvolti tutti quelli che vi erano imbarcati, non potendo sapere chi possa sopravvivere a tale disastro mi sento affranto.” Corso resta al comando della corazzata, che raggiunge il luogo di internamento voluto dagli inglesi, fino al 5 novembre 1943. Dopo il conflitto ricopre vari importanti incarichi, fra cui quello di Sottocapo di Stato Maggiore della Marina; comandante della 3° e poi, nel 1950-1951, della 1° Divisione Navale. In Marina ancora si racconta un particolare abbastanza curioso e simpatico che succede sulla corazzata Andrea Doria, all’epoca ammiraglia della Divisione. “L'ammiraglio Pecori Girardi talvolta scendeva in mensa marinai, prendeva il posto di un marinaio, che andava a pranzo nella sala da pranzo dell'Ammiraglio, e pranzava lì a tavola insieme ai marinai. Sembra che la cosa non dispiacesse all'equipaggio che, pur conservando il dovuto rispetto, cercava di comportarsi come se l'ammiraglio non ci fosse.”
E’ lui che per primo nel 1952 incarica il tenente di Vascello Aldo Massarini di iniziare a studiare la possibile ricostituzione di un reparto di incursori subacquei; poi diventa Comandante in Capo del Dipartimento Militare Marittimo dell'Adriatico. Il 10 agosto 1955 viene nominato Capo di Stato Maggiore della Marina, massimo scalino per un marinaio, incarico che mantiene fino al 30 aprile 1962. Durante il lungo periodo trascorso al vertice della Forza Armata l'ammiraglio Pecori Giraldi si dedica alla creazione di una flotta efficiente e moderna, al riordinamento dei Comandi e Servizi a terra, allo sviluppo dell'addestramento e al perfezionamento delle armi e dei mezzi. E’ presente, insieme al presidente della Repubblica Giovanni Gronchi [fot.5], alla grandiosa rivista navale che si tiene nelle acque di Gaeta il 14 luglio 1961 in occasione del primo centenario della Unità d’Italia. E’ insignito delle onorificenze di Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia, della Legione al Merito degli Stati Uniti e Commendatore della Legion d'Onore francese. Fra le sue decorazioni di guerra figurano una Croce al Merito di Guerra e una Croce di Bronzo al Valor Militare. Il 31 ottobre 1962, al congedo, è nominato Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Corso sposa, nel 1930, Maria Francesca Frascara, nata a Roma il 24 ottobre 1903 figlia del conte e senatore Giuseppe Frascara e di Donna Clarice Orsini. Dal loro matrimonio nascono i figli Josè, Alvise che sposa Anna Bulgarini, e Piero che sposa Marita Pietromarchi da cui gli unici discendenti Francesco e Ilaria. Muore prematuramente a Freiburg (Germania) il 17 maggio 1964.
Il nuovo incrociatore lanciamissile Vittorio Veneto il 4 novembre 1969 riceve dalla contessa Maria Francesca Frascara vedova dell’Ammiraglio Pecori Giraldi, già comandante della corazzata Vittorio in guerra, la Bandiera di Combattimento. Ricordo poi una lettera della contessa del 1997, diretta ad un giornale, in cui scrive: “Sono ormai giunta all'età di 94 anni, vivo di ricordi, di bellissimi ricordi. Sono vedova dell’ammiraglio Corso Pecori Giraldi. Mi interesserebbe sapere se in un'epoca così babelica si prega ancora con la bellissima ‘preghiera del marinaio’. In navigazione si pregava al tramonto e alla fine della messa della domenica.” Il Direttore Indro Montanelli risponde: “Conosco quella preghiera. Credo che molti marinai la recitino ancora. Se non altro, nei loro cuori.”  
La contessa muore nel 2007, all’età di 104 anni, ultima testimone di una epoca scomparsa per sempre.

Giuseppe Peluso – Pozzuoli Magazine del 7 luglio 2012