venerdì 22 aprile 2022

Distretto di Pozzuoli

 


Evoluzione del Distretto e del Circondario di Pozzuoli

Dal Giustizierato di Terra di Lavoro alla Provincia di Napoli

 

Nel 1221, Federico II di Svevia, che già da tempo cerca di contenere il potere feudale a favore di quello regio, istituisce i “Giustizierati” [1].

Essi sono distretti di giustizia imperiale affidati ad un rappresentante del potere regio, il Gran Maestro Giustiziere, attraverso il quale l'autorità del re si sovrappone a quella dei feudi medioevali.

E’ il primo esempio di suddivisione dei Territori del Regno che cerca, se non di eliminare, almeno di diminuire l’influenza dei feudatari. Questo processo, che porterà alla creazione di Regioni e Provincie amministrate dal potere centrale, avrà il suo culmine con le “Costituzioni di Melfi”.

 

Uno dei primi distretti amministrativi ad essere creato è il “Justitiaratus Molisii et Terre Laboris”, che vede uniti, sotto unica amministrazione, territori che attualmente appartengono al Lazio meridionale, alla Campania settentrionale ed a gran parte del Molise.

Nasce così il toponimo “Terra di Lavoro” che diventa la denominazione ufficiale di un distretto amministrativo plurisecolare che sarà soppresso, dopo oltre settecento anni, dal fascismo nel XX secolo.

L'amministrazione della “Terra di Lavoro” è congiunta a quella del “Contado del Molise” e i due territori condividono il medesimo giustiziere fino al XVI secolo. Solo nel 1538, in epoca aragonese, il “Contado del Molise” è separato dalla “Terra di Lavoro”, venendo aggregato alla “Capitanata”; così i confini di entrambi i distretti, che fino ad allora sono stati piuttosto variabili, subiscono una prima precisa definizione [2].

 


Sotto occupazione napoleonica, con la legge 132 del 1806 “Sulla divisione ed amministrazione delle province del Regno” varata l'8 agosto di quell'anno, Giuseppe Bonaparte riforma la ripartizione territoriale del Regno di Napoli suddividendolo in Provincie, sulla base del modello francese, e sopprime il sistema dei Giustizierati. Negli anni successivi, tra il 1806 ed il 1811, una serie di regi decreti completa il percorso d'istituzione delle Province con la specifica dei Comuni, in precedenza detti Università, che in esse rientrano.

Inoltre ogni Provincia è suddivisa in Distretti ed ogni Distretto in Circondari, definendo così le loro denominazioni e limiti territoriali [3].

 


Dal 1° gennaio 1817, con il ritorno dei Borboni, l'organizzazione amministrativa napoleonica è confermata e regolamentata con la “Legge riguardante la circoscrizione amministrativa delle Provincie dei Reali Domini di qua del Faro” del 1° maggio 1816.

Il Regno, ora nominato “Delle Due Sicilie”, amministrativamente è suddiviso su quattro livelli.

 

Il primo livello è costituito da 22 Provincie ognuna delle quali organizza una circoscrizione amministrativa del territorio dello Stato e raggruppa una pluralità di comuni limitrofi, il più importante dei quali ne diventa il capoluogo.

 

Il secondo livello è costituito da 76 Distretti distribuiti all’interno delle 22 Provincie di cui costituiscono una suddivisione del territoriale.

 

Il terzo livello è costituito dai Circondari, una articolazione territoriale sempre introdotta dai Francesi, con funzioni amministrative-giudiziarie e gerarchicamente dipendente dal Distretto.

 

Il quarto livello dell’articolazione territoriale è costituita dai Comuni, unità di base della struttura politico-amministrativa dello Stato moderno.

 

Quest’ultimi, a loro volta, comprendono rioni (nella Calabria Citeriore), ville (negli Abruzzi), villaggi, borghi, subborghi o casali (nella Provincia di Napoli e nel Principato Citeriore).

Tutti questi non godono di autonomia amministrativa ed i casali, in particolare molto diffusi nella provincia napoletana, sono centri a carattere agricolo e la popolazione residente nell’area dei casali, oltre che per relazioni di tipo economico, intrattiene legami con il vicino Comune anche per assolvere le proprie pratiche amministrative.

 

In genere le Provincie preunitarie sono territorialmente poco più piccole delle attuali Regioni italiane ma leggermente più vaste delle attuali Provincie. La primaria autorità di ogni Provincia è l’Intendente obbligato a tutelare i Comuni ed i pubblici stabilimenti e di provvedere all’arruolamento per l’esercito. L’Intendente è coadiuvato da un “Segretario Generale” che ne fa le veci in caso di assenza o di impedimento. E’ poi assistito da un Consiglio d'Intendenza, composto da cinque o quattro o tre individui per cui l’Intendenza è di prima o seconda o terza classe, preseduto dall’intendente stesso o dal consigliere più anziano. Ogni Provincia è poi rappresentata da un Consiglio Provinciale che ne regola gli interessi e si riunisce una volta l’anno dopo la chiusura dei Consigli Distrettuali.

Questo consiglio è composto da 20 o 15 membri proposti dai Comuni della Provincia e nominati dal sovrano; è un organo deliberativo ed ha un proprio bilancio. Nel regno borbonico ci sono 15 Provincie continentali, al di qua del Faro, e 7 Provincie insulari, al di là del Faro.

 

Ogni provincia è suddivisa in Distretti, e nel regno ci sono 53 Distretti continentali e 24 Distretti insulari. In ciascuno dei Distretti di cui si compongono le Provincie, escluso quelli in cui risiede l’Intendente, vi è un Sottintendente, coadiuvato da una Segreteria di Sottintendenza, e un Consiglio Distrettuale composta da dieci consiglieri e un Presidente.

Esso rappresenta il Distretto e ne propone i bisogni ed i mezzi di miglioramento al Consiglio Provinciale.

 

Ogni Distretto è suddiviso in successivi livelli amministrativi gerarchicamente dipendenti dal precedente che sono definiti Circondari. Il Circondario rappresenta una istituzione intermedia fra i Distretti e i Comuni, ma non è un vero e proprio ente amministrativo; costituisce l'ambito territoriale di gravitazione di una città o di competenza di un ufficio che può essere giudiziario, scolastico o finanziario.

 

A loro volta i Circondari sono costituiti dai Comuni, l'unità di base della struttura politico-amministrativa del Regno delle Due Sicilie.

A questi ultimi possono far capo i casali, centri a carattere prevalentemente rurale.

I Comuni si distinguono in tre classi a seconda della diversa rendita o popolazione che vi risiede. La loro economia è regolata da un Decurionato, un Sindaco e due Eletti. Il Decurionato è preseduto dal Sindaco e rappresenta i Comuni componendosi di un individuo ogni tremila abitanti, nei Comuni di prima e seconda classe, ma il numero dei Decurioni non può eccedere i trenta; gli altri Comuni hanno tra otto o dieci Decurioni.

Il Sindaco è la principale autorità ed il solo amministratore del suo Comune; opera col consiglio del Decurionato e degli Eletti. Esercita anche funzioni di Ufficiale di Stato Civile e di Polizia Giudiziaria ove non esiste il Giudice di Circondario.

Dei due Eletti il primo attende alla polizia urbana e rurale ed ambedue assistono il Sindaco come farebbero oggi i moderni assessori. Diversa amministrazione hanno invece le grandi città del Regno come Napoli, Palermo, Messina e Catania.

 

La riforma napoleonica comporta per la Provincia di Terra di Lavoro un ridimensionamento territoriale rispetto al precedente Giustizierato. Viene, infatti, sancita l'istituzione della Provincia di Napoli, voluta per dare alla capitale del Regno un proprio territorio di riferimento [4].





Diversi comuni attraversati dai Regi Lagni, i Campi Flegrei, la città di Napoli, l'area vesuviana e la penisola Sorrentina sono staccati dalla Terra di Lavoro per essere inclusi nella nuova unità amministrativa, unitamente ai Comuni di Gragnano, Lettere, Pimonte, e Casole, distaccati dalla Provincia di Principato Citra.

Questa nuova Provincia comprende, fin dall’istituzione del 1806, i distretti di Napoli, di Pozzuoli e di Castellammare. In seguito Gioacchino Murat, con il Decreto n. 271 del 28 gennaio 1809, istituisce anche il Distretto di Casoria.

Nell’ambito della suddetta divisione amministrativa la città di Pozzuoli è dunque capoluogo del Distretto che praticamente comprende tutti i Campi Flegrei e le adiacenti isole [5].

 


I Circondari del Distretto di Pozzuoli sono inizialmente cinque, per diventare poi sei nel 1853 con il distacco di Ventotene da Ischia e, subordinatamente, Pozzuoli è anche capoluogo di Circondario.

Nel dettaglio sussistono:

 

-      Circondario di Pozzuoli: esso comprende il Comune di Pozzuoli con il Casale di Bacoli e l’Isola di Nisida; il Comune di Pianura, dal 1926 quartiere di Napoli; il Comune di Soccavo, dal 1926 quartiere di Napoli.

 

-      Circondario di Marano: esso comprende il Comune di Marano con il casale di Quarto, che con decreto legislativo del 5 febbraio 1948 diventa Comune autonomo per scorporo dal Comune di Marano; il Comune di Chiaiano con i Casali di Santa Croce, Polvica e Nazaret, dal 1926 tutti quartieri di Napoli. Significativa una vecchia lapide esistente in località Nazzaret che spiegava che la zona era una frazione del Comune di Chiaiano, Circondario di Marano, Collegio Elettorale di Chiaia, Distretto di Pozzuoli. Provincia di Napoli [6]. 

 


-      Circondario di Procida: esso comprende il Comune di Procida ed il Casale di Monte di Procida, dal 27 gennaio 1907 Comune autonomo per distacco amministrativo da Procida.

 

-      Circondario di Ischia: che comprende il Comune di Ischia con i Casali di Campagnano, Chiomano, Vatoliere e Villa de’ Bagni; il Comune di Barano con i Casali di Moropano e Pieio; il Comune di Serrara con il Casale di Fontana; il Comune di Testaccio. Testaccio, oggi frazione del Comune di Barano, ha avuto in passato una diversa caratterizzazione amministrativa, prima come Casale aggiunto nell’Università del Terzo (1795) e poi dal 1806 al 1879 come Comune autonomo [7].

 


-      Circondario di Forio: che comprende il Comune di Forio con il Casale di Panza; il Comune di Casamicciola; il Comune di Lacco.

 

-      Circondario di Ventotene: che comprende il Comune di Ventotene e l’Isola di Santo Stefano. Questo Circondario è istituito con decreto del 21 settembre 1853 quando Ventotene è distaccata dal Circondario di Ischia ed elevata al rango di capoluogo di Circondario.

 

A differenza di Pozzuoli, che di già gode piena autonomia amministrativa per la esistente libera Università, le altre località del Distretto Flegreo per la prima volta acquisiscono autonomia affrancandosi dal millenario infeudamento.

Così pure l’intera isola d’Ischia si emancipa dalla tutela dei nobili patrizi ed eletti della Fedelissima Regia Città d’Ischia; spariscono le università del Terzo, le Città, i Casali, le Terre.

Fin dal 1806 è divisa in sette Comuni ed i centri principali capi luoghi di Circondario, poi di Mandamento, sono Ischia e Forio. Al primo Comune vengono aggregati quelli di Barano, Testaccio, e Serrara-Fontana; all’altro di Forio quelli di Casamicciola e Lacco Ameno.

Ogni comune isolano diventa indipendente, sottoposto al Sotto-Prefetto di Pozzuoli per il ramo interno amministrativo e di polizia, quindi aggregati alla Provincia di Napoli.

 

Con l'occupazione garibaldina, e l'annessione al Regno di Sardegna, nel gennaio 1861 si introduce l’ordinamento amministrativo del Piemonte, promulgato il 23 Ottobre 1859 e poi modificato da quello Italiano pubblicato il 20 Marzo 1866.

Con decreto luogotenenziale, subito dopo l’impresa dei Mille, sono nominati i nuovi sindaci di tutti i comuni del Distretto di Pozzuoli [8].



Con questo ordinamento restano in vita le Provincie, che subiscono varie modifiche territoriali; i Distretti sono rinominati Circondari ed i vecchi Circondari sono rinominati Mandamenti che però hanno principalmente una funzione giudiziaria.

Pertanto il vecchio Distretto di Pozzuoli, ora rinominato Circondario, viene ad essere costituito da sei mandamenti che comprendono i seguenti comuni:

-      Mandamento di Pozzuoli: Pozzuoli, Soccavo, Pianura:

-      Mandamento di Ischia: Ischia, Barano, Testaccio (fino al 1879), Serrara Fontana;

-      Mandamento di Ventotene: Ventotene;

-      Mandamento di Forio: Forio, Casamicciola, Lacco Ameno;

-      Mandamento di Procida: Procida;

-      Mandamento di Marano: Marano, Chiaiano.

 

A fine ottocento su 81.000 abitanti del Circondario di Pozzuoli ben 44.000 abitano in otto comuni isolani, compresa Ventotene, e 37.000 abitano in cinque comuni del continente. Questi dati ben evidenziano la prevalente economia marittima dell’intera circoscrizione amministrativa.

 Questo ordinamento dura fino al 1926 quando, nell’ambito della riorganizzazione della struttura statale voluta dal regime fascista, tutti i Circondari italiani sono aboliti con contestuale aumento del numero delle Province.

Pertanto nel 1927 il territorio di Pozzuoli è assorbito dalla provincia di Napoli di cui ancora oggi è parte integrante come ordinamento statale [9].



Sono però scomparsi gli organi politici elettivi e le vecchie province, almeno le maggiori, sono ora indicate come “Città Metropolitane”.

  

P.S. - Notizie e illustrazioni tratte da Wikipedia

GIUSEPPE PELUSO – APRILE 2022


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