giovedì 16 luglio 2015

Giuseppe Di Feo



Giuseppe Di Feo
Un puteolano tra i primi caduti

Nel maggio del 1915 inizia la prima delle due grande tragedie che sconvolgeranno l’umanità; in questi giorni se ne commemora il centenario con manifestazioni, trasmissioni e pubblicazioni.
Anche Pozzuoli ebbe a soffrirne ed è giusto ricordare il primo puteolano caduto nella Grande Guerra, un ventiduenne che immola la giovinezza nell’adempimento del suo dovere.
Il nostro eroe, Giuseppe Di Feo, nasce a Pozzuoli il giorno 11 novembre 1892. Famiglia benestante, sani principi, studi classici e primi amori nella nostra cittadina.
Nella primavera del 1915, in previsione della imminente entrata in guerra, Giuseppe è chiamato a svolgere il servizio militare. Dopo l’addestramento basico è inviato a frequentare un corso finalizzato alla formazione di ufficiali di complemento.


Intanto la guerra è dichiarata e Giuseppe Di Feo, ancora allievo ufficiale, è subito inviato in zona di guerra presso il 28° reggimento fanteria.
Questo reggimento, al comando del colonnello Forneris Luigi, con il gemello 27° fa parte della Brigata Pavia, comandata dal maggior generale Arena Alfredo; questa brigata unitamente alla brigata Casale appartiene alla 12° divisione. Tutte queste unità allo scoppio delle guerra si trovano di già sulla linea del confine, presso Udine.





Dal 23 giugno al 7 luglio 1915 partecipano alla prima battaglia dell’Isonzo; la prima di tante altre sanguinose finalizzate alla conquista di Gorizia. Tutte queste battaglie si svolgono contro le salde e ben munite trincee nemiche del Podgora, senza riuscire a vincerne le forti difese.
Il giorno 30 giugno, a battaglia iniziata, Giuseppe Di Feo giunge al fronte, direttamente dal centro addestramento ed appena nominato caporale; in tempo per assistere e partecipare a quei massacri che caratterizzano l’intera guerra.



Le truppe arrivano a contatto dei reticolati intatti ma sono falciate dalle mitragliatrici austriache, subendo perdite altissime. Vengono prese alcune linee di trincee attorno alla quota 240 del Podgora, ma il nemico mantiene salda la sua presenza sulla cima. Giuseppe resta profondamente scosso da questi combattimenti ed il giorno 4 dedica questi versi alla sua adorata mamma:


Io mi ricordo o mamma
Il dì che ti lasciai,
Mille volte baciai
Il tuo bel volto e dissi:
   Oh! Mamma ritornerò.

La vite in guerra è rude,
Dell’uom ne fa un guerriero
Che s’avvia per il sentiero
E il pensiero gli dice:
    Di qui ritornerò.

Quando d’italian anch’io abbia
Già fatto il mio dover,
Anch’io per quel sentier
Felice e vittorioso:
 Oh! Mamma ritornerò.

Tu mi amerai più forte,
Il petto avrò fregiato,
Il volto mio bruciato.
Allor contento ti ribacierò.
  Oh! Mamma ritornerò.



In fondo alla lettera aggiunge:
“prega mamma mia per noi tutti, prega per la vittoria delle nostre armi e fa pregare tanto anche le mie care sorelle….”



Il 18 luglio inizia la seconda battaglia dell’Isonzo e si rinnovano i sanguinosi attacchi alle pendici sud orientali del Podgora, degradanti su Lucinico. Il giorno 20 il 28° reggimento fanteria attacca violentemente e cattura al nemico 200 uomini ed una mitragliatrice. La compagnia del nostro eroe si spinge arditamente fin sulla cresta, ma non può cogliere per intero il successo perché un violento ritorno offensivo avversario la obbliga a ripiegare.
Giuseppe è gravemente ferito nel corso di questo contro attacco, ma resta al suo posto di combattimento per permettere il regolare deflusso dei suoi compagni d’armi che così possono rientrare alle loro trincee. Ma forte è l’impeto dei fanti nemici e Giuseppe, nuovamente colpito, cade mortalmente sulla linea di fuoco tenacemente difesa.

Questo eroico gesto, compiuto dopo solo venti giorni di permanenza al fronte, gli procura l’assegnazione della Medaglia d’Argento al Valor Militare.

Lo stesso giorno, 20 luglio 1915, sullo stesso Podgora muore anche Renato Serra, famoso scrittore italiano e critico letterario.
Allo scoppio del conflitto mondiale chiede di partire volontario e in piena guerra Serra scrive uno dei capolavori della letteratura italiana del Novecento, “Esame di coscienza di un letterato”.
Egli giunge al fronte il 5 luglio, ancora sofferente per i postumi di un grave incidente automobilistico occorsogli il 16 maggio. Inquadrato, col grado di tenente, nell’11° reggimento fanteria della brigata Casale, combatte nel settore del Podgora partecipando, come l’eroe puteolano, alla prima ed alla seconda battaglia dell’Isonzo.




Nel corso di quest'ultima, il 20 luglio 1915, resta ucciso in combattimento sul monte Podgora a soli 31 anni.



Nel luglio 1926 a Pozzuoli, i genitori, le sorelle e il fratello di Giuseppe Di Feo, nel loro immenso dolore ricordano a coloro che ne piansero la perdita il decimo anniversario della sua gloriosa morte con una commossa cerimonia e con le seguenti parole:

Milite dell’ Idea prima che soldato in guerra
la vita intese come amore e dovere
e molto amò e su tutto amò l’ Italia
nel vergine fervore del cuore gagliardo.
Sul Podgora sacro all’ Italica redenzione
già gravemente ferito
ma non pago dell’ offerta di sangue
che non bastava al suo amore
volle di Se l’ olocausto supremo
e attese, combattendo, la morte gloriosa.

1915 - 20 luglio - 2015

2 commenti:

  1. Anche un mio prozio, unico fratello di mia nonna e delle sue tre sorelle, morì nel corso della prima guerra mondiale, ma non so dove né quando. Si chiamava Vincenzo Sozio e il suo nome figura fra quelli degli altri caduti puteolani sul monumento che fu eretto sotto il Rione Terra. Mio padre portava il nome di quello sfortunato zio.

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  2. La maggior parte dei caduti sono ragazzi giovanissimi, ancora non sposati. A differenza dei pochi, con moglie e figli come il nonno del mio amico Gennaro Chiocca, nessuno più li ricorda. E' dovere dei familiari (anche lontani) e di noi tutti poterli ricordare, anche con piccoli "fattarielli". Non possiamo cavarcela con la semplice inserzione del nome nel freddo marmo del "Monumento ai caduti" di sotto il ponte.

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